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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Scuola e università: studenti in piazza contro numero chiuso e