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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca San Pietro Vernotico

Settimana corta nelle scuole, i genitori si oppongono ma viene approvata

Caos sulla "settimana corta" nelle scuole primarie sanpietrane. La maggior parte dei genitori non è d'accordo ma viene approvata ugualmente, scatta la polemica. Una mamma, rappresentante di istituto e consigliere comunale di minoranza chiede chiarezza e porta la questione in consiglio comunale. Ma resta irrisolta

SAN PIETRO VERNOTICO – Caos sulla “settimana corta” nelle scuole primarie sanpietrane. La maggior parte dei genitori non è d'accordo ma viene approvata ugualmente, scatta la polemica. Una mamma, rappresentante di istituto e consigliere comunale di minoranza, Maria Lucia Argentieri, chiede chiarezza e porta la questione in consiglio comunale. Ma resta irrisolta e la protesta continua. In più l'orario settimanale delle lezioni viene ridotto da 30 a 27 ore.

“La questione è stata affrontata già a fine dicembre ma nessuno ha voluto prendere in considerazione i dissensi di molti genitori. È stata approvata dal consiglio comunale nonostante erano state raccolte 300 firme che si opponevano a questo sistema di articolazione delle lezioni – precisa la consigliera – così il 27 giugno scorso ho inviato, a nome dei 300 genitori, al dirigente dell’Istituto Comprensivo, Loreta Chirizzi, di San Pietro Vernotico (di cui fanno parte le scuole dell'infanzia, primarie e secondarie, ndr) al presidente del Consiglio d’istituto, il consigliere di maggioranza Maurilio Marangio, all’Ufficio provveditorato provinciale, all’Ufficio scolastico regionale per la Puglia, al sindaco del Comune di San Pietro Vernotico (Pasquale Rizzo), una nota in cui ho fatto presente che il 29 maggio scorso il consiglio d'istituto aveva deliberato favorevolmente l’attivazione dell’articolazione dell'orario scolastico su 5 giorni senza aver rispettato alcuni passaggi dovuti. Non c'è stato un percorso democratico e trasparenteMaria Lucia Argentieri-2 né tanto meno una informazione capillare che portasse alla conoscenza di tutte le famiglie la proposta del dirigente scolastico”, precisa la Argentieri.

“E' stata deliberata questa decisione senza tenere conto delle esigenze del territorio. Anche lo stesso provveditore mi ha spiegato che di solito la decisione sulla settimana corta parte dalle famiglie e non dalle scuole. Ma qui le esigenze dei genitori non sono per niente state rispettate. Ne è testimonianza il risultato, per altro non attendibile perchè diffuso in modo sbagliato, delle consultazioni attivato da alcuni rappresentanti di classe: 22 per cento favorevoli, 32 per cento contrari, 46 per cento astenuti; dove il 46 per cento degli astenuti riguarda famiglie che non sono state coinvolte. Nonostante questo, poi, la settimana corta è stata approvata”.

I genitori “non favorevoli” si chiedono a che titolo si adottano decisioni in merito alla proposta “nonostante manchi un percorso chiaro ed esaustivo, attraverso un referendum, con i mezzi che una scuola, quando vuole sa attivare, rispettando anche la volontà dei genitori in rapporto ai propri bisogni familiari, lavorativi e sociali”.

“Alla luce di questi dati, il presidente del Consiglio d’istituto, garante del corretto svolgimento dello stesso, nonché rappresentante dei genitori non ha preso atto delle risultanze poco chiare e non rispettose della volontà di tutti, procedendo all’approvazione della settimana corta, quando sarebbe stato quanto mai opportuno mettere in discussione tutto il procedimento riguardante il tema in oggetto definito nel Consiglio d’istituto”, continua l'amministratrice.

“I genitori si preoccupano anche del fatto che non è nemmeno stata fatta chiarezza sull’offerta formativa con l’articolazione dell’orario scolastico sui 5 giorni e si chiedono perché mai dal prossimo anno invece che di trenta ore settimanali l’orario sarebbe di 27 ore settimanali, che di conseguenza con la settimana corta, diminuiranno ulteriormente. Ai bambini verrano fatti fare 20 minuti di lezione in più, invece si dovrebbe ad esempio attivare un servizio mensa, tenerli a scuola anche nel pomeriggio e fargli fare attività didattica, magari anche i compiti in modo da renderli liberi per le attività sportive pomeridiane”.

Comune di San Pietro Vernotico“Sorge il dubbio che l’amministrazione comunale, titolare delle strutture scolastiche, e l’assessorato alla Pubblica istruzione, preposto al buon funzionamento della scuola, non siano a conoscenza di quanto determinato, probabilmente non sono stati coinvolti in questo percorso ma saranno sicuramente chiamati a intervenire successivamente per le proprie competenze”.

“Deve essere fatta chiarezza da parte delle istituzioni affinché sia garantita la condivisione, la trasparenza e la democraticità come proprio la Scuola dovrebbe insegnare”.

La questione, poi, poiché irrisolta, è stata portata attraverso un'interrogazione, nel consiglio comunale del 25 luglio scorso, (protocollata il 27 giugno), dove si sono presentati anche alcuni genitori non favorevoli alla settimana corta. Ma anche questa iniziativa non è servita.

“Il sindaco non ha affrontato la questione in consiglio comunale, ha spiegato ai genitori presenti che erano andati inutilmente, che ha trenta giorni di tempo per affrontare l'interrogazione e che la questione non era stata inserita nell'ordine del giorno – so bene che il regolamento comunale prevede la risposta all’interrogazione “entro” trenta giorni, mi chiedo cosa cambia rispondere due giorni prima, (25 luglio), “oltre” non significa non poter rispondere prima, tutt’al più non dopo. Soprattutto perché il sindaco era a conoscenza della questione già da tempo in quanto il presidente del Consiglio d’Istituto è un suo consigliere di maggioranza inoltre l’oggetto dell’interrogazione a mio avviso è di estrema urgenza visto che, i tempi sarebbero stati corti rispondendo dopo le vacanze a ridosso dell’apertura della scuola, ammesso poi che si faccia un consiglio comunale prima di settembre”.

“A conclusione voglio ricordare al sindaco che tra le sue competenze di primo cittadino c’è quella di intervenire qualora sorgano questioni di carattere collettivo nella sua comunità. Vogliamo che quella delibera venga bloccata, se il sindaco non si esprimerà in merito continueremo nella nostra battaglia”. 

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