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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Rapine, intercettati ai colloqui

SAN PIETRO VERNOTICO – La banda delle rapine che da novembre a febbraio scorso ha funestato i territori del Brindisino e del Leccese seminando terrore tra commercianti e gestori di stazioni di servizio, potrebbe essere stata definitivamente sgominata. Dopo l’arresto di due presunti componenti del gruppo armato di febbraio scorso (Ciarli Screti di San Pietro Vernotico e Daniele De Leo di Brindisi), questa notte, su ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati, i carabinieri di Campi Salentina hanno arrestato il pregiudicato sanpietrano Cosimo Fina, detto “il biondo”, di 42 anni, il sanpietrano Giuseppe Cazzetta detto “Pitrizzi” di 32 e il brindisino Vito Simone Ruggiero di 22.

SAN PIETRO VERNOTICO – La banda delle rapine che da novembre a febbraio scorso ha funestato i territori del Brindisino e del Leccese seminando terrore tra commercianti e gestori di stazioni di servizio, potrebbe essere stata definitivamente sgominata. Dopo l’arresto di due presunti componenti del gruppo armato di febbraio scorso (Ciarli Screti di San Pietro Vernotico e Daniele De Leo di Brindisi), questa notte, su ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati, i carabinieri di Campi Salentina hanno arrestato il pregiudicato sanpietrano Cosimo Fina, detto “il biondo”, di 42 anni, il sanpietrano Giuseppe Cazzetta detto  “Pitrizzi” di 32 e il brindisino Vito Simone Ruggiero di 22.

I tre, insieme agli altri due complici, sono sospettati di 12 rapine commesse nei paesi delle province di Brindisi e Lecce. Di queste 8 sono state perpetrate nel Brindisino. Al momento sono accusati di “porto di arma alterata” e “ricettazione di arma e auto oggetto di furto”. L’auto, una Fiat Uno rubata a Cellino San Marzo e l’arma, un fucile a canne mozzate rubato a San Michele Salentino, sono state poste sotto sequestro. A casa di Ciarli Screti, durante una perquisizione è stata trovata una cartuccia compatibile con il fucile oggetto di sequestro.

I carabinieri di Campi Salentina, coordinati dal capitano Simone Puglisi, insieme ai colleghi di Cellino San Marco, hanno messo a posto i tasselli che hanno portato all’arresto della presunta banda delle rapine, pian piano e con una serie di investigazioni minuziose e accurate. Fondamentali sono state le intercettazioni ambientali in carcere dei due arrestati di febbraio scorso (De Leo e Screti) delle conversazioni con i loro famigliari. In queste occasioni, infatti, i due indagati, parlando con le loro conviventi e sorelle, hanno fatto i nomi degli altri tre complici.

L’operazione che ha portato all’arresto di Fina, Cazzetta e Ruggiero è stata denominata “Gubbia” in riferimento al casolare utilizzato come nascondiglio dove la banda aveva occultato l’arma e l’auto che presumibilmente ha utilizzato per mettere a segno le rapine. Tutto ha avuto inizio a novembre scorso quando la strada provinciale che collega Campi Salentina a Cellino San Marco fu teatro di un inseguimento tra rapinatori e carabinieri. In quell’occasione fu abbandonata nelle campagne una Fiat Croma e i suoi occupanti si dileguarono nelle campagne circostanti.

Nei mesi successivi la zona fu setacciata e a febbraio i carabinieri di Campi Salentina trovarono in un casolare abbandonato una Fiat Uno di colore grigio al cui interno era occultato un passamontagna, un fucile  canne mozze e resti di un registratore di cassa (gli scontrini presenti all’interno dell’apparecchio riportavano la ragione sociale di un supermercato di San Donaci).

I militari sorvegliarono il casolare fino a quando chi aveva nascosto quell’auto non si fece vivo. Era la sera del 9 febbraio scorso. Intorno alle 19 giunse una Fiat Punto con all’interno cinque individui. I carabinieri si fiondarono sulla vettura ma riuscirono ad acciuffarne solo due. Ciarli Screti , bloccato sul posto e Daniele De Leo, rinvenuto qualche ora dopo nelle campagne di Squinzano. Gli altri si dileguarono.

I due arrestati, durante le visite in carcere dei loro parenti, le cui conversazioni sono state intercettate e registrate dai carabinieri, hanno fatto il nome dei loro tre complici durante i colloqui: “Daniele”, “Il Biondo” e “Pitrizzi”.

“Mi hanno abbandonato…pisciaturi li ho chiamati, e bastardi…pisciaturi bastardi mi state abbandonando? Non ce la stavo facendo, quando mi alzavo così e cadevo”, si legge in uno stralcio di intercettazione della conversazione tra Daniele De Leo e la sua convivente Deborah, in cui il ragazzo sta raccontando le fasi della fuga dopo l’irruzione dei carabinieri. “Simone faceva “alzati che è finito il fango, alzati, il fango è finito”… “Simò aiutatemi” dicevo  “aiutatemi che non ce la sto facendo” ormai li avevamo seminati, i carabinieri non ci stavano più.

I militari hanno poi accertato che “Simò” era l’arrestato di oggi Vito Simone Ruggiero. “I carabinieri stavano già appostati là e ci stavano aspettando, lui con la macchina (riferito a Ciarli Screti, ndr) noi siamo scappati a piedi e lui è rimasto nella macchina e lo hanno preso. Capito? Simone è scappato, ci eravamo allontanati assai, mi avrebbero potuto aiutare, mi avrebbero preso ed ero scappato insieme a loro…a quello li accollano per  forza tutte cose perché stava là”.

Il dieci febbraio scorso, Cosimo Fina, sottoposto al regime di sorveglianza con obbligo di non lasciare il territorio di San Pietro Vernotico, fu trovato a Casalabate (marina di Lecce) e arrestato per evasione. Anche lui insieme a Giuseppe Cazzetta compare nelle intercettazioni ambientali delle conversazioni in carcere tra Ciarli Screti e una sua parente di nome Anna.

Le indagini da parte dei militari dell’arma non si sono concluse e non si esclude che nei prossimi giorni non portino a nuovi arresti. Potrebbe essere, infatti, che la banda delle rapine sia composta da altri complici. Al momento, in cinque, si trovano in carc

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