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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Tap: forzato il blocco degli attivisti, tensione alle stelle a Melendugno

Le forze dell'ordine hanno aperto un varco per permettere l'ingresso di operai e mezzi nel cantiere in cui è in corso l'espianto degli ulivi, dove passerà il gasdotto

MELENDUGNO (Lecce) - Continua la lotta sulla Tap, il segmento finale del gasdotto di 3500 km che trasporterà il gas naturale dell’Azerbaijan in Italia. Da giorni ormai è presente un presidio fisso di contestatori nell’agro di Melendugno, in località San Foca, dove il gasdotto dovrebbe approdare dopo aver attraversato l’Adriatico. Ci si aspettava un’altra giornata di stallo davanti al cantiere, ma nel frattempo è arrivato il via libera dal ministero dell’Ambiente all’espianto di 211 ulivi sul tracciato del gasdotto, dopo che il Consiglio di Stato ha respinto gli appelli proposti dal Comune di Melendugno e dalla Regione Puglia nei confronti della sentenza del Tar (l’udienza di discussione si era tenuta il 9 marzo) sul Tap-Trans Adriatic Pipeline. 

Così, intorno alle 7 di questa mattina, la situazione si è surriscaldata. Le forze dell’ordine, schierate in assetto antisommossa, hanno infatti forzato il blocco di attivisti, aprendo un varco per permettere l’ingresso di operai e mezzi.

Il percorso stabilito per il gasdotto prevede che le condutture si colleghino all’hub della rete nazionale di Mesagne, attraversando quindi 60 km di territorio perlopiù coltivato ad ulivi. L’opera ha incontrato sin da subito le resistenze del territorio, con il sindaco di Melendugno, Marco Potì, sempre in prima linea. Era stato proprio quest’ultimo, insieme alla Regione Puglia, a fare ricorso contro la decisione del Tar del Lazio sulla legittimità dell’autorizzazione unica del ministero dello Sviluppo economico. Un ricorso respinto proprio ieri dal Consiglio di Stato, che ha ritenuto valida la Valutazione d’impatto ambientale data dalla Commissione Via.

Gli attivisti No-Tap, insieme ai sindaci del territorio e alla Regione, contestano la scelta di San Foca come punto d’approdo, sostenendo che l’infrastruttura deturperebbe una delle zone più rinomate e pregevoli della costa adriatica. 

Proprio il governatore Michele Emiliano aveva avanzato il dubbio che il proseguimento dei lavori potrebbe rovinare l’intera stagione turistica. “Imporre i lavori alla popolazione è la maniera più sbagliata di fare politica, e la migliore per favorire chi cerca pretesti per fare disordini”, ha dichiarato Emiliano, aggiungendo che “il Comune di Squinzano ha già dato la disponibilità ad ospitare l’approdo di Tap”. Un’ altra delle proposte di approdo alternativo riguardava l’area industriale di Brindisi, più vicina allo snodo di Mesagne.

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