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Cronaca

La barca a vela incagliata saccheggiata dagli sciacalli. Oggi il recupero

Sono partite oggi 2 ottobre e si sono concluse le operazioni di recupero di “Tabaluga”, la barca a vela arenatasi domenica notte a circa 20 metri dalla costa brindisina, in località Acque Chiare. Purtroppo l’imbarcazione, battente bandiera tedesca, ha subito, in due momenti distinti, due saccheggi, atti di sciacallaggio che hanno, in parole povere, spogliato la barca di tutto il trasportabile

BRINDISI - Sono partite oggi 2 ottobre e si sono concluse le operazioni di recupero di “Tabaluga”, la barca a vela arenatasi domenica notte a circa 20 metri dalla costa brindisina, in località Acque Chiare. Purtroppo l’imbarcazione, battente bandiera tedesca, ha subito, in due momenti distinti, due saccheggi, atti di sciacallaggio che hanno, in parole povere, spogliato la barca di tutto il trasportabile. Sul volto dello skipper di nazionalità tedesca, presente durante le operazioni, tutta la rabbia e la delusione di chi vede un proprio bene depredato: gli sciacalli hanno colpito martedì notte a 48 ore dall’incidente, portandosi via tutta la strumentazione elettronica e suppellettili, tornando la notte successiva per finire il lavoro e far sparire il tender e il suo fuoribordo.

La barca a vela naufragata-2-2Lo skipper, impegnato in un giro del Mediterraneo in solitaria, non ha potuto far altro che constatare il furto e denunciare il tutto alle autorità competenti. E intanto la nostra città regala un altro momento “indimenticabile” a chi, per un motivo o per altro, si trova a passare; basta ricordare la brutta esperienza vissuta, il 10 agosto scorso, da padre e figlio di Monza, impegnati in un giro dell’Adriatico in kayak, che ebbero la malaugurata idea di fermarsi sul nostro litorale per una pranzo veloce, lasciando il kayak tra Punta Penne e Punta del Serrone e raggiungendo un lido poco distante.

Tempo un’ora e, al loro rientro, trovarono al posto del kayak solo un’impronta sulla sabbia. Certo, c’è da dire che una parte di cittadinanza condannò il gesto, moltissimi i messaggi di solidarietà e denuncia, qualche associazione locale si fece avanti, proponendo di ricomprare il mal tolto, sfortunatamente non sappiamo se, alla fine, la proposta abbia avuto un seguito, ma tant’è che del kayak, dei borsoni e del progetto di raggiungere in serata Otranto non rimase nessuna traccia, tutto scomparso, tranne lo sguardo dei due quando si sono resi conto che l’avventura sognata tutto l’anno era destinata a non concludersi anticipatamente.

Uno sguardo di delusione, lo stesso disegnato sul volto dello skipper tedesco mentre osserva la sua barca completamente saccheggiata. E dire che aveva passato la notte in tenda sulla falesia per non lasciare la barca incustodita. La cosa che più fa pensare, che dovrebbe far riflettere, è come tutti, alla notizia dei furti avvenuti a bordo dell’imbarcazione, da chi quest’oggi assisteva alle operazioni di recupero, a chi viene a conoscenza dell’accaduto tramite il passaparola, rispondano con una scrollata di spalle: succede, cose che capitano, è normale.

operazioni recupero barca 1-2È veramente così normale? È giusto abituarsi a tutto questo? Questo, forse, è il vero termometro della decadenza: abituarsi al male, accettare e subire cioè che è sbagliato, l’abitudine al reato. È questo il cancro della nostra società, l’handicap della brindisinità, quel sostantivo astratto che molti invocano come simbolo di fierezza e appartenenza, ma che, purtroppo, porta con se anche questi fardelli. Il fardello di chi deve vergognarsi dopo ogni esperienza negativa vissuta da altri nella propria città, accorgersi dell’espressione di delusione presente sulle facce di chi non ritrova il proprio kayak, di chi si vede spogliata la barca dopo un naufragio.

Intanto le operazioni di recupero sono andate avanti sino al disincaglio, questo pomeriggio sul posto erano presenti gli uomini del Cantiere Navale Balsamo, per supervisionare alle operazioni di disincaglio condotte assieme ai sub dell’impresa Dal Pont e al gruppo ormeggiatori del porto. In acqua due imbarcazioni, una incaricata dall’assicurazione di tutte le operazioni di recupero e una motovedetta della guardia costiera, che dopo la liberazione della barca in secca doveva scortarla fino all’interno del porto, sino ai Cantieri Balsamo, dove la barca sarà tirata a secco per la conta dei danni. Questa mattina, invece, i dipendenti del cantiere hanno prelevato, per motivi di sicurezza, tutto il carburante presente a bordo, circa mille litri: a portarsi a casa anche il gasolio non ci aveva pensato nessuno, o, come suggeriva qualcuno, non hanno fatto in tempo.

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