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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Torchiarolo

Sequestrato e ucciso un artigiano di Torchiarolo. Il corpo trovato a Casalabate

CASALABATE – E’ stato ammazzato, probabilmente con colpi di pistola alla testa, Antonio Ingrosso, 45 anni, di Torchiarolo, scomparso dal pomeriggio di venerdì scorso. Il corpo completamente nudo, rinvenuto questa mattina in via Pesce Luna, angolo con via del Riccio, a pochi metri dal mare, presenta bruciature in varie parti del corpo. Il medico legale Alberto Tortorella, che ha effettuato la ricognizione del cadavere su incarico del sostituto procuratore di Lecce, Giovanni Gagliotta, non si è pronunciato sulla natura delle lesioni presenti sul corpo oltre alle bruciature. Ingrosso, prima di essere ucciso, potrebbe essere stato picchiato e le ferite alla testa potrebbero non essere state provocate da arma da fuoco ma da un corpo contundente.

CASALABATE – E’ stato ammazzato, probabilmente con colpi di pistola alla testa, Antonio Ingrosso, 45 anni, di Torchiarolo, scomparso dal pomeriggio di venerdì scorso. Il corpo completamente nudo, rinvenuto questa mattina in via Pesce Luna, angolo con via del Riccio, a pochi metri dal mare, presenta bruciature in varie parti del corpo. Il medico legale Alberto Tortorella, che ha effettuato la ricognizione del cadavere su incarico del sostituto procuratore di Lecce, Giovanni  Gagliotta, non si è pronunciato sulla natura delle lesioni presenti sul corpo oltre alle bruciature. Ingrosso, prima di essere ucciso, potrebbe essere stato picchiato e le ferite alla testa potrebbero non essere state provocate da arma da fuoco ma da un corpo contundente.

Un omicidio inspiegabile. Antonio Ingrosso, imparentato alla lontana con il sindaco di Torchiarolo, Giovanni Del Coco (è stato lui a identificarlo), è titolare di un’officina in via Bellotti che produce infissi in alluminio. Sposato, due figli, non ha mai avuto problemi con la giustizia. Una persona tranquilla, che non frequentava cattive compagnie. In passato ha avuto qualche problema finanziario che poi pare si sarebbe risolto. E’ l’unico elemento al quale al momento si sono agganciati gli investigatori della compagnia carabinieri di Campi Salentina e del Reparto operativo di Lecce, e che stanno cercando di sviluppare. Dietro ad una difficoltà economica il più delle volte ci sono prestiti ricevuti da usurai e dietro l’usura c’è sempre più di frequente la criminalità organizzata.

Ingrosso era uscito dalla sua abitazione di Torchiarolo alle 15,30 di venerdì. Non aveva detto alla moglie di avere impegni particolari. E’ salito al volante della sua Seat Alhambra e probabilmente si è diretto, come ogni giorno alla sua officina. Da quel momento i suoi non hanno più avuto notizie. Ad una certa ora, dato che non era ancora rincasato, la moglie lo ha chiamato sul cellulare. Ma non ha ottenuto risposta. Ha ripetuto la chiamata diverse volte. Il telefono squillava invano. E’ andata all’officina, in via Salvo D’Acquisto, ma era chiusa. La vettura però era lì: le luci erano accese, lo sportello del lato guida era aperto, le chiavi inserite nel nottolino di avviamento e il cellulare sul sedile.  L’officina e il cortile circostante sono stati sottoposti a sequestro.

I carabinieri non hanno avuto dubbi. L’uomo era stato preso con la forza e portato via. Altrimenti non avrebbe lasciato la macchina in quel modo. Le indagini sono andate avanti per tutta ieri senza riuscire a trovare alcun elemento. Stamattina, erano le 8,30, la telefonata ai carabinieri di un residente a Casalabate. Nel terreno circostante la sua casa c’era un cadavere. Il sospetto che fosse quello del fabbro di Torchiarolo è stato immediato. E’ stato chiamato il maresciallo della stazione di Torchiarolo che si è recato con il sindaco sul luogo dove si trovava il cadavere. Il sindaco lo ha riconosciuto senza ombra di dubbi, nonostante il volto fosse in pessime condizioni.

Secondo gli investigatori Ingrosso potrebbe essere  stato ammazzato in un altro luogo e poi abbandonato a Casalabate. Questo perché dove è stato rinvenuto il cadavere non c’erano bossoli di arma da fuoco,  c’era del sangue, ma molto poco rispetto alle ferite. Potrebbe essere sangue che è uscito dal cadavere mentre veniva scaricato dalla macchina di chi l’ha ammazzato e lo trascinava per nasconderlo alla meglio alla vista di eventuali passanti. E poi non c’erano tracce di combustione mentre il corpo presenta vaste bruciature. Sulla schiena c’erano tracce di erba e di terriccio. Forse sabbia. I carabinieri hanno controllato tutta la zona circostante, compresa la spiaggia, ma non è stato trovato alcun legame con l’omicidio.

Si tratta di indagini complesse proprio perché l’ucciso non ha collegamenti con ambienti malavitosi. Inoltre la condizione in cui il cadavere è ridotto fa pensare a qualcuno che ha volutamente infierito sull’uomo. Era nudo, probabilmente è stato picchiato. Il medico legale dovrà stabilire se le bruciature presenti sul cadavere sono da attribuire ad un tentativo non riuscito di carbonizzare il cadavere o ad un accanimento dell’assassino quando la vittima era ancora in vita. Logica avrebbe voluto, se l’obiettivo era carbonizzare il cadavere, bruciarlo all’interno della vettura a bordo della quale era stato trasportato già subito dopo il sequestro, in modo da distruggere il più possibile elementi che possano far risalire agli assassini. E quella macchina scotta. A meno che, ed è anche una ipotesi verosimile, chi ha ucciso non l’abbia fatto in preda alla collera, e gli eventi si sono susseguiti senza un piano prestabilito. A sostegno di questa ipotesi c’è il fatto che il cadavere è stato abbandonato in una zona dove non sarebbe rimasto per molto tempo senza essere scoperto.

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