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Cronaca

Sesso e coca, riprende il processo per la presunta estorsione a Mimmo Mele

ROMA – Riprende domani il processo per tentata estorsione ai danni dell’ex deputato dell’Udc Cosimo Mele. Imputati, a seguito di denuncia presentata dallo stesso Mele, sono la escort romana Francesca Zenobi, a sua volta parte civile nel processo a carico di Mele per averle fatto consumare cocaina, e il suo ex avvocato Emanuele Antonacci, residente a Roma, originario del Leccese.

ROMA – Riprende domani il processo per tentata estorsione ai danni dell’ex deputato dell’Udc Cosimo Mele. Imputati, a seguito di denuncia presentata dallo stesso Mele, sono la escort romana Francesca Zenobi, a sua volta parte civile nel processo a carico di Mele per averle fatto consumare cocaina, e il suo ex avvocato Emanuele Antonacci, residente a Roma, originario del Leccese.

Il processo si sta svolgendo dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Roma. Si tratta della seconda udienza. Ma c’è un intoppo. E’ cambiato giudice, alla dott. De Martiriis e subentrata la Venneri e quindi c’è il rischio che si ricominci d’accapo. Anche se, tutto sommato, si tratta solo di poca cosa. Nella prima udienza Mele, attraverso il suo avvocato Mario Guagliani, si è costituito parte civile.

La vicenda risale all’estate del 2007. E’ luglio quando scoppia lo scandalo. Cosimo Mele, deputato dell’Udc, firmatario di proposte di legge sull’unità e la indissolubilità della famiglia, viene travolto dallo scandalo per una notte di quelle toste, passata in una suite dell’Hotel Flora, in via Veneto a Roma, tra escort e cocaina. Una delle due escort si sente male e finisce in ospedale per avere assunto un consistente quantitativo di cocaina. Mele è costretto a dimettersi dal gruppo dell’Udc e non si ricandida alle successive elezioni  politiche. Il contraccolpo che la sua immagine ha ricevuto è stato notevole. Peraltro la moglie proprio in quei giorni dà alla luce la secondogenita.

Tra accuse e contro accuse la notte a luci rosse tiene banco per mesi. Nei confronti di Mele viene archiviato il capo di imputazione di omesso soccorso. La Zenobi è scatenata. Finisce su tutti i giornali di gossip. Vuole fare l’attrice.  Il colpo di scena avviene quando Mele si presenta ai carabinieri di Roma e consegna due cassette contenenti conversazioni tra una avvocatessa che lo assiste in sede civile e la Zenobi e il suo avvocato Emanuele Antonacci. Il contenuto è abbastanza eloquente.

“Sono disposta a ritrattare in cambio di centomila euro”, dice la Zenobi inconsapevole che l’avvocatessa sta registrando.  E poi aggiunge: Maria la russa (l’altra donna che era presente alla notte a luci rosse; ndr) la gestiamo noi, di lei l’onorevole non si deve preoccupare”. E ancora: “Son disposta a scendere a novantamila euro, ma l’onorevole si deve impegnare a farmi avere un contratto di un anno in una trasmissione alla Rai o a Canale 5…”. L’affare non va in porto. Mele consegna le cassette ai carabinieri e la Zenobi e l’avvocato vengono rinviati a giudizio per tentata estorsione.

Nell’udienza di domani si dovrebbe assegnare ad un perito la trascrizione delle cassette. M probabilmente questo non avverrà per via del cambio del giudice monocratico. Intanto va avanti anche l’altro processo che vede la Zenobi parte lesa. L’udienza è fissata per il 23 novembre. Nel frattempo la vita coniugale di Mele è andata in frantumi. Si è separato dalla moglie che ha trovato un nuovo compagno: un miliardario svizzero con il quale vive in una lussuosa masseria in territorio di Fasano.

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