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Cronaca

Servizio 118, licenziamento illegittimo: Arci condannata a riassumere autista

I difensori sulla Prociv: “Mancato rispetto della clausola sociale”. Nell’istanza citati Marx, Lenin e Mao Tse Tung

BRINDISI – Nessuna giusta causa nel licenziamento. Impossibile ammettere che sia stato legato a una riduzione di personale per questioni economiche. Possibile che sia stato dettato da una ritorsione nei confronti del dipendente, come sostengono gli avvocati. Certo è, per il Tribunale di Brindisi, che l’autista soccorritore del 118 ha diritto a essere riassunto alle dipendenze dell’associazione Prociv Arci Onlus di Francavilla Fontana, nel rispetto della clausola sociale.

La sentenza

Il tribunale di BrindisiIl giudice del lavoro, Domenico Toni, ha dichiarato la “nullità del licenziamento” nei confronti di un brindisino di 31 anni e ha ordinato all’Arci Onlus di “reintegrare il lavoratore “con il medesimo trattamento retributivo e le mansioni svolte in precedenza. Con contratto di lavoro a tempo indeterminato e full time. Così come era stato chiesto dagli avvocati Vincenzo Farina e Sergio Losavio del Foro di Brindisi, i quali hanno rappresentato e difeso i diritti dell’autista nel corso del processo che si è svolto dinanzi al Tribunale in composizione monocratica.

L’associazione dovrà anche risarcire il danno “in solido con il legale rappresentante” della stessa, pari alle “retribuzioni spettanti a fa data dal licenziamento” avvenuto il 27 giugno 2016, “sino alla effettiva reintegra e comunque in misura non inferiore alle cinque mensilità dell’ulrima retribuzione globale di fatto, oltre al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali”.

La pronuncia, quindi, riconosce le ragioni sostenute dai due legali per conto dell’autista soccorritore il quale, inizialmente, lavorava alle dipendenze dell’associazione di volontariato Soccorso Puglia di Ostuni. Associazione datrice di lavoro aggiudicataria del Servizio di Emergenza-Urgenza 118 affidato dall’Asl di Brindisi, anche con riferimento alla postazione “Brindisi Centro”.

La delibera della Asl

Il 15 marzo 2015 l’associazione della Città Bianca rinuncia alla gestione del 118 “a causa dell’eccessiva onerosità sopravvenuta”. La Asl con delibera, due mesi più tardi, “a fronte della situazione emergenziale determinata dall’abbandono della Postazione di Emergenza-Urgenza “Brindisi Centro” e della conseguente necessità di tutelare i dieci lavoratori”, ne assegnava provvisoriamente – a seguito di sorteggio – la gestione alla Onlus Prociv Arci di Francavilla Fontana.

Nel testo della delibera, la Asl specifica che “le associazioni che ambivano all’aggiudicazione del  servizio” dovevano occuparsi della postazione “Brindisi Centro” e procedere all’assunzione immediata di dei dieci dipendenti full time”.

L’assunzione

Il 3 giugno 2015 l’autista viene assunto, ma il contratto è “part-time a tempo determinato, sino alla fine dell’anno, con sede presso l’ex ospedale Di Summa”. Contratto dei Servizi Assistenziali Anfass (Associazione Nazionale Famiglie di persone con disabilità intellettive e relazionali) anziché quello applicato dalla precedente associazione ossia Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, con condizioni peggiorative. “Si pensi al mancato riconoscimento delle indennità di pronta disponibilità e di rischio”, hanno evidenziato gli avvocati Farina e Losavio.

La clausola sociale e il riferimento a Mrx, Lenin e Tse Tung

vincenzo farina-2L’autista, a questo punto, chiede “al legale rappresentante della Prociv (spesso per il tramite di suo figlio), la necessità emendare questo errore contrattuale, anche alla luce dell’esigenza di rispettare la “clausola sociale” che impone di assicurare ai lavoratori neo-assunti per la gestione del servizio 118 le condizioni lavorative (dal punto di vista normativo ed economico) equivalenti rispetto a quelle praticate dal precedente datore di lavoro”.

“Inutilmente ha sperato sino all’ultimo che l’Arci, non facendo rivoltare nella tomba i numi ispiratori Marx, Lenin e Mao Tse Tung nonché il buon Gramsci, si rammentasse delle ragioni della sua genesi nel lontano 1957, allorché in un Italia liberata dal fascismo il vecchio Pci e Psi pensarono di fondare una federazione di circoli, case del popolo, società mutualistiche che si riconoscessero nei valori della sinistra ed aborrissero quelle del capitale e del profitto”, hanno scritto i legali. (Nella foto accanto l'avvocato Vincenzo Farina)

Le rimostranze

Di fronte al silenzio, il lavoratore sceglie la strada dell’azione e chiede un intervento alla Cgil, sindaco che si rivolge all’Ispettorato del Lavoro; denuncia assieme ad altri “una serie di omissioni in materia di sicurezza del lavoro da parte della datrice di lavoro”, con riferimento in particolare alla dotazione dei dispositivi di protezione individuale”.

Intanto alla Prociv-Arci viene affidata temporaneamente la gestione della Postazione di emergenza urgenza 118 denominata “Brindisi Porto. Cosa succede? Accade che l’autista viene inserito tra i dipendenti che avrebbero dovuto svolgere servizio qui, anziché presso la sede di lavoro contrattualmente prevista, ossia l’ex Ospedale “Di Summa”. I legali sostengono di non aver avuto risposta nonostante la reiterata richiesta di spiegazioni. Di fronte al silenzio, il brindisino decide di rivolgersi all’Ispettorato del Lavoro di Brindisi, “affinché procedesse alle opportune verifiche di concerto con gli organi di vigilanza dell’Inps”. Ed è a questo punto che arriva la lettera di licenziamento per riduzione di personale.

Il licenziamento

SERGIO LOSAVIO-2Per gli avvocati Farina e Losavio non si sarebbe trattato di coincidenza temporale. “Se non avesse avuto l’ardire di far valere i suoi diritti, accontentandosi di un lavoro part-time, non sarebbe mai stato licenziato”, hanno scritto nell’istanza depositata in Tribunale. “La vera ragione del licenziamento è proprio quella della rappresaglia, della punizione vetero capitalista irrogata per giunta da un’associazione ispirata al solidarismo sociale e  che vede in Gramsci uno dei padri ispiratori”, sostengono. “E’ pacifico che al momento del licenziamento non vi era alcuna esigenza di carattere produttivo-organizzativo che imponesse il licenziamento, tant’è che due anche dopo essere stati licenziati, hanno continuato a svolgere regolarmente servizio presso la Postazione 118 gestita dalla Prociv-Arci, per poi essere riassunti pochi giorni dopo. All’associazione, inoltre, era stata affidata temporaneamente la gestione della Postazione 118 “Brindisi Porto. Senza contare che l’imprenditore gestisce anche la Postazione 118 di Villa Castelli”. (Nella foto accanto, l'avvocato Sergio Losavio)

 I difensori hanno depositato anche la nota dell’area Vigilanza della Direzione Territoriale del Lavoro di Brindisi e quella degli ispettori del Lavoro e del funzionario di vigilanza Inps, i quali  “sottolineavano l’evidente contrasto sia con le finalità della gara, sia con “la manifestazione di volontà espressa in sede di gara dalla stessa associazione, nonché con l’accordo sindacale”.

Il Tribunale ha accolto la richiesta, riconoscendo il diritto del brindisino a essere riassunto dopo essere stato licenziato senza giusta causa, in maniera illegittima.

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