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Cronaca

Le fiere, le monete e le chiese della dominazione angioina a Brindisi

L'indagine sulla prima età angioina in Brindisi e in Puglia è giunta venerdì al termine con le ultime due giornate di studio e ricerca storica promosse dalla sezione di Brindisi della Società di Storia patria per la Puglia

BRINDISI - L’indagine sulla prima età angioina in Brindisi e in Puglia è giunta venerdì al termine con le ultime due giornate di studio e ricerca storica promosse dalla sezione di Brindisi della Società di Storia patria per la Puglia. I partecipanti al decimo convegno nazionale hanno potuto riscoprire quel periodo storico brindisino e pugliese compreso tra gli anni 1266-1343 e definito come “prima età angioina”. Nel corso delle ultime due giornate di approfondimento si è potuto fare un vero e proprio salto indietro nel tempo e conoscere (o riscoprire) le fiere e i mercati pugliesi dell’epoca, ammirare le chiese i conventi brindisini degli ordini francescano e domenicano, le Madonne e i Santi dinastici, le architetture minoritiche del Principato di Taranto e gli splendidi affreschi, sculture, epigrafi, castelli e portali pugliesi per concludere poi con la monetazione angioina.

Brindisi, chiesa di San Paolo Eremita (foto Giuiseppe Marella).-2I relatori che si sono avvicendati tra giovedì e venerdì tra l’Istituto “Ettore Palumbo” e il Museo archeologico “Ribezzo” di Brindisi, le due location delle giornate angioine, sono stati Luciana Petracca dell’Università del Salento, Giuseppe Marella e Antonio Mingolla della Società di Storia patria-Brindisi, Maria Stella Calò dell’Università di Bari, Luigi Oliva dell’Università di Sassari, Teodoro De Giorgio dell’Istituto italiano di Scienze umane – Firenze, Giuseppe Radaelli della Polizia di Stato, Gioia Bertelli dell’Università di Bari, il dottor Francesco Punzi, Marcello Mignozzi dell’Università di Bari e Maurizio Delli Santi della Società di Storia patria- Oria.

Esterno  S.Maria del Casale-2L’incontro di giovedì mattina, svoltosi presso l’auditorium del liceo linguistico e delle scienze umane “Ettore Palumbo” e aperto dai saluti della preside, Maria Oliva, è stato moderato dal presidente della sezione brindisina della Società di Storia patria per la Puglia, Giacomo Carito, che alle terze classi dell’istituto ha proposto una breve introduzione del periodo indagato, soffermandosi sulla legislazione angioina che determinò un assetto politico di lunga durata. Carito ha quindi proseguito ricordando la presenza ricorrente dei sovrani francesi nella nostra città.

Giacomo Carito e Luciana Petracca-2L’intervento della professoressa Luciana Petracca sulle fiere e i mercati in Puglia tra due età, quella sveva e quella angioina, ha permesso di conoscere le linee programmatiche della politica economica federiciana e gli interventi che sostenevano la capacità produttiva del Regno, tra i quali appunto  le fiere e i mercati. La professoressa ha quindi tracciato la mappatura del sistema fieristico pugliese, ricordando le sette fiere istituite da Federico II nel Regno e che si svolgevano nelle città di Sulmona, Capua, Lucera, Bari, Taranto, Cosenza e Reggio tra aprile e novembre. A Brindisi in età sveva vi era la fiera di San Leucio, istituita da Manfredi, mentre in epoca angioina vi erano quelle dedicate al  Corpus Domini (24 aprile-4 maggio) e quella dedicata a Sant’Antonio Abate (17-23 gennaio). Nelle fiere nelle si potevano acquistare prodotti locali e d’importazione.

Giuseppe Marella-2Dalle fiere pugliesi si è passati poi con il professor Giuseppe Marella ad ammirare i luoghi di culto della Brindisi angioina e in particolare l’architettura francescana della chiesa di San Paolo eremita. Il complesso di San Paolo fu edificato dai frati francescani in seguito alla donazione dell’area da parte di Carlo I d’Angiò nel 1284 e ospitò i francescani sino agli inizi dell’Ottocento. Il professore ha descritto quindi l’architettura della chiesa di San Paolo (il suo profilo a capanna, l’interno ad aula unica che porta alla zona absidale e senza ostacoli visivi, la copertura a tetto ligneo e gli altari aggiunti nel Seicento) proponendo, infine, dei parallelismi con altre chiese brindisine.

