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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Spaccio di droga ai tempi di Facebook

FRANCAVILLA FONTANA – La coca la chiamavano “bamba” o anche “caffè”, l'hashish doveva essere di quello buono, del tipo “Ds+”, i pagamenti avvenivano attraverso accrediti su carte prepagate e le contrattazioni erano accordate attraverso Facebook, lo scambio della droga, poi, avveniva alle fermate degli autobus, nei ristoranti, vicino ai centri scommesse nei bar e anche nelle chiese.

FRANCAVILLA FONTANA – La coca la chiamavano “bamba” o anche “caffè”, l'hashish doveva essere di quello buono, del tipo “Ds+”, i pagamenti avvenivano attraverso accrediti su carte prepagate e le contrattazioni erano accordate attraverso Facebook, lo scambio della droga, poi, avveniva alle fermate degli autobus, nei ristoranti, vicino ai centri scommesse nei bar e anche nelle chiese.

Un traffico di sostanze stupefacenti al passo con i tempi che però non ha colto impreparati gli investigatori. I dieci pusher artefici di questo nuovo giro di droga altamente tecnologico sono comunque finiti nella rete dei carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della compagnia di Francavilla Fontana, guidato dal tenente Simone Clemente e traferiti in carcere (video). Le ordinanze di custodia cautelare, richieste dal pm Raffaele Casto e firmate dal gip Paola Liaci sono state eseguite all'alba di oggi.

Gli arrestati sono: Alfonso Leo (già in carcere), di 24 anni, di Francavilla Fontana, Parisi Maurizio, detto “Papatoro”, anche lui di Francavilla e anche lui di 24 anni, Cosimo Tafuri, detto “Mino”, 20 anni, di Ceglie Messapica, Marco Russo, 22 anni di Francavilla Fontana, Giovanni Casella, soprannominato “Angoscia”, 24 anni di Francavilla Fontana, Francesco Rosato, detto “Ciccio”, 25 anni, di Francavilla Fontana, Graziano Russo, soprannominato “Barletta”, 22 anni, di Francavilla Fontana, Angelo Di Presa, detto “Lino”, 57 anni di Francavilla Fontana (il più anziano del gruppo), Pietro Molendini, 47 anni di Francavilla e Pietro Stea di 50 anni di Brindisi.

Denunciata una 21enne di Francavilla, F.J.L. Il reato contestato a tutti è detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Ad alcuni è stata contestata anche l'aggravante di cessione a minori della droga. L'indagine durata un anno (da novembre 2010 a novembre 2011) è stata denominata “Fast Delivery”, i dieci, quasi tutti di età compresa tra i 22 e i 25 anni, sono stati definiti dagli investigatori “rampolli della criminalità locale” .

Avevano messo su un giro di affari che oscilla tra i 30mila ai 50mila euro al mese, la droga veniva venduta anche ai minorenni. Un traffico di sostanze stupefacenti organizzato alla perfezione per scongiurare la flagranza di reato in un eventuale controllo. La droga (marijuana, hashish e cocaina), veniva acquistata da Brindisi da Molendini e Pietro Stea e rivenduta ai francavillesi, gli incontri per l'acquisto avvenivano nelle stazioni di servizio situate all'ingresso del capoluogo.

Lo smercio dello stupefacente, poi, avveniva secondo un articolato percorso cittadino lungo il quale gli acquirenti attendevano il “rifornimento di “bamba” (cocaina) o fumo davanti a luoghi ben specifici (bar, monumenti, ristoranti, centri scommesse, chiese), un po’ come si fa alla fermata del tram. Gli acquirenti non dovevano fare altro che contattare il gruppo e l’incaricato di turno gli comunicava a quale “fermata” farsi trovare pronto dopo di che cominciava il tour delle consegne.

Gli spacciatori, tutti nullafacenti, avevano ideato inoltre un arguto metodo per evitare che, durante le perquisizioni, i carabinieri potessero trovare somme contanti ingiustificate. Sono state captate intercettazioni telefoniche dove si chiedeva di versare i soldi ricavati dall'attività di spaccio su carte prepagate.

Durante uno dei viaggi per l'approvvigionamento  della droga e precisamente il 18 marzo 2011, a conclusione di un inseguimento sulla statale Brindisi – Taranto furono arrestati in flagranza di reato Angelo Di Presa, Alfonso Leo,  Giovanni Casella,  Cosimo Tafuri e Marco Russo, perchè trovati in possesso di nove panetti di hashish da 100 grammi l'uno, e 100 grammi di marijuana già suddivisa in dosi.

Nonostante l’arresto e il successivo beneficio della detenzione domiciliare, alcuni degli arrestati si misero a riorganizzare le forze in attesa del loro ritorno in libertà: non al telefono ma tramite comunicazioni su Facebook. Durante un controllo di polizia Alfonso Leo fu beccato mentre chattava con Cosimo Tafuri al quale dava indicazioni sulla “riorganizzazione” degli illeciti affari una volta terminato il periodo di detenzione.

“Questo deve viaggiare con noi”, si leggeva nella conversazione. I due furono denunciati per violazione degli obblighi connessi alla detenzione e il gip ne dispose l’immediata carcerazione. Altro riscontro dell’attività di indagine è giunto grazie alla collaborazione dell’Arma di Giulianova (in Abruzzo) che nel novembre 2011 arrestò Francesco Rosato e Michele Suma, perchè trovati in possesso di 60 g di hashish e 13 carte di credito e prepagate rilasciate da istituti bancari e postali.

Il 14 agosto scorso, infine, i militari del Norm, hanno nuovamente arrestato Graziano Russo perchè trovato in possesso di 20 grammi di hashish e 20 di marijuana. Nel corso dell’indagine i carabinieri hanno eseguito, in totale 7 arresti in flagranza di reato, 2 su ordinanza  e sequestrato 1 chilo e trecento grammi di hashish e 500 grammi di marijuana, nonché alcune carte di credito.

Gli arrestati

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