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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Scu e appalti, prime richieste di pena

BRINDISI - Arrivano le prime richieste di pena, sconto e continuazione computati, per i presunti appartenenti alla Scu di ultima generazione finiti nell’inchiesta Die Hard del pm Alberto Santacatterina. Si tratta dei dieci che hanno scelto di essere processati con rito abbreviato.

Arrivano le prime richieste di pena, sconto e continuazione computati, per i presunti appartenenti alla Scu di ultima generazione finiti nell’inchiesta Die Hard del pm Alberto Santacatterina. Si tratta dei dieci che hanno scelto di essere processati con rito abbreviato, giudizio avviato stamani dinanzi al gup di Lecce Annalisa De Benedictis, e che devono difendersi dall’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso, armi e estorsioni.

Questo il conto dell’accusa: sei anni e mezzo per Rosario Capodieci, 34 anni, di Mesagne, detenuto, difeso dagli avvocati Paolo Antonio D’Amico e Sandra Di Monte; 4 anni per Antonio Centonze, 45 anni, brindisino, detenuto, difeso da Ladislao Massari e Giuseppe Guastella; 6 anni e 8 mesi per Nicola Destino, 25 anni, di Mesagne, detenuto, difeso da Serafino Debonis; 7 anni per Francesco Gravina, 34 anni, di Mesagne, soprannominato «Gabibbo», agli arresti domiciliari, difeso da Elvia Belmonte; 4 anni per Cosimo Giovanni Guarini, 36 anni, di Mesagne, detenuto in località segreta perché collaboratore di giustizia, difeso da Monfredo Fiormonti; 6 anni e 6 mesi per Giovanni Longo, 40 anni, di Mesagne, detenuto, difeso da Gianfrancesco Castrignanò e Raffaele Missere; 4 anni per Massimo Pasimeni, 45 anni, di Mesagne, detenuto, difeso da Marcello Falcone e Rosanna Saracino; 4 anni per Alessandro Perez, 25 anni, di Mesagne, detenuto, difeso da Giancarlo Vaglio; 6 anni per Marco Petrachi, 26 anni, di Brindisi, detenuto, difeso da Ladislao Massari e Laura Beltrami; 6 anni e 2 mesi per Marcello Romano, 36 anni, di Mesagne, detenuto, difeso da Paolo Antonio D’Amico.

Hanno poi preso la parola per le arringhe difensive gli avvocati Fiormonte per Guarini (Maradona), Vaglio per Perez e Falcone che ha chiesto l’assoluzione per Pasimeni. Venti i capi di imputazione. Dal 416 bis, secondo cui: “l’associazione, avvalendosi di un capillare controllo del territorio, della disponibilità di armi e notevoli quantità di denaro, della saldezza e stabilità del vincolo tra gli associati, tutti rispettosi dei compiti loro assegnati, delle regole dell’organizzazione e delle gerarchie di essa, si avvaleva della forza intimidatrice derivante tra l’altro dal ruolo di Daniele Vicientino e Ercole Penna, quali successori di Antonio Vitale, nella posizione di vertice della frazione mesagnese e della conseguente diffusa condizione di assoggettamento e omertà sia interna che esterna.

Tutto ciò al fine di realizzare profitti e vantaggi ingiusti per sé e per altri, assumendo controllo o esigendo il rendiconto di qualsiasi attività illecita da chiunque svolta sul territorio e comportante significativi profitti, inoltre, una volta divenuta di pubblico dominio la notizia della collaborazione con la giustizia di Ercole Penna, organizzavano e comunque partecipavano a una serie di attentati volti a ribadire la permanente operatività dell’associazione e la sua immutata forza intimidatrice”.

Il blitz, denominato Die Hard, fu eseguito dalla Squadra mobile di Brindisi. Il pm è Alberto Santacatterina della Dda di Lecce. La prima udienza davanti al gup, per l’abbreviato, è stata fissata per il primo luglio prossimo. Il processo dinanzi al Tribunale di Brindisi inizierà invece il 15 luglio prossimo. Nel processo, le imprese del clan Scu del terzo millennio guidato da Daniele Vicientino ed Ercole Penna, che avevano abolito i vecchi rituali di affiliazione consegnandoli all’archeologia giudiziaria, ma avevano alzato il tiro imponendo assunzioni a società di servizi ospedalieri come Manutencoop, o chiedendo tangenti ad imprese impegnate in lavori pubblici, ed il pizzo a supermercati, aziende come la Taf Pneumatici, e colpendo con attentati chi resisteva, come l’imprenditore Luigi Devicienti, o i commercianti Pasquale Greco e Cosimo Scalera.

 

 

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