Antonio Mingolla-2L’insediamento domenicano della Maddalena in Brindisi è stato invece il tema centrale dell’intervento del dottor Antonio Mingolla, che ha esordito ricordando come nella nostra città in epoca angioina furono costruiti molti edifici civili e religiosi. A Brindisi i domenicani edificarono due chiese: la chiesa di Cristo e quella della Maddalena (che si trovava, con l’annesso convento, dove attualmente si trova il Comune di Brindisi). Mingolla ha fatto quindi riferimento ad una relazione del censimento di tutti i conventi di epoca angioina redatti da una speciale formula inviata da papa Innocenzo X nel 1649 e nella quale erano descritti sia la chiesa della Maddalena sia il convento.

Si scopre così che la chiesa era lunga 55 metri e larga 13 metri e al suo interno vi erano un organo, due campane nella sagrestia, una pisside in argento indorato, un vasetto di olio santo, tre calici con le coppe e patere d’argento, una sfera e due lampade d’argento e quadri che abbellivano la sagrestia. Inoltre dalla relazione emerge che il convento fu modificato e aveva undici celle, un refettorio, un atrio, una cucina, una dispensa, una cantina, un magazzino e un giardino. Mingolla ha, infine, concluso il suo intervento ricordando che nel 1839, ebbe inizio la demolizione della chiesa. Quattro anni dopo cominciarono quindi i lavori di palazzo Ercolini, nel cui cortile era ospitata una cappella dedicata alla Maddalena, abbattuta intorno agli anni Cinquanta per lasciare spazio all’attuale sede del Comune.

Maria Stella Calò-2La seconda parte della sessione di giovedì, che si è svolta invece nel pomeriggio presso il Museo Ribezzo, ha avuto una relatrice illustre, la professoressa Maria Stella Calò, che come ha ricordato il professor Carito, è autrice della prima moderna monografia della chiesa di Santa Maria del Casale. La Calò ha offerto una Lectio Magistralis sulle “Madonne e Santi del Re”, raccontando la dinastia angioina attraverso una serie di belle testimonianze artistiche del tempo e soffermandosi poi sulla politica matrimoniale dei sovrani, sull’esplosione del culto mariano nel XIII secolo e sul culto di San Nicola, concludendo con i santi e le sante della dinastia.

Luigi Oliva-2Con il professor Luigi Oliva si sono invece ammirate le architetture minoritiche del Principato di Taranto. Il professore ha evidenziato dettagliatamente le connessioni con il rosone della chiesa del Cristo di Brindisi e quelle tra l’interno di una chiesa tarantina e altri interni similari angioini. L’iconografia del Lignum Vitae prima e dopo San Bonaventura è stata al centro della relazione proposta dal professor Teodoro De Giorgio. A Brindisi vi sono due splendidi affreschi di Lignum Vitae che si trovano nella chiesa di Santa Maria del Casale e in quella di San Paolo eremita. De Giorgio ha quindi mostrato l’iconografia del Lignum Vitae tra XIV e XV secolo.

Giuseppe Radaelli-2L’intervento dell’artificiere della Polizia di Stato e appassionato cultore di storia, Giuseppe Radaelli (un’ipotesi di lavoro su cui sta ancora lavorando) ha riguardato invece un’epigrafe angioina situata nella chiesa del Carmine di Mesagne. Infine, con l’ultima sessione introdotta dal professor Antonio Mario Caputo della Società di Storia patria-Brindisi e che ha avuto per moderatrice Maria Stella Calò, si è  potuto ascoltare alcune riflessioni della professoressa Gioia Bertelli sulla scultura proto angioina in area salentina, un excursus sulle testimonianze decorative con riferimenti alle chiese di Squinzano, Castellaneta, Brindisi e Lecce.

Augustale-2A seguire vi sono stati gli interventi del dottor Francesco Punzi, che ha riferito sulla moneta coniata da Carlo I d’Angiò, il reale d’oro, mostrando parallelismi con l’augustale di Federico II; l’intervento del professor Marcello Mignozzi che ha proposto un’attenta rassegna storica dei monumenti angioini comparandoli con le varie realtà pugliesi e in conclusione di convegno l’intervento dell’architetto Maurizio Delli Santi, che ha evidenziato gli interventi degli angioini nei vari castelli di Puglia e Basilicata.

Il decimo convegno nazionale promosso dalla Società di Storia patria per la Puglia (che ha avuto il patrocinio dell’amministrazione provinciale di Brindisi e la collaborazione del Touring Club Italiano, del Rotary Club Brindisi Appia Antica e dell’Istituto Ettore Palumbo) si è concluso lasciando tanti spunti di riflessione ed ha permesso di riscoprire un’epoca affascinante e i suoi riflessi nella città di Brindisi.

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