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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Rapine in gioielleria e tabaccherie: quattro condanne, una parte civile

Imputati: Teodoro Valenti, assolto per il colpo in via Tevere; Roberto Nigro; Emilio Valenti e Antonio Mangiulli

BRINDISI – Quattro brindisini sono stati riconosciuti colpevoli con sentenza del Tribunale dopo gli arresti per le rapine consumate nella gioielleria Fischetti, nel Compro e in due tabaccheria, una via Tevere, sempre a Brindisi, l’altra a San Vito dei Normanni. Per l’accusa avrebbe fatto parte della Banda della Croma.

Le condanne in abbreviato

Emilio ValentiLa pena più alta è stata inflitta a Emilio Valenti, condannato a otto anni e cinque mesi di reclusione più 2.800 euro di multa, al netto della riduzione di un terzo concessa per aver scelto il giudizio abbreviato,  “allo stato degli atti”, alternativo al dibattimento. Per Valenti, 25 anni, il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a  otto anni di reclusione. Il gup Giuseppe Biondi ha riconosciuto la continuazione fra i reati contestati: la tentata rapina nella gioielleria Fischetti in corso Garibaldi la sera del 25 gennaio 2017, seguita – a distanza di poco – dal colpo nella tabaccheria di via Tevere, quartiere Perrino, nel corso della quale uno dei componenti del gruppo, secondo l’accusa, avrebbe puntato il fucile contro uno dei carabinieri intervenuti. L’imputato è stato riconosciuto colpevole anche della rapina consumata nel Compro Oro di viale Sicilia, rione Commenda, di Brindisi, il 5 gennaio 2017. Bottino pari a quattromila euro. Il Tribunale, infine, lo ha condannato per la rapina nella tabaccheria di via XXV Luglio a San Vito dei Normanni, il 23 gennaio 2017. Azione che fruttò 12.454,80, somma contenuta nel registratore di cassa.

Teodoro ValentiE’ stato condannato alla pena di sei anni, otto mesi e venti giorni, più 1.667 euro di multa Teodoro Valenti, con esclusione della rapina consumata nella tabaccheria di via Tevere “per non aver commesso il fatto”. L’imputato, 44 anni, è lo zio di Emilio Valenti. Il rappresentante della pubblica accusa aveva chiesto la condanna alla pena di sette anni.

Condannato, infine, Roberto Nigro, a sette anni e quattro mesi di reclusione, più 1.800 euro di multa. Per Nigro, 50 anni, il gup del Tribunale di Brindisi ha aderito al conto, in nome della giustizia, presentato dal pm in occasione della scorsa udienza.

La difesa

NIGRO Roberto, classe 1967-3I difensori degli imputati hanno anticipato la volontà di ricorrere in Appello. Nel collegio difensivo ci sono gli avvocati: Giuseppe Guastella, Paolo Valzano, Francesco Cascione e Giovanni Brigante.

Emilio Valenti e Teodoro Valenti sono ristretti in carcere, mentre Nigro nel frattempo è stato trasferito in una comunità, dopo gli arresti eseguiti il 28 settembre 2017. Tutti e tre, inoltre, sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e a quelle di mantenimento in carcere. Sono stati dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e interdetti legalmente per la durata della pena.

La parte civile e il risarcimento del danno

Con la sentenza, il gup Giuseppe Biondi, ha condannato Teodoro Valenti ed Emilio Valenti, “in solido al risarcimento dei danni in favore della costituita parte civile”, vale a dire il titolare del Compro Oro preso di mira. La somma a titolo di ristoro dovrà essere definita in sede civile

Il patteggiamento

MANGIULLI Antonio, classe 1990-2Il gup ha accolto la richiesta di patteggiamento per Antonio Mangiulli, arrestato anche lui e tutt’ora in carcere: quattro anni e otto mesi. La pena è stata riconosciuta congrua dal giudice per l’udienza preliminare, dopo il concordato tra il pubblico ministero, titolare del fascicolo d’inchiesta, e il difensore dell’imputato, Simona Ermanno. Nel conteggio della pena, sono stati inseriti tutti i capi di imputazione legati alle rapine.

Le fonti di prova e la Fiat Croma

Alla base della sentenza di condanna ci sono prove ritenute granitiche essendo costituite dal Dna e da intercettazioni, sia telefoniche che ambientali. L’auto usata, la Fiat Croma, è risultata rubata a Mesagne il 21 gennaio 2017. Venne trovata bruciata la sera del 25 gennaio, nei pressi dello scalo ferroviario di San Vito dei Normanni e secondo l’accusa, l’incendio sarebbe stato appiccato da Nigro. All’interno rimase il fucile a canne mozzate. 

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