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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Latiano

Latiano, delirio di alleanze trasversali. Destra e sinistra? Non ci sono più

Delirio elettorale a Latiano, dove gli ex di questo o quel partito trionfano nel centrosinistra, costringendo gli elettori a non perdersi una puntata per non smarrire il senso dell'orientamento: è successo che nell'obsolescenza politico-amministrativa che ha portato alla caduta del "Laboratorio" inventato da Massimo Ferrarese, Pd e Udc si siano separati, il Partito democratico si è spaccato tra la corrente del presidente della Provincia Maurizio Bruno che sostiene il sindaco uscente Antonio De Giorgi, che piace molto ad Antonio Gioiello e niente di meno ad alcuni ex di Forza Italia, e quella che aveva scelto l'avvocato Cosimo Maiorano, adesso supportato da civiche nelle quali hanno trovato casa i contestatori

LATIANO – Delirio elettorale a Latiano, dove gli ex di questo o quel partito trionfano nel centrosinistra, costringendo gli elettori a non perdersi una puntata per non smarrire il senso dell’orientamento: è successo che nell’obsolescenza politico-amministrativa che ha portato alla caduta del “Laboratorio” inventato da Massimo Ferrarese, Pd e Udc si siano separati, il Partito democratico si è spaccato tra la corrente del presidente della Provincia Maurizio Bruno che sostiene il sindaco uscente Antonio De Giorgi, che piace molto ad Antonio Gioiello e niente di meno ad alcuni ex di Forza Italia, e quella che aveva scelto l’avvocato Cosimo Maiorano, adesso supportato da civiche nelle quali hanno trovato casa i contestatori.

Ma le scintille ci sono anche nell’area moderata, poiché gli ex Udc tifano per Claudio Ruggiero, anche lui avvocato, alla ricerca della vittoria dopo la sconfitta al ballottaggio nel 2010. Perdersi, quindi, è facile tra le candidature, a maggior ragione fra retroscena e racconti a metà strada tra le leggende di paese e la verità storica che viaggia sempre sotto la voce “cambiamento”. Deve essere proprio quella voglia di cambiare che ha portato a scompaginare così nettamente il panorama politico.

Antonio De GiorgiAntonio De Giorgi. Vuole continuare a “cambiare” il primo cittadino che sta per chiudere il mandato amministrativo avviato nella primavera di cinque anni addietro. Così recita lo slogan che convince ancora Sel, ma non più gli Ecopacifisti e quelli di Italia dei Valori, visto che gli ultimi due movimenti politici hanno preferito altri candidati: rispettivamente Maiorano e Ruggiero. Antonio De Giorgi, in ogni caso, non si scompone. Anzi. Infila una riunione dietro l’altra.

Oggi, per esempio, è stato costretto a una maratona. Non è stato possibile neppure rintracciarlo al telefono, se non per venti secondi, il tempo di dire: “Mi scusi, ma sono impegnato in un incontro”. Sarebbe stato legittimo chiedere al sindaco che vuole fare il bis come sia riuscito a incassare la fiducia di chi dovrebbe stare dall’altra parte, essendo stato commissario di Forza Italia, al secolo Massimiliano Baldari.

A Latiano, Baldari che pure sperava in un’investitura per correre in direzione del Municipio si è dimesso dall’incarico, ha chiuso con il commissario regionale Luigi Vitali, ha dialogato con l’avversario Raffaele Fitto e alla fine ha deciso di mettere la parola fine per sostenere De Giorgi con una lista che si chiama “Moderati per Latiano”.

Claudio Ruggiero-2Claudio Ruggiero. Gli altri moderati, ex azzurri probabilmente stanchi del duello Berlusconi-Fitto, a loro volta hanno preferito cambiare aria e stare insieme con “Forza Latiano”, con l’avvocato Claudio Ruggiero, vice sindaco a cavallo tra il 2009 e il 2010, con tessera dell’Udc in tasca e sempre con lo stesso partito, sindaco facente funzioni dopo il lutto che sconvolse l’intera comunità, rimasta orfana del primo cittadino Graziano Zizzi. Mai dimenticato come politico e come uomo, soprattutto.  Con Ruggiero ci sono: Movimento amici per Latiano, Idv, Verdi, Democratici e popolari, Movimento politico per Schittulli e la lista che porta il suo nome e appunto Forza Latiano.

Il candidato sindaco cinque anni fa, provò a correre e perse per una manciata di voti: “Erano meno di duecento”, ricorda. Medita la rivincita, quindi? “Non esattamente. Non c’è vendetta in animo, ma giustizia sociale, quella sì”. Cosa vuol dire? “Che siccome l’attuale amministrazione comunale si è dimostrata assolutamente incapace di fare e decisamente inconcludente, è arrivato il momento di lasciare la parola ai latianesi e farli diventare arbitri. Devono scegliere le persone, far valere le personalità e non i partiti: è arrivato il momento che ciascuno prenda a due mani il proprio destino”.

