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Cronaca

Dormitorio immigrati: sempre più affollato, igiene precaria

La task force arriva dopo le 9. Non è un blitz alla ricerca di terroristi o di malfattori, altrimenti le forze dell'ordine avrebbero perquisito il dormitorio immigrati di via Provinciale San Vito prima dell'alba. E' una verifica della situazione

BRINDISI – La task force arriva dopo le 9. Non è un blitz alla ricerca di terroristi o di malfattori, altrimenti le forze dell’ordine avrebbero perquisito il dormitorio immigrati di via Provinciale San Vito prima dell’alba. E’ una verifica della situazione, a 360 gradi spiega la dirigente dell’Ufficio stranieri della questura di Brindisi, vicequestore Stefania Occhioni, che con il suo personale trascorre nottate e albe a identificare, fotografare, schedare migranti quando entrano in porto le navi partite dal Canale di Sicilia.

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Qui, nell’ex capannone industriale che fu già centro comunale per gli anziani, poi sgomberato per inagibilità, e quindi reso agibile per ospitare non più di 80 extracomunitari, c’è soprattutto umanità dolente, gente che cerca qualsiasi lavoro, nel numero – dicono gli operatori sociali – di circa 200. Constatare che le condizioni basilari igienico-sanitarie sono sempre al di sotto del limite minimo, e che la promiscuità è dominante, è una cosa immediata.

Controlli al dormitorio immigrati di Brindisi

I giornalisti sono sul posto prima del nucleo che deve effettuare il servizio, allertati da qualcuno. Nella task force ci sono una quindicina di vigili urbani con il loro comandante, Teodoro Nigro. L’impressione è che il nucleo di poliziotti (ci sono Mobile, volanti e Digos), carabinieri e finanzieri dispiegato serva a garantire condizioni operative sicure proprio alla polizia municipale, che infatti si dedica al controllo dei ciclomotori, degli scooter e delle bici parcheggiate nel piazzale del dormitorio, prima di entrare nel dormitorio.

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L’Ufficio stranieri fa il suo lavoro. Dentro ci sono solo una ventina di cittadini africani, tutti con permesso di soggiorno, mentre solo due risultano privi di documenti. Bisogna però verificare se fanno parte della lista degli 80 autorizzati a stare nel capannone. Tutti gli altri sono fuori da ore, a lavorare soprattutto nei campi. Perché qui la maggior parte cerca proprio una occupazione in agricoltura o da manovale. Contrariamente a ciò che molti pensano, chiedere l’elemosina fuori dai supermercati è solo un ripiego estremo.

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Oggi la maggior parte dei 200 del dormitorio di via Provinciale San Vito perderà il proprio mezzo di trasporto: i ciclomotori saranno portati via dai vigili urbani, che ne hanno controllato targhe e numeri di telaio. Nel piazzale il personale comandato per una pulizia generale da Ecologica Pugliese e Brindisi Multiservizi, su richiesta del Comune, accumula masserie e rifiuti.

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Ci sono anche tende improvvisate, fuori dal capannone, e pentole sporche, residui di cibo. Qui ci si arrangia come si può, è una specie di Borgo Mezzanone in miniatura, uno dei tanti centri di accoglienza che non fanno onore al nostro Paese, che pure più degli altri ha la percezione delle dimensioni del fenomeno migratorio, ma non ha ancora al Sud una retrovia adeguata. Cosa farà il Comune di Brindisi per il caso-dormitorio? Ha già un altro centro a Tuturano, ma non basta.

Bisogna programmare altri interventi, anche alla luce dei controlli di questa mattina. E chiamare in causa nuovamente, da parte della Prefettura, quelle amministrazioni comunali che ancora non fanno la propria parte.

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