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Cronaca

“Buco nel muro delle poste: volevamo fare un furto, non una rapina”

I brindisini Giuseppe Niccoli, Salvatore Quinto e Oronzo Sgura restano nel carcere di Lecce dopo l’arresto dei carabinieri. Il gip: “Avevano organizzato una rapina perché avevano pistola”

LECCE – “E’ vero che abbiamo fatto un buco nel muro, ma non per fare una rapina alle poste: ci eravamo organizzati per un furto. Dovevano entrare nella filiale di Cannole al mattino presto, abbiamo sentito voci e a quel punto abbiamo cambiato idea”.

La convalida e l’accusa

NICCOLI GIUSEPPE ROBERTO-2Restano in carcere l’accusa di tentata rapina aggravata, in concorso, i tre brindisini arrestati a Cannole dai carabinieri: Roberto Giuseppe Niccoli (nella foto accanto), 61 anni, nato e residente in città; Salvatore Quinto, 53, nato e residente in città (sono parenti) e Oronzo Sgura, 57, di Ostuni. Interrogati, hanno ammesso il piano precisando di aver organizzato non già una rapina, ma un furto. Differenza che non ha trovato condivisione in sede du udienza di convalida.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Edoardo D’Ambrosio, ha convalidato l’arresto confermando la contestazione mossa dai militari sabato scorso, 13 aprile 2019. Così come sostenuto dal pubblico ministero Donatina Buffelli, i tre avevano progettato una trasferta nel Salento, dopo alcuni sopralluoghi, sino a scegliere l’ufficio postale di Cannole: la circostanza che sia stata trovata un’arma, una pistola giocattolo, tanto secondo il pm, quanto per il gip, è indicativo del fatto che i tre brindisini avevano programmato una rapina. Il piano, secondo questa ricostruzione, doveva scattare all’arrivo del direttore della filiale. “Laundry Wall”, l’hanno ribattezzato i carabinieri.

Il gip, quindi, ha contestato  la detenzione della pistola. I tre sono accusati anche di ricettazione dell’auto usata per raggiungere il comune di Cannole, una Lancia Y. In aggiunta ai gravi indizi, ha ritenuto sussistente il pericolo di reiterazione del reato, anche tenuto conto dei precedenti dei tre definiti nel provvedimento di applicazione della custodia cautelare in carcere “socialmente pericolosi”.

Gli interrogatori e la difesa

QUINTO SALVATORE-2I difensori dei tre indagati hanno anticipato il ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere l’attenuazione della misura cautelare, con il riconoscimento degli arresti domiciliari. Per Niccoli l’istanza sarà presentata dall’avvocato Danilo Di Serio, per Quinto (foto al lato) da Giacomo Serio e per Sgura (foto in basso) da Serafino De Bonis.

Niccoli, in particolare, si è assunto la paternità dell’idea di forare la parete di una casa disabitata, confinante con i locali della filiale delle Poste Italiane. In tal modo sarebbe stato possibile entrare. “Lo abbiamo fatto la sera precedente”, avrebbe detto al gip.

“La mattina dopo sono tornato attorno alle 7,30, ma ho sentito voci di persona e a quel punto me ne sono andato. I carabinieri mi hanno fermato sulla tangenziale per Brindisi”.

La ricetrasmittente per evitare le intercettazioni

SGURA ORONZO-2E’ stato bloccato attorno alle 7,45.  In auto aveva una ricetrasmittente per comunicare con i due complici. Probabilmente per evitare di finire sotto intercettazione. Precauzione che non è servita ad evitare di finire nella rete dei carabinieri.

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