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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Stalking in punta di coltello, la vittima in aula

BRINDISI – Qualche giorno prima aveva sporto denuncia contro Palmino Seclì, 61 anni, brindisino, che aveva conosciuto in una scuola di ballo. Ma non era servito a farlo desistere dall’importunarla. Anzi, lo aveva aizzato ancora di più. La sera del 6 dicembre scorso Seclì si apposta in viale Aldo Moro, nei pressi della casa della donna, e quando la vede arrivare, la blocca poggiandole la punta di un coltello su un fianco e premendo per far capire che fa sul serio. Quindi la trascina in un angolo buio di via Fratelli Cervi e cerca di abusare di lei.

BRINDISI – Qualche giorno prima aveva sporto denuncia contro Palmino Seclì, 61 anni, brindisino, che aveva conosciuto in una scuola di ballo. Ma non era servito a farlo desistere dall’importunarla. Anzi, lo aveva aizzato ancora di più. La sera del 6 dicembre scorso Seclì si apposta in viale Aldo Moro, nei pressi della casa della donna, e quando la vede arrivare, la blocca poggiandole la punta di un coltello su un fianco e premendo per far capire che fa sul serio. Quindi la trascina in un angolo buio di via Fratelli Cervi e cerca di abusare di lei.

La reazione della donna lo coglie di sorpresa. Lei afferra il coltello dalla parte della lama e cerca di allontanarlo dal proprio corpo, ferendosi alla mano con la quale stringe la lama. E grida a squarciagola. Tanto da attirare l’attenzione di una pattuglia della polizia, impegnata in un’operazione anticrimine. I poliziotti si rendono conto di quanto sta accadendo e bloccano l’uomo prima che possa darsela a gambe. Viene identificato e finisce in carcere. Dove è ancora rinchiuso. Seclì non è nuovo nei rapporti ravvicinati con le forze dell’ordine: è stato indagato per rapina, per maltrattamenti, per resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

Questa mattina è comparso in udienza, da detenuto, per rispondere del reato di stalking. E’ stata interrogata la vittima delle persecuzioni (O. C., brindisina, titolare di un negozio) che ha ripercorso le tappe delle vessazioni e delle minacce subite da quando aveva conosciuto Seclì. Aveva perso la tranquillità, era sempre in ansia, aveva paura. Tanto da denunciarlo. Poi il momento terribile dell’aggressione. Eppure lei non aveva mai dato adito a equivoci né aveva avuto comportamenti che potevano aver generato idee strane nella testa dell’imputato.

Interrogata anche la figlia della vittima dello stalking. La ragazza ha confermato che la madre aveva perso la serenità da quando aveva conosciuto Seclì perché la perseguitava. La sezione collegiale del tribunale, presieduta da Giuseppe Licci, ha quindi rinviato ad altra udienza.

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