L’idea progettuale è nel nome del cambiamento rispetto alla gestione di De Giorgi e in continuità con quanto avviato sotto la guida di Edmondo Caniglia, due lustri addietro, quando brillava la stella del senatore Antonio Gaglione, ora lontano anni luce dalla scena politica locale. Determinante il contributo attuale di ex Udc come Giovanni Bruno, Pasquale Caliolo e Angelo Caforio.

“Parlare di partiti- ripeto – non ha senso, così come non ha alcun valore il Laboratorio, esperienza archiviata”, dice l’aspirante sindaco che ha iniziato a fare politica che di anni ne aveva 16. Era il periodo del rapimento di Aldo Moro, lui frequentava l’industriale a Brindisi. E’ qui che a iniziato a parlare. E parlando parlando sono arrivate le arringhe in Tribunale e i comizi.

Cosimo Maiorano-2Cosimo Maiorano. Nel percorso professionale ha incontrato il collega Cosimo Maiorano, avvocato anche lui, candidato sindaco con quattro liste civiche che abbracciano l’area di centrosinistra e danno possibilità di respiro a quelli del Pd, rimasti a corto di fiato dopo l’assemblea cittadina in cui all’unanimità, fatta eccezione per un consigliere, hanno deciso di convogliare sul legale. Voce fuori dal coro, Antonio Gioiello, volto noto anche in Provincia.

Si narra, infatti, che dopo quell’incontro, il Pd a Latiano è stato commissariato con la nomina di Tommaso Gioia, ritenuto vicino a Maurizio Bruno, attuale primo cittadino di Francavilla Fontana, presidente dell’Amministrazione provinciale e presidente provinciale del Partito. Gli altri del Pd sono con Cosimo Maiorano, spalmati fra “Insieme con Maiorano”, “Bene in Comune”, “Noi ci siamo” ed Ecopacifisti. A tifare per l’avvocato anche l’ex vice sindaco Maria Concetta Milone, costretta alle dimissioni essendo in contrasto con il titolare del tricolore, al pari di Giovanni Calcagno. Nel gruppo dei supporter anche Giuseppe Vitali, Cosimo Albanese, Pietro Mingolla, Gabriele Argentieri e Mauro Vitale, questi ultimi ex di Unione di centro.

“Dobbiamo cambiare Latiano”, esordisce l’aspirante sindaco, da sempre impegnato nel volontariato. E’, infatti, presidente dell’associazione Ant. E anche lui è un “ex”, essendo stato difensore civico otto anni fa: “Mi sono dimesso perché il Comune aveva una concezione distorta di questa figura. In realtà non ne aveva nessuna visto che si faceva l’impossibile per impedire il mio lavoro, per cui dopo due anni e mezzo ho messo fine a quell’esperienza”, racconta.

Archiviato ciò che è stato, guarda avanti e dice: “Fuori gli affaristi e i politicanti che hanno portato al disastro attuale, del quale come latianese mi vergogno. C’è urgenza democratica qui da noi”. In che senso? “Nel senso che bisogna restituire la dignità al Comune, come territorio e come istituzione”. E giù con l’affondo al sindaco uscente. “L’attuale amministrazione non ha fatto il suo dovere, il primo cittadino altro non è stato, se non una controfigura nelle mani di altri soggetti”. La frecciatina pare sia rivolta al presidente del Consiglio comunale, Salvatore De Punzio, con il quale non c’è stato mai dialogo.

Nomi, ad ogni modo, non ne fa. Esempi del fallimento amministrativo sì: “Basti considerare la scelta scellerata di realizzare un centro commerciale nel pieno centro storico. Opera che doveva essere terminata a luglio 2013. E’ evidente che non si è tenuto conto delle esigenze della città ed ecco perché la caratteristica principale dello schieramento al quale appartengo è la presentabilità. Il che vuol dire che gli elettori devono guardare i candidati, fare una vera radiografia per capire cosa hanno fatto nella loro vita, qual è stata l’esperienza. E non devono avere condanne o inchieste pendenti. Non chiederò il certificato penale, ma mi pare importante l’essere stati corretti senza ombre o peggio ancora macchie”.

Gli altri. In pista a Latiano non mancano i “grillini” con Giovanni Guarini. E Forza Italia pare voglia essere della partita con una donna: circola il nome di Eliana Di Coste. Si vedrà. Il delirio c’è tutto.

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