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Cronaca

Rapina Ipercoop, uno degli indagati liberato e arrestato di nuovo

Francesco Colaci, 23 anni, di Brindisi, accusato dell'assalto armato alla gioielleria del 3 dicembre 2014, era tornato in libertà venerdì: il Riesame non aveva depositato le motivazioni nel termine di 45 giorni, il pm ha ottenuto il ripristino dell'ordinanza

BRINDISI – Scarcerato venerdì e arrestato di nuovo lunedì scorso per l’assalto armato del 2014 alla gioielleria Follie d’Oro dell’Ipercoop di Brindisi: Francesco Colaci, 23 anni, brindisino, è stato rimesso in libertà perché il Tribunale del Riesame non aveva depositato le motivazioni del rigetto dell’istanza presentata dal difensore Mauro Durante nel termine dei 45 giorni, ma è finito in carcere dopo tre notti per effetto del ripristino della misura cautelare eseguito dagli agenti della Mobile.

Francesco Colaci-2Lunedì il sostituto procuratore Milto Stefano De Nozza, titolare del fascicolo d’inchiesta sulla rapina del 3 dicembre 2014, ha chiesto e ottenuto dal gip Maurizio Saso, la rinnovazione dell’ordinanza di custodia cautelare dell’11 maggio scorso, la stessa che ancora mantiene in carcere altri tre brindisini, indagati con accusa identica a quella mossa nei confronti di Colaci: Cristian Ferrari, 23 anni, l’unico ad aver ammesso la partecipazione al colpo rendendo confessione davanti ai giudici del Riesame, e Angelo Sinisi e Antonio Di Lena, entrambi 29 anni.

Per Colaci (nella foto accanto), Sinisi e Di Lena, il Tribunale ha depositato nei termini le motivazioni alla base del rigetto delle istanze presentate dai difensori che chiedevano l’attenuazione della misura con il riconoscimento dei domiciliari. Per Colaci, invece, sono andati oltre il termine e di conseguenza l’ordinanza ha perso la sua efficacia portando alla scarcerazione dell’indagato che nel pomeriggio di venerdì ha fatto ritorno nella sua abitazione, a Brindisi dove ha trascorso il fine settimana.

Il lunedì successivo gli agenti della Mobile diretti dal vice questore Alberto Somma si sono presentati a casa di Colaci per notificare il provvedimento di arresto firmato dal gip, nel quale sono state evidenziate le stesse esigenze cautelari che hanno portato all’ordinanza dell’11 maggio: reiterazione del reato, pericolo ritenuto attuale e concreto. In aggiunta ai gravi indizi costituiti dal Dna, ricavato da tracce rilevate su un paio di guanti trovati nell’auto usata per il colpo, una Giulietta Alfa Romeo, rubata a Carovigno.

La difesa dell’indagato, affidata all’avvocato Mauro Durante, ha già anticipato un nuovo ricorso al Riesame: ad avviso del penalista non ci sono nuove esigenze cautelari, straordinarie rispetto a quelle già contenute nella precedente ordinanza. L’avvocato aveva già contestato i gravi legati al profilo genetico sottolineando che si tratta di  impronte miste attribuite a Ferrari e a Colaci. Quella traccia mista per il difensore ha una spiegazione, se si considera che l’indagato usa guanti facendo motocross, per cui non sarebbe possibile arrivare alla matematica certezza della partecipazione del ragazzo al colpo alla gioielleria dell’Ipercoop.

Per quell’assalto sono stati notificati gli avvisi di proroga delle indagini a conferma del fatto che il pm intende arrivare all’autista del gruppo e a quanti hanno offerto collaborazione consegnando o prendendo in custodia le armi e occupandosi della ricettazione del bottino, di valore pari a centomila euro. Né le armi, né il bottino sono stati trovati. La gioielleria Follie d’Oro è stata nuovamente presa di mira domenica scorsa da due giovani in scooter, un Liberty, che sembra corrispondere a quello usato nella rapina avvenuta lo scorso mese di giugno ai danni della tabaccheria di piazza Dante a Brindisi. 

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