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Cronaca

Riscoprite la bellezza di Brindisi come se a guardarla fosse un bambino

Voi, uomini di mare, gente comune e amministratori, provate per un attimo a chiudere gli occhi e riaprirli come se fossero quelli di un bambino, almeno per una volta, per favore

Davide vive in un’altra città di mare. La prima cosa che fa appena arriva qui, prima ancora di salutare tutti, è affacciarsi sul porto. Lo fa ogni volta con lo stesso stupore. Controlla la situazione, quanti rimorchiatori sono ormeggiati, se è in funzione Dominique o Andrea, se è arrivato il cargo, se esce un pescatore o un diportista.

Prima tappa: andare in centro in motobarca, un saluto e due chiacchiere con Ugo, un controllo a plancia e timone, e una volta scesi percorrere lentamente il lungomare. 

Seconda tappa: posizione strategica all'altezza del Betty per guardare il castello e controllare gli ingressi in porto dal canale Pigonati, da quel punto si intravedono anche le navi ormeggiate a Costa Morena. Ore trascorse seduto sul molo a cercare, guardare, memorizzare, cose che nemmeno io vedevo - Davide andiamo? No, aspetta ancora un attimo - Se poi rientra in porto un rimorchiatore corsa obbligata fino alle Sciabiche per controllare la manovra di ormeggio. 

Terza tappa: stazione marittima, con vani tentativi di vedere da vicino le navi da crociera o l'Agoudimos sequestrata in questi anni, perché l’accesso non è consentito. Si accontenta di pilotine e pescherecci che rientrano a fine giornata. 

Quarta tappa: Sant'Apollinare, fino a quando ho dovuto dirgli che hanno vietato l'accesso al pubblico per lavori. Dalla spiaggia la visione del porto si completa, il castello è più vicino, si intravede il mare aperto e l'orizzonte. Con Pino e il suo gozzo siamo arrivati fin lì più volte, aveva sette anni quando ci ha portato in giro per il porto, lui, Davide, che a imparare a timonare ci ha messo un attimo. 

E poi la diga, la costa e il mare aperto fino ad Apani. Questa storia si ripete da anni. Ad ogni partenza sono lacrime, ogni contatto successivo è una richiesta di sapere cosa succede qui, in questa città di mare. E nel mio riferire ometto furti e rapine, strade che puzzano, luoghi deserti, il lavoro che non c’è, false nuvole grigie, danni e soprusi di una politica assente.

Voi, uomini di mare, gente comune e amministratori, provate per un attimo a chiudere gli occhi e riaprirli come se fossero quelli di un bambino, almeno per una volta, per favore.  

Uscite, prendete la motobarca in una giornata di sole e ripassate la bellezza di una terra che ci appartiene.  

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