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Cronaca

Rapinatori in trasferta da Brindisi a Venezia: quattro arresti dopo sei mesi

Gli indagati residenti nelle province di Brindisi e Lecce, accusati di essere gli autori di un colpo a Dolo il 13 ottobre 2017

Articolo in aggiornamento

BRINDISI – Eseguite all’alba di oggi, sabato 21 aprile, dai carabinieri dei comandi provinciali di Brindisi e Venezia quattro misure cautelari in carcere nei confronti di altrettante persone di Brindisi ritenute responsabili di una rapina a mano armata in una gioielleria di Dolo, messa a segno perpetrata il 13 ottobre del 2017, alle 17 circa, con modalità particolarmente cruente. Gli arrestati sono Francesco Andriola,di 39 anni, Luciano Pagano di 34 anni,  Ugo Ugolini di 32 anni  (già detenuto a Lecce), e Maurizio Cannalire di 57 anni. Le indagini sulla rapina sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Chioggia e del Nucleo investigativo di Venezia in collaborazione con quelli del comando provinciale di Brindisi. L'operazione scattata stamani all'alba è stata battezzata "Gold River".

ANDRIOLA Francesco, classe 1978-2CANNALIRE Maurizio, classe 1960-2-2Quel giorno fu presa di mira la gioielleria oreficeria "Ciach" sita in via Mazzini. Uno dei banditi entrò fingendosi cliente ma una volta dentro estrasse una pistola facendo entrare un complice che con fascette autobloccanti immobilizzò i polsi dei proprietari. I banditi furono inseguiri dal titolare di una tabaccheria e da tre giovani, ma questi ultimi furono costretti a desistere quando uno dei malviventi si girò puntando contro di loro una pistola.

PAGANO Luciano, classe 1974-2UGOLINI Ugo, classe 1975-2Gli accertamenti dei carabinieri della compagnia di Chioggia e del Nucleo investigativo si concentrarono in quelle ore sulle telecamere di sorveglianza: i due entrati nella gioielleria avevano infatti agito a volto scoperto. Un elemento che indusse i carabinieri a ritenere che potessero provenire da fuori regione.

I banditi entrati in azione avevano oltre alla pistola usata per minacciare i titolari del negozio anche due borsoni che riempirono di gioielli e contanti. nella prima fase della fuga però abbandonarono in una corte accanto ad una delle entrate del negozio i guanti di lattice che avevano utilizzato sino a pochi secondi prima.

La conferenza stampa dei carabinieri di Venezia-2

Per effettuare la rapina, uno dei banditi era entrato a volto scoperto dopo aver suonato il campanello. Non era un normale cliente perchè appena all'interno della gioielleria aggredì la proprietaria Elena Canova, 53 anni, e un operatore esperto nella manutenzione degli orologi. Ciò mentre il complice, che era dotato delle fascette autobloccanti, prima estraeva la pistola poi si dedicava alle vittime che furono legate con i polsi dietro la schiena e fatte sdraiare a terra. La fuga, dopo un primo tratto a piedi, avvenne a bordo di una Fiat Punto blu.

La gioelleria di Dolo rapinata il 13 ottobre 2017-3

In conferenza stampa, stamani, gli investigatori dell'Arma di Venezia hanno spiegato che nel gruppo di giovani che aveva inseguito i banditi c'erano due sedicenni che con grande senso del proprio dovere civico e attaccamento ai valori della legalità, dopo aver osservato dall'esterno della gioielleria cosa stesse accandendo, attirati dalle urla delle vittime e dei banditi, anche se minacciati dai rapinatori che avevano intimato loro di girare al largo, diedero l'allarme al 112, e poi si misero all'inseguimento dei malviventi, fermandosi solo di fronte alla canna della pistola spianata da uno degli autori del colpo. Pertanto i carabinieri inoltreranno al prefetto di venezia una segnalazione con proposta formale di assegnazione di una enemerenza ai due coraggiosi adolescenti di Dolo. 

La rapina registrata dal sistema di videosorveglianza

Ma sulle tracce dei banditi, che nel tratto a piedi si erano divisi, ed uno solo dei quali raggiunse l'auto nella immeditezza dei fatti,  si era lanciato anche un maresciallo dei carabinieri della tenenza locale, che tra i vicoli, in bicicletta, riuscì ad avvicinarsi alla Punto dei brindisini rilevandone il numero di targa, e fissando un ulteriore punto di partenza per le indagini. Il comandante provinciale dei carabinieri di Venezia, il colonnello Claudio Lunardo, ha detto che i rapinatori avevano effettuato un sopralluogo nell'estate precedente, quindi il colpo era stato preparato accuratamente (fruttò circa 45mila euro in preziosi).

la rapina di Dolo 2-2

Sempre secondo gli investigatori e il pm Giorgio Gava, tesi accolta dal giudice delle indagini preliminari Roberta Marchiori, Ugolini e Andriola hanno commesso materialmente la rapina. L'arma è stata rinvenuta successivamente durante un controllo nel territorio: a distanza di pochissimi giorni  dalla rapina, infatti, Andriola incappò in un controllo della Polizia Stradale a Bologna, e fu trovato in possesso di un revolver con il tamburo carico di cartucce. Anche gli altri complici, si accerterà poi, erano rimasti in zona, prima di fare rientro in Puglia.

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