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Cronaca

Rifiuti, la Provincia diffida Formica: “Discarica in violazione dell’Aia”

“Superato anche il limite massimo per il conferimento giornaliero: 10 giorni per le azioni correttive”. Nel sito anche scarti dell’Ilva. Consales dopo la richiesta danni di Nubile: “Risponderanno i nostri avvocati, quel contratto è da risolvere”

BRINDISI – Storia senza fine quella dei rifiuti e delle discariche brindisine: ora la Provincia ha diffidato la società Formica dal continuare a gestire la discarica di sua proprietà “in difformità delle prescrizioni contenute nell’Aia”, assegnando dieci giorni di tempo per le azioni correttive in grado di superare i rilievi mossi dall’Arpa, tra i quali anche il superamento della quantità massima di rifiuti conferiti giornalmente.

La  diffida. La nota è del 25 settembre scorso e porta la firma del dirigente del settore Ambiente dell’Ente, Pasquale Epifani, al quale il 22 settembre, è stato notificato l’avviso di conclusione dell’inchiesta sull’altra discarica, quella di Autigno, di proprietà del Comune di Brindisi e gestita dalla società Nubile assieme all’impianto di Cdr, per omissione d’atti d’ufficio in relazione al presunto inquinamento della falda acquifera.

L’ipotesi di reato è stata contestata, come si ricorderà, ad altre sei persone, tre dirigenti dell’amministrazione cittadina, Fabio Lacinio, attuale funzionario tecnico dell’Oga, Pietro Cafaro e Francesco Di Leverano, nonché all’amministratore unico della Nubile Luca Screti e al direttore Giuseppe Masillo e al dirigente dell’Arpa Puglia, Anna Maria D’Agnano.

L’Arpa. Ed è proprio dall’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente che sono partiti i rilievi, dando avvio a una comunicazione di prassi, stando alle disposizioni di legge in materia, da leggere con la dovuta cautela per non creare allarmismi visto che Autigno è sotto sequestro dallo scorso  5 maggio per contaminazione delle acque di falda e il sito di proprietà di Formica ospita – previo accordo tra le parti – i rifiuti abbancati nell’impianto di Cdr, dove gli stessi funzionari dell’Arpa si sono affacciati qualche giorno fa, dopo i sopralluoghi dei vigili del fuoco e dei dirigenti della Asl, da cui è scaturita la sospensione del certificato antincendio per il superamento del rischio di focolari al di sopra del limite consentito, legato a un sovraccarico di rifiuti.

Stando alla documentazione, spedita per opportuna conoscenza ai carabinieri del Noe di Lecce, e alla Procura di Brindisi, il Dap dell’Arpa ha “trasmesso la relazione contenente gli esiti della verifica ispettiva condotta a partire dal 17 dicembre 2012 presso la discarica Formica Ambiente”, si legge nella diffida nella quale sono ricordate anche le note della Polizia provinciale e le comunicazioni della società a proposito della relazione annuale relativa alla gestione dell’impianto per il 2014.

I rilievi. Cosa è stato accertato? Prima di tutto sette violazioni a prescrizioni contenute nell’Autorizzazione integrata ambientale, a partire dall’impianto di trattamento dei rifiuti pericolosi, regolarmente autorizzato ma non realizzato “nei 18 mesi prescritti”, per passare alla mancata realizzazione della rete di captazione del biogas in fase di gestione operativa e al sistema di tracciabilità dei rifiuti sino a comprendere il piano di monitoraggio e controllo. Sono state contestate, inoltre, “violazioni alla normativa ambientale e il mancato rispetto del progetto approvato”.

Tra i rilievi inseriti in elenco anche quello legato alla quantità di rifiuti conferiti: “La Polizia provinciale ha accertato che in discarica sono stati conferiti tra il 31 agosto e l’11 settembre 2015 mediamente 750 tonnellate al giorno, con punte di mille il 2 settembre analogamente a quanto avvenuto nel periodo tra il 5 e il 17 agosto 2015”. Mentre negli elaborati progettuali che costituiscono parte integrante del provvedimento di rilascio dell’Aia è stato stabilito un conferimento giornaliero di circa 300-400 tonnellate con un massimo di 60mila l’anno.

“Nel medesimo rapporto conclusivo delle attività di controllo ordinario condotte dall’Arpa si rivelano aspetti per i quali sarebbe necessario il provvedimento di Aia, con nuove prescrizioni o chiarimenti e richiedere al gestore ulteriori documenti, fra i quali le determinazioni analitiche dei rifiuti provenienti da Ilva spa e ammessi in discarica e le schede tecniche dei pozzi di monitoraggio e delle pompe installate negli stessi”, si legge sempre nella nota della Provincia.

Per l’amministrazione sono necessarie, quindi, una serie di azioni correttive, da qui la diffida con assegnazione del “termine massimo di dieci giorni a decorrere dalla ricezione” della nota. Non solo. “Essendo decorso il termine entro cui il gestore avrebbe dovuto realizzare l’impianto di trattamento dei rifiuti pericolosi senza che i lavori siano stati avviati, l’autorizzazione deve intendersi definitivamente decaduta”. E ancora: “Si fa presente che dagli atti dell’ufficio non risulta sia stato mai rilasciato dal Comune di Brindisi il permesso  costruire per l’ampliamento della discarica né per la realizzazione dell’impianto di trattamento”.

Nubile e Comune. Sul fronte dei rapporti tra il capoluogo, i Comuni dell’Oga e la ditta Nubile, il 30 settembre è stata convocata l’assemblea dell’Organo di governo d’ambito per assumere la decisione finale sul contratto con il privato: risoluzione è la strada tracciata dal Comune di Brindisi, dopo aver tentato quella della transazione, non solo per effetto della contestazione dei sindaci dell’Aro 1, presieduto da Salvatore Ripa primo cittadino di San Pancrazio Salentino, ma soprattutto sull’onda dell’intervento della Procura con la notifica degli avvisi di conclusione delle indagini il 22 settembre scorso.

Lo stesso giorno i legali della Nubile Srl hanno scritto anticipando la volontà di procedere sul piano civile per chiedere un risarcimento dei danni per “almeno 40 milioni di euro”, agganciando l’istanza allo stesso avviso firmato dal pm perché “la discarica di Autigno non poteva essere messa a bando”. La risposta del sindaco Consales non si è fatta attendere: “Nubile può chiedere quello che vuole, noi abbiamo fatto quello che andava fatto. Prima non lo so, non c’ero”, dice. “In ogni caso, alle richiesta della ditta risponderanno i nostri legali”.

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