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Cronaca

Scu, omicidio Lippolis: imputato ottiene i domiciliari

Emanuele Guarini lascia il carcere in attesa del nuovo processo d’appello disposto dalla Corte di Cassazione, in accoglimento del ricorso discusso dall'avvocato Missere

BRINDISI – Arresti domiciliari in attesa del nuovo processo in Corte d’Assise d’Appello per l’omicidio di Nicolai Lippolis: Emanuele Guarini, condannato in primo grado a 30 anni di reclusione con rito abbreviato, ha lasciato il carcere nel quale era ristretto per il fatto di sangue inquadrato della Dda di Lecce nelle vendette interne alla Sacra Corona Unita, ricostruite con l’apporto di alcuni pentiti, sino ad arrivare al ritrovamento dei resti scheletrici in Montenegro, anche se mai è stato disposto il confronto del Dna.

L'avvocato Raffaele MissereL’imputato da ieri è nella sua abitazione, con le limitazioni imposte dal regime degli arresti nel domicilio, ed è qui che aspetterà di conoscere la data di inizio dell’appello bis, disposto dalla Corte di Cassazione due settimane fa, accogliendo il ricorso discusso dall’avvocato Raffaele Missere (foto accanto). Lo stesso penalista, in conseguenza dell’annullamento con rinvio degli Ermellini, ha presentato istanza per l’attenuazione della misura in favore di Guarini, disposta dal giudici della corte d’Assise d’Appello di Lecce.

La Cassazione ha ritenuto che vi fossero tutti i presupposti per un nuovo processo di secondo grado in relazione all’omicidio Lippolis, avvenuto a Bar, in Montenegro, rispetto al quale il difensore di Guarini, così come i legali degli altri imputati, hanno sempre sollevato dubbi. Sin dall’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta dell’Antimafia chiamata Zero. Il blitz scattò all’alba del 14 dicembre 2014.

L’appello bis per l’esecuzione di Lippolis, i cui resti scheletrici furono ritrovati otto anni addietro, riguarderà anche Antonio Epicoco condannato a 30 anni; Marcello Cincinnato, per il quale c’era stata condanna a venti anni dai trenta determinati dal gup con sentenze in abbreviato; Tommaso Belfiore, pentito, condannato a otto anni e quattro mesi di reclusione a fronte del primo verdetto a undici anni. I ricorsi sono stati discussi dagli avvocati Cinzia Cavallo, Marcello Falcone e Rosanna Saracino.

Lippolis venne ucciso “dopo il 1998” dall’altra parte dell’Adriatico, in una terra che negli anni Novanta era diventata rifugio per gli uomini  in fuga della Sacra Corona Unita. Il cadavere che si ritiene di Lippolis venne scoperto il 7 ottobre 2009. Il nodo è esattamente questo: quel corpo è di Lippolis?

Secondo i difensori ci sono almeno diversi motivi per i quali, sono legittimi i dubbi che quello rinvenuto in Montenegro non sia il corpo di Lippolis, poiché non è mai stato eseguito l'esame del Dna, né tanto meno il cadavere è stato restituito alla famiglia. Non è ancora stato accertato come sia stato ucciso Lippolis, a picconate come sostengono alcuni pentiti o a colpi di arma da fuoco, come invece risulta dall’esame del cadavere ritrovato in Montenegro. E poi lo stato in cui venne ritrovato il cadavere non sarebbe coincidente con la descrizione resa da alcuni collaboratori di giustizia: per alcuni venne svestito, ma fu trovato con tutti gli indumenti. Secondo l’accusa, l'esecuzione fu voluta ed eseguita, da Marcello Cincinnato, Tommaso Belfiore, Emanuele Guarini e Antonio Epicoco. Quest'ultimo incastrato dalle dichiarazioni dei collaboratori Belfiore, Fornaro e Caforio.

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