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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Via Calabria

Spari in strada, il camionista resta in carcere. "Non ho sparato per uccidere"

Ha detto di aver sparato per intimorire le persone che stavano aggredendo suo figlio, non per ucciderle. Ma il gip del tribunale di Brindisi ha confermato il provvedimento di fermo emesso a suo carico, senza scalfire l'impianto accusatorio. Resta in carcere con l'accusa di tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco l'autotrasportatore Michele D'Amuri

FRANCAVILLA FONTANA – Ha detto di aver sparato per intimorire le persone che stavano aggredendo suo figlio, non per ucciderle. Ma il gip del tribunale di Brindisi ha confermato il provvedimento di fermo emesso a suo carico, senza scalfire l’impianto accusatorio. Resta in carcere con l’accusa di tentato omicidio e porto illegale in luogo pubblico di arma da fuoco l’autotrasportatore Michele D’Amuri, 51 anni, di Francavilla Fontana.

L’uomo, difeso dall’avvocato Michele Fino, era stato ascoltato martedì scorso (21 luglio) nell’ambito dell’interrogatorio di convalida del provvedimento restrittivo eseguito nella giornata di domenica (19 luglio) dai carabinieri del Norm della compagnia di Francavilla al comando del tenente Roberto Rampino. D’Amuri ha ammesso che fu lui a esplodere i due colpi di arma da fuoco che la sera dell’8 luglio seminarono il panico in via Calabria, nel centro di Francavilla.

Da quanto appurato dalle forze dell’ordine, D’Amuri voleva colpire con la sua pistola calibro 7,65 un giovane con cui il figlio 27enne stava avendo una violenta discussione, sfociata in una vera e propria aggressione. L’indagato giunse sul posto alla guida della sua utilitaria, ritrovata qualche ora dopo dai militari. “Non volevo uccidere nessuno – ha detto il francavillese – volevo difendere mio figlio, che era stato accerchiato da più persone”.

I militari giunsero rapidamente in via Calabria, su richiesta di alcuni residenti. Sulla strada vennero recuperati due bossoli. Un proiettile si era conficcato in un muro. Dopo aver raccolto numerose testimonianze, le forze dell’ordine appurarono che la lite fra i due giovani era maturata in ambito privato: all’origine dei dissapori ci sarebbe con ogni probabilità una ragazza contesa.

Il figlio di D’Amuri venne ricoverato in ospedale, dove gli venne diagnosticata una lesione al setto nasale, con prognosi di 7 giorni. Gli investigatori giunsero rapidamente sulle tracce dell’autotrasportatore. Questi cercò di sfuggire all’arresto rifugiandosi sul terrazzo di un’abitazione. Ma le forze dell’ordine riuscirono a individuarlo, notificandogli il provvedimento di fermo di indiziato di delitto firmato dal pm Eva Toscani. 

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