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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

“Se non firmi per il divorzio, ti ammazzo”

Il marito, 72 anni, denuncia la moglie, 60 anni: lei viene accusata di violenza privata e finisce sotto processo, udienze andate avanti per nove mesi prima di ottenere l'assoluzione. Il giudice: "Il fatto non sussiste"

BRINDISI – “Se non firmi le carte per la separazione, ti ammazzo”: un pensionato di 72 anni, residente a Brindisi, ha denunciato la moglie, 12 anni più giovane, finita sotto processo con l’accusa di violenza privata, da cui è stata assolta con formula piena. Perché “il fatto non sussiste”, stando alla sentenza del Tribunale di Brindisi.

aula tribunale generica-2La donna è stata giudicata dal Tribunale in composizione monocratica, giudice Simone Orazio, di fronte al quale è stata citata dal pubblico ministero Pierpaolo Montinaro. Prima udienza il 15 ottobre 2015, l’ultima giovedì scorso, quando ha ottenuto il riconoscimento della professione di innocenza rappresentata in giudizio dall’avvocato Luca Leoci. Il pm, onorario, aveva chiesto la condanna a quattro mesi.

Il penalista, nel corso del dibattimento, ha portato al giudice elementi evidentemente ritenuti validi come prove a sostengo della verità riferita dalla donna denunciata dal marito nell’estate del 2014. Dopo 18 anni di matrimonio.

L’uomo quel pomeriggio si recò negli uffici della questura dicendo di voler sporgere denuncia nei confronti dalla donna da cui si stava separando perché poco prima, lei e un’altra persona che non conosceva, l’avevano raggiunto nell’abitazione in cui viveva da quando aveva deciso di troncare il rapporto. L’uomo riferì di essere stato aggredito verbalmente senza alcun motivo.

In quella circostanza la moglie (ex) lo avrebbe minacciato: “Devi firmare queste carte, altrimenti ti succedono cose gravi ti facciamo arrestare”. L’altra donna avrebbe detto: “Ti ammazzo se non firmi”.

luca leociLa denuncia è stata trasmessa in Procura, il pm ha ravvisato i presupposti per contestare la violenza privata a carico dell’ex moglie per “aver compiuto atti idonei, diretti in modo non equivoco a costringere” l’ex marito “a firmare dei documenti di separazione, consistiti nel dirgli che, in caso contrario, gli sarebbero successe cose gravi. Senza realizzare il proprio intento per cause indipendenti dalla sua volontà”.

La donna ha sempre riferito di aver raggiunto l’ex marito solo per consegnargli l’atto che era stato notificato alla figlia, in assenza dell’ex coniuge. Atto relativo alla separazione giudiziale con verbale di comparizione davanti al Tribunale, sezione civile. Nessuna minaccia o chissà cosa, come ha sostenuto nel corso della sua arringa l’avvocato Luca Leoci (foto accanto). Il giudice è arrivato alla stessa conclusione del difensore. 

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