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Cronaca

Rapina e tentata estorsione: emessa ordinanza di custodia cautelare

Nuovo provvedimento restrittivo a carico dei quattro brindisini arrestati il 2 novembre per l'assalto all'ufficio postale di Merine

BRINDISI – E’ stato emesso un nuovo provvedimento restrittivo a carico dei quattro brindisini arrestati lo scorso 2 novembre per la rapina perpetrata l’1 ottobre ai danni dell’ufficio postale di Merine, Lecce. I brindisini Vincenzo Bleve, 49 anni, Vito Bleve, 44, Dario Fai, 51, e Pierpaolo Fai, 45, sono stati raggiunti stamani da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, dove erano già ristretta, emessa dal gip del tribunale di Lecce, su richiesta del pubblico ministero della Dda. Il provvedimento è stato notificato agli indagati dai poliziotti della Squadra Mobile di Brindisi A carico di Vincenzo Bleve, Dario Fai e Pierpaolo Fai, oltre alla rapina, pende anche il reato di tentata estorsione con modalità mafiose a carico di un imprenditore agricolo brindisino. Vito Bleve è l’unico a non rispondere dell’aggravante dell’associazione mafiosa. 

Da quanto appurato dagli inquirenti, i quattro raggiunsero l’ufficio postale di Merine a bordo di una Lancia Delta sulla quale erano state apposte delle targhe rubate, da quanto emerge dall’ordinanza, rubate dai fratelli Fai. 

I malfattori entrarono in azione intorno alle ore 8,45, quando l’ufficio postale era pieno di anziani che dovevano ritirare la pensione. Accanto all’edificio si trovava una scuola materna. Un individuo restò all’esterno, per fare da palo. Altri due complici, tutti con volto coperto e armati di fucili, fecero irruzione all’interno dell’ufficio, costringendo i clienti a stendersi sul pavimento.

Sotto la minaccia delle armi, uno dei dipendenti, percosso alle spalle con la canna di un fucile, fu costretto a prendere le chiavi della cassaforte. Ma il direttore spiegò che l’apertura della stessa, oltre che dalle chiavi, era comandata da un dispositivo che ne ritardava l’apertura. Nel timore che da un momento all’altro potessero arrivare le forze dell’ordine, in considerazione anche di un paio di donne colte da malore, i rapinatori arraffarono le banconote in cassa, per un importo pari a circa 1200 euro. 

Vincenzo Bleve, Dario Fai e Pierpaolo Fai, erano sottoposti a indagine già da qualche mese. Da quanto appurato dagli investigatori, questi, presentandosi come esponenti della Scu, avrebbero tentato di estorcere del denaro a un imprenditore agricolo brindisino, minacciando di impossessarsi del raccolto di carciofi se tale richiesta non fosse stata soddisfatta entro tre giorni. 

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