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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Torre Santa Susanna

Si fa mandare foto delle parti intime e poi minaccia le vittime: arrestato

Sette estorsioni di cui tre tentate, tre truffe e una violenza privata: sono questi i reti contestati a un 33enne di Torre Santa Susanna

TORRE SANTA SUSANNA - Sette estorsioni di cui tre tentate, tre truffe e una violenza privata: sono questi i reti contestati al 33enne di Torre Santa Susanna Santo Calò, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dai carabinieri di San Donaci al comando del luogotenente Francesco Lazzari. I reati sono stati commessi da ottobre 2017 a febbraio 2018, vittime dieci donne residenti in diverse regioni d’Italia: Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Sardegna e Puglia, di età compresa tra i 23 e i 48 anni.

Il 33enne finito nei guai ha adescato le sue vittime attraverso internet in vari siti di incontro o piattaforme commerciali dove si era registrato CALÒ Santo, classe 1985-2con un altro nome “Emanuele”, “presentandosi con un profilo rassicurante, sereno, che si attaglia ad un individuo che vive in solitudine, in cerca di amicizia e di una storia sentimentale di lungo periodo”. Scrivono i carabinieri nella nota stampa. In una circostanza si è finto bancario e single. Lo scopo è sempre stato quello di farsi inviare foto delle parti intime per poi ricattarle.

Le minacce dopo l'invio delle foto

Solo quando le donne che era riuscito ad adescare si erano ormai compromesse inviando fotografie “osé” ha rivelato la sua vera identità e sono partite le minacce accompagnate da richiesta di denaro che hanno riguardato somme tra i 200 e i 300 euro. “Facendo leva  sulla riservatezza che volevano mantenere su quelle storie e sulla paura e il senso di vergogna  che avrebbero altrimenti patito nel caso di diffusione delle loro immagini raffiguranti le parti intime”.

 “…se tieni al tuo pudore, al tuo lavoro puoi evitare di cadere nella vergogna 200 euro e sparisco altrimenti metto foto e conversazioni su Facebook…sarai lo zimbello del paese”. Le minacce sono state sempre quelle di diffondere e pubblicare in rete le foto anche sui siti di escort. Le somme di denaro provento di estorsione sono confluite sulla carta Postepay, di una ex fidanzata dell’arrestato estranea alla vicenda, che ne ha consentito l’uso, mentre i contatti con le vittime sono avvenuti grazie a due schede telefoniche una intestata ad una congiunta ed una  attivata  da un’amica di famiglia che l’aveva poi ceduta all’arrestato, entrambe le donne sono risultate estranee ai fatti. L’esame delle ricariche relative alla carta Postepay ha consentito l’individuazione  di tutte le vittime delle  estorsioni.

Tre tentativi di estorsione non si sono concretizzati per le resistenze delle vittime che si sono sottratte al ricatto. Una minacciando l’estorsore che lo avrebbe denunciato e le altre due hanno trovato la forza per denunciarlo e far partire l’attività investigativa che ha interessato i Reparti dell’Arma delle località di residenza delle vittime in cinque regioni d’Italia oltre alla Puglia.

La truffa: ha venduto on line cuccioli di cane 

Durante le indagini è emerso anche il reato di truffa nei confronti di tre donne: attraverso la pubblicazione di un unico annuncio sul sito “Subito.it” avente ad oggetto la vendita di cuccioli di cane di razza “buldog francese”, ha attirato l’attenzione di tre donne potenziali  acquirenti, due liguri e una sarda alle quali ha inviato tramite Whatsapp alcune foto degli animali per rendere l’offerta credibile, facendosi quindi accreditare in più frazioni quale acconto per le prenotazioni somme oscillanti dai 100 ai 200 euro.

Dopo aver incassato il denaro non si è presentato all’appuntamento per la consegna dei cuccioli e più volte contattato dalle donne non ha più risposto al telefono. In ultimo all’arrestato è stato anche contestato il reato di violenza privata, perché dopo aver  instaurato una conoscenza  con una donna  della provincia di Brindisi, con relativo scambio di messaggi in chat sul social network  “Badoo”,  sempre con il falso nome di Emanuele  e simulando interesse sentimentale,  si era fatto inviare alcune foto intime della stessa per poi chiederle di uscire con la minaccia di diffusione delle immagini se non avesse accettato, in modo da costringerla  in tre distinte circostanze ad avere tre incontri galanti.

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