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Cronaca Francavilla Fontana

Si impicca detenuto di Francavilla

LECCE - Si suicida in carcere impiccandosi con i lacci delle scarpe. È' stato ritrovato senza vita in mattinata dagli agenti della polizia penitenziaria nella sua cella del carcere di Borgo San Nicola, Antonio Padula, 48enne di Francavilla Fontana, in prigione per l'omicidio di Antonio Donato Andrisani, soffocato e dato alle fiamme nella sua abitazione a Francavilla Fontana.Un delitto che Padula aveva confessato.

LECCE - Si suicida in carcere impiccandosi con i lacci delle scarpe. È' stato ritrovato senza vita in mattinata dagli agenti della polizia penitenziaria nella sua cella del carcere di Borgo San Nicola, Antonio Padula, 48enne di Francavilla Fontana, in prigione per l'omicidio di Antonio Donato Andrisani, soffocato e dato alle fiamme nella sua abitazione a Francavilla Fontana.Un delitto che Padula aveva confessato.

L'ennesimo suicidio, quello di Padula, in una realtà che è sempre più difficile vivere, qual è Borgo San Nicola, come riferiscono gli operatori che prestano servizio presso l'istituto di pena. “Ad agosto sarà impossibile prestare la necessaria assistenza sanitaria”- ha infatti dichiarato il consigliere comunale, nonché medico in servizio presso il carcere, Marcello Ferrara. “Siamo in 7- ha detto - e con le ferie ad agosto non sarà possibile garantire la disponibilità di 2 medici per turno nell'istituto di pena. Siamo allo stremo - ha proseguito - e la Asl continua a rimandare il problema - ha concluso - con la consapevolezza che una soluzione, al problema, non c'è”.

L’estate rappresenta un periodo critico per chiunque, in particolare – dice lo studio dei fenomeni di criminologia - per soggetti sottoposti a determinata sensibilità perché versano in una condizione psichica di debolezza. Per questo l’osservazione medica può prevenire determinati gesti di autolesionismo. Soprattutto in un carcere come quello di Lecce, dove invece dei 600 detenuti per i quali è stato progettato ne ospita 1600.

Antonio Padula non aveva avuto una vita edificante, ed era stato condannato in primo grado con giudizio abbreviato, ma la sua fine è stata di certo più degradante. Un’offesa alla vita, per una vita offesa. Fu condannato a 20 anni di carcere il 9 novembre dal gip Eva Toscani il 9 novembre 2010 che gli attribuì anche le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. Ecco perché.

Usò un sacchetto di plastica annodato attorno al collo per soffocare Andrisani e poi appiccò le fiamme con un accendino per distruggere ogni prova simulando un incidente domestico. Fu un omicidio a sfondo passionale commesso d’impeto – così lo definì il procuratore capo della Repubblica Marco Dinapoli – quello  del 60enne invalido Antonio Donato Andrisani, ritrovato carbonizzato un lunedì mattina del 22 dicembre 2009, nella sua abitazione al civico 21 di via Chirulli.

Antonio Padula, tossicodipendente, già noto alle forze dell’ordine per altri reati, confessò subito durante gli interrogatori svolti in serata dai carabinieri e dal pm Cristina Fasano . Troppi i particolari coincidenti con i rilievi svolti dal medico legale Antonio Carusi, come quella busta di plastica stretta attorno al collo per punire il rivale in amore, dettagli che solo l’omicida poteva conoscere e confessare.

Il giallo di quello che apparentemente sembrava una dramma della solitudine, fu brillantemente risolto nell’arco di meno di 24 ore dai carabinieri della compagni di Francavilla Fontana diretta dal capitano Fabio Guglielmone. Al centro di una vicenda squallida maturata in un contesto di degrado la gelosia per una venticinquenne del posto, separata, madre di due figli uno dei quali affidato al padre mentre l’altro ai servizi sociali del Comune. L’assassino era uscito di prigione da poco, dopo essere stato rinchiuso nel 2004 per aver accoltellato un altro amante della donna. Domenica sera Andrisani gli ha aprì la porta e lui entrò seguendolo fino in camera da letto.

A meno di due anni dal fatto il suicidio. Il primo dall’inizio dell’anno nel carcere di Lecce. E sul fatto arriva con tempismo una fotografia della Uil sulla situazione carceraria. “La Puglia è la regione dove si registra il maggior sovraffollamento delle carceri: lo sostiene il segretario generale della Uil PA penitenziari, Eugenio Sarno, che ha reso noti i dati del primo semestre 2011 relativi al sistema penitenziario della regione "prossima al collasso - sostiene - e sempre più vicino alla completa paralisi".

"Alle 24.00 di ieri - sottolinea Sarno - erano presenti in regione 4432 detenuti (4207 uomini, 225 donne) a fronte dei 2471 posti attualmente disponibili. Un surplus di 1961 presenze che fa attestare la media del sovraffollamento regionale al 79,4%, il più elevato in Italia. L'istituto penitenziario con il più alto indice di affollamento - continua Sarno - risulta essere Lecce (107,4%), seguito da Taranto (103,8%) e Foggia (93%)".

Tra i dati forniti dalla Uil PA Penitenziari vi sono anche quelli relativi ai suicidi e i cosiddetti eventi critici verificatisi quest'anno."Dal 1 gennaio ad oggi si sono registrati - è detto nella nota - tre suicidi in cella (2 a Bari e 1 a Taranto; i tentati suicidi sono stati 37 (18 a Lecce, 9 a Bari, 3 a Taranto, 2 a Foggia, 1 a Lucera, San Severo, Trani e Turi), di cui 21 sventati in extremis, e gli atti di autolesionismo ammontano a 152 (di cui 93 a Lecce e 30 a Foggia).

I detenuti che hanno posto in essere proteste individuali (scioperi della fame, rifiuto del vitto, rifiuto della terapia) risultano essere 288 mentre sono state 22 le proteste collettive (battiture sui muri e contro le sbarre, sciopero del carrello). Gli atti di aggressione nei confronti di poliziotti penitenziari ammontano a 11 (cinque solo a Bari), con un totale di 21 agenti penitenziari feriti. I dati analitici (per singolo istituto) degli eventi critici e del sovraffollamento sono consultabili sul sito www.polpenuil.it.

"La situazione penitenziaria regionale» è motivo di ulteriori preoccupazioni - prosegue la nota - anche per la situazione deficitaria del personale: per l'amministrazione gli organici in regione sarebbero al completo. Noi contestiamo questi dati. L'organico complessivo regionale - aggiunge Sarno - è fissato in 2530 ma ne risultano assegnate 2648 unità (di cui 63 in strutture non penitenziarie, come il Provveditorato e gli Uffici per l'Esecuzione penale esterna (Uepe). Ma se si tiene conto dell'apertura di nuove sedi come Spinazzola, Maglie ed Altamura per cui non è intervenuto nessun incremento e il nuovo reparto di Lecce è evidente che la situazione organica palesemente deficitaria".

"Non va certo meglio - continua Sarno - per il personale amministrativo tra cui è opportuno segnalare la carenza di 18 educatori e 4 assistenti sociali. La grave crisi finanziaria» - conclude – potrebbe costringere molte direzioni ad alzare bandiera bianca con conseguente paralisi di ogni attività. Tutti problemi legati alla gestione e alle dispoonibilità del ministero della Giustizia, ma che saranno da questi giorni il fronte su cui dovrà misurarsi il Garante dei detenuti appena eletto dal consiglio regionale pugliese.

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