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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Rapina, botte e commessa in ostaggio: preso il brindisino della banda

BRINDISI - Non è affatto piacevole finire in galera poco prima di Natale, figuriamoci pochi giorni dopo essersi sposato. Matrimonio lunedì, manette la notte scorsa per il brindisino Francesco Convertino, 23 anni, identificato da un gioiellere di Martina Franca come uno dei due rapinatori che il 17 novembre fecero irruzione nel suo negozio, ferendolo al capo con la canna della pistola, riconoscimento confermato dalla commessa della stessa oreficeria, presa in ostaggio e utilizzata come scudo umano per pochi ma lunghissimi minuti dai banditi in fuga. All’appello manca un giovane albanese, Fatjon Budani di 20 anni, individuato dai testimoni come il secondo dei protagonisti dell’episodio, e al momento irreperibile. Non è escluso che del gruppo facesse parte una terza persona, l’autista della banda, che però nessuno ha notato all’esterno della gioielleria. I reati attribuiti dal pm tarantino Raffaele Graziano a Convertino e all’albanese, e indicati nell’ordinanza del gip Rosati, sono quelli di tentata rapina pluriaggravata, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, lesioni personali e sequestro di persona in concorso.

BRINDISI - Non è affatto piacevole finire in galera poco prima di Natale, figuriamoci pochi giorni dopo essersi sposato. Matrimonio lunedì, manette la notte scorsa per il brindisino Francesco Convertino, 23 anni, identificato da un gioielliere di Martina Franca come uno dei due rapinatori che il 17 novembre fecero irruzione nel suo negozio, ferendolo al capo con la canna della pistola, riconoscimento confermato dalla commessa della stessa oreficeria, presa in ostaggio e utilizzata come scudo umano per pochi ma lunghissimi minuti dai banditi in fuga. All’appello manca un giovane albanese, Fatjon Budani di 20 anni, individuato dai testimoni come il secondo dei protagonisti dell’episodio, e al momento irreperibile. Non è escluso che del gruppo facesse parte una terza persona, l’autista della banda, che però nessuno ha notato all’esterno della gioielleria. I reati attribuiti dal pm tarantino Raffaele Graziano a Convertino e all’albanese, e indicati nell’ordinanza del gip Rosati, sono quelli di tentata rapina pluriaggravata, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, lesioni personali e sequestro di persona in concorso.

Dietro la rapida conclusione delle indagini c’è un lavoro investigativo basato su due requisiti fondamentali per un poliziotto di squadra mobile: la conoscenza anche sociale del territorio, la capacità di archiviare una grande mole di dettagli ricavati da relazioni di servizio o da colloqui apparentemente senza importanza con le proprie fonti. Grazie a questo un ispettore della sezione antirapina e antiracket della Mobile brindisina, Cosimo Pizza, è riuscito dopo alcuni giorni di pazienti verifiche a pescare le foto giuste e a confrontarle con il video della rapina registrato dal sistema di videosorveglianza della gioielleria. Una ripresa a colori e di buona qualità, che inquadrava in maniera soddisfacente le fisionomie dei due rapinatori.

Il problema era che sia Convertino che Budani sono assolutamente incensurati, ma per fortuna non al di sopra di ogni sospetto per la sezione antirapine, ha appunto spiegato questa mattina il dirigente della Squadra mobile brindisina, Francesco Barnaba. E allora, in perfetta collaborazione con i colleghi del commissariato di Martina Franca, è stato possibile chiudere il cerchio attorno a Convertino, sposo novello e rapinatore incauto, senza un lavoro regolare (esclusa una parentesi a Fano, dove aveva seguito il padre carpentiere). L’albanese ora ricercato invece è uno di quelli che ha fatto cento mestieri, ultimamente il cameriere, sempre a Brindisi. Si saranno conosciuti in qualche pub. Al momento, mancano anche le armi che i due impugnavano il 17 novembre scorso.

Erano le 18 circa, quando i due banditi, ben vestiti per trarre in inganno il titolare della gioielleria di via Rossini, hanno fatto ingresso nel negozio. Pochi preliminari, solo per fare abbassare la guardia al titolare, il 47enne Pietro Del Genio, ma senza troppo successo. C’è stata una reazione, Convertino e Budani (come mostra la sequenza dei fotogrammi che pubblichiamo, lo hanno aggredito e per ridurlo all’impotenza lo hanno colpito alla testa con la canna di una delle due pistole. Del Genio però non si è arreso, ed è riuscito ad azionare il segnale di allarme collegato con la centrale operativa di un istituto di vigilanza. Al negozio si è avvicinata subito una guardia giurata. Convertino e Budani hanno capito che la rapina era andata in malora ed hanno deciso di sgomberare il campo. Non prima di aver minacciato il gioielliere per indurlo a cancellare, ma senza riuscirvi, le registrazioni del sistema di videosorveglianza.

Poi i due banditi hanno preso in ostaggio Stefania Donpietro, facendosene scudo e puntandole una pistola alla testa. All’esterno hanno intimato alla guardia giurata di non muovere un dito e di non seguirli. Hanno percorso pochi isolati, poi hanno lasciato andare la commessa terrorizzata e sono scomparsi. Già nel corso dei primi accertamenti da parte dei poliziotti del commissariato di Martina Franca è stata acquista la certezza – grazie alle indicazioni fornite da Del Genio – che i banditi provenissero dal Brindisino. L’accento descritto dal gioielliere è stata dunque la pista iniziale. Chiesta la collaborazione della Squadra mobile di Brindisi, con cui sono stati esaminate le registrazioni video, è cominciato il lavoro che ha condotto la polizia ad individuare i due sospetti, e poi ad ottenere un riconoscimento fotografico ritenuto più che attendibile non solo dal pm della procura di Taranto, ma anche dal giudice delle indagini preliminarti. E per Convertino fine prematura della luna di miele e Natale dietro le sbarre.

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