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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Sequestro preventivo per venti negozi del presunto boss Capobianco

FRANCAVILLA FONTANA - Sequestro milionario. Finiscono sotto sigilli una ventina di punti vendita fra supermercati, articoli di casalinghi e alimentari in tutta la Puglia. Si tratta di esercizi commerciali sorti sotto le insegne di Outlet Casa e Io Casa che sarebbero secondo i primi accertamenti della procura brindisina, frutto di una operazione dai contorni ancora tutti da svelare, in parte riconducibili al presunto capoclan francavillese Giancarlo Capobianco, 47 anni, uno dei 28 finiti in manette per mano della polizia il 28 dicembre scorso, e per effetto delle dichiarazioni del pentito mesagnese Ercole Penna.

FRANCAVILLA FONTANA - Sequestro milionario. Finiscono sotto sigilli una ventina di punti vendita fra supermercati, articoli di casalinghi e alimentari in tutta la Puglia. Si tratta di esercizi commerciali sorti sotto le insegne di Outlet Casa e Io Casa che sarebbero secondo i primi accertamenti della procura brindisina, frutto di una operazione dai contorni ancora tutti da svelare, in parte riconducibili al presunto capoclan francavillese Giancarlo Capobianco, 47 anni, uno dei 28 finiti in manette per mano della polizia il 28 dicembre scorso, e per effetto delle dichiarazioni del pentito mesagnese Ercole Penna.

Secondo le prime indiscrezioni le indagini della procura messapica, avviate sulla scorta di indagini patrimoniali, parlerebbero piuttosto di truffa. Ipotesi ancora tutta da verificare. Il provvedimento di sequestro preventivo, sulla scorta delle ipotesi avanzate dalla magistratura inquirente, è appeso alla decisione del gip che dovrebbe pronunciarsi nelle prossime 48 ore, confermando oppure azzerando l’iniziativa della procura. L’urgenza della iniziativa, qualunque cosa decida il tribunale, è stata dettata dalla necessità di limitare l’ulteriore distrazione dei beni, a tutela delle persone eventualmente truffate.

Il decreto di sequestro porta le firme del procuratore capo Marco Dinapoli e del pubblico ministero Raffaele Casto che hanno dato il “la” ai carabinieri proprio questa mattina. Braccio operativo della procura brindisina sono infatti i militari della compagnia di Francavilla Fontana  che hanno apposto i sigilli ai punti vendita di Capurso (Bari), Grottaglie, Martina Franca, Carosino, San Giorgio Jonico, San Marzano, Manduria, Lizzano, Latiano, Sava e naturalmente Francavilla Fontana, città di nascita e di residenza, ma anche capitale elettiva dell’impero di Giancarlo Capobianco, dove sono stati sequestrati ben due esercizi commerciali.

Intorno alla operazione casalinghi ruoterebbero, a quanto pare, anche una serie di presunti prestanome e personaggi operativi solo sulla carta, nomi utili ad occultare i reali proprietari dei  punti vendita. La Scu, questa volta, sembra non c’entrare. Come sembrano non c’entrare le dichiarazioni del collaboratore di giustizia mesagnese. Tanto più singolari appaiono dunque le coincidenze con le verità rivelate da Penna che riguardo al capitolo Capobianco, a dicembre scorso afferma: “Lo stesso Capobianco ha rilevato una società che gestisce alcuni negozi con insegna Io Casa in vari paesi della provincia di Brindisi, attività della quale io sono socio occulto così come lo è anche Massimo Pasimeni”.

E ancora: “Devo dire che un altro investimento riconducibile a noi è quello della società che gestisce una distribuzione commerciale di oggetti per la casa con una catena di negozi con insegna Io casa. La società di distribuzione, della quale non ricordo il nome, è stata acquistata circa un anno e mezzo o due anni fa da Giancarlo Capobianco di Francavilla Fontana che fa parte del nostro gruppo anche se non è formalmente affiliato”.

Quale sia la visione post-moderna di Penna sulle affiliazioni, è ormai noto: roba desueta, pericolosa e inutile. Tanto il collante, quello vero, erano e restano gli affari. Le dichiarazioni di Penna, ancora tutte da riscontrare, non hanno determinato il sequestro dei beni in questione, come pure era stato chiesto dall’antimafia al tribunale di Lecce.

L’altra coincidenza, nient’altro che una coincidenza, c’entra invece con l’omicidio di Vincenzo Della Corte, 42 anni. L’imprenditore fu ucciso il 9 ottobre scorso, in un locale alla periferia di San Michele Salentino, preso in affitto dalla vittima, pare in società con altri. L’inaugurazione del negozio era già stata fissata per dicembre, i killer non hanno concesso il taglio del nastro: in quel negozio Della Corte, amico di vecchia data di Giancarlo Capobianco, avrebbe aperto un punto vendita per casalinghi.

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