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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Scafista ucciso, il procuratore generale chiede per Forleo l'omicidio volontario

ROMA - Udienza fiume in Corte di Cassazione per il processo nei confronti di funzionari di polizia e agenti, negli anni 90 in servizio nella questura di Brindisi, e contrabbandieri. Trentaquattro imputati, tra cui il questore Francesco Forleo, il vice questore Pietro Antonacci, il vice questore Cosimo De Ceglie, gli ispettori Pasquale Filomena, Emanuele Carbone e Giovanni Perrucci, gli agenti Mario Greco, Francesco Vacca, Pietro Macilletti e Ciro Tucci; una marea di avvocati. Il processo è iniziato questa mattina dinnanzi alla seconda sezione penale della Suprema corte (presidente Bardovagui, relatore De Crescenzo) e proseguirà lunedì 26 per trattare le posizioni di Forleo e di Antonacci.

ROMA - Udienza fiume in Corte di Cassazione per il processo nei confronti di funzionari di polizia e agenti, negli anni 90 in servizio nella questura di Brindisi,  e contrabbandieri. Trentaquattro imputati, tra cui il questore Francesco Forleo, il vice questore Pietro Antonacci, il vice questore Cosimo De Ceglie, gli ispettori Pasquale Filomena, Emanuele Carbone e Giovanni Perrucci, gli agenti Mario Greco, Francesco Vacca, Pietro Macilletti e Ciro Tucci; una marea di avvocati. Il processo è iniziato questa mattina dinnanzi alla seconda sezione penale della Suprema corte (presidente Bardovagui, relatore De Crescenzo) e proseguirà lunedì 26 per trattare le posizioni di Forleo e di Antonacci.

La relazione di De Crescenzo è durata all’incirca due ore. Si trattava di illustrare una serie di episodi complessi. A cominciare dalla morte del contrabbandiere brindisino Vito Ferrarese per passare alle collusioni con i contrabbandieri, alla protezione di Adriano Stano, all’epoca dei fatti latitante non ancora collaboratore di giustizia, a finti attentati, a false risultanze di indagini per incastrare il pregiudicato Gino Romano.

Poi è stata la volta del procuratore generale Passacantando, il quale dopo all’incirca una novantina di minuti di requisitoria, ha sostazialmente chiesto la conferma delle condanne comminate in secondo grado ma ha sollecitato anche l’accoglimento del ricorso presentato dalla Procura generale di Lecce per quanto riguarda la posizione di Forleo. E cioè il riconoscimento dell’omicidio volontario di Ferrarese e non del colposo come modificato dalla Corte di Assise d’Appello di Lecce.

Forleo era accusato di essersi fatto passare la pistola del vice questore Giorgio Oliva, che si trovava sull’elicottero assieme a Antonacci, oltre a Forleo ovviamente, al pilota De Ceglie e all’equipaggio composto da Macilletti e Tucci, e di avere mirato e sparato contro il contrabbandiere che era alla guida di uno scafo usato per il trasporto delle sigarette tra il Montenegro e le coste brindisine. Per questo fu arrestato (in quel momento era questore di Milano). La sua posizione, come si è detto, sarà trattata lunedì. E così  anche quella di Antonacci, capo della Squadra mobile, che assieme a Filomena e agli altri, avrebbero depistato le indagini, mettendo un mitra sulla barca accanto al corpo di Ferrarese, e, in un primo momento, facendo sostenere a Oliva di essere stato lui a sparare.

Molto delicata la posizione di Pasquale Filomena, capo della sezione catturandi. Le accuse sono svariate. Oltre ad avere imbrogliato le carte per la morte di Ferrarese, anche di avere arrestato Gino Romano dopo avergli messo nell’auto delle armi. Filomena è accusato di avere portato a spasso il latitante Stano nelle vetture della polizia, di avere intascato quattrini dai contrabbandieri, di essersi organizzato da solo un attentato alla sua vettura e alla sua villa. In primo grado fu condannato a 14 anni e mezzo di carcere, in appello a 9 anni e otto mesi.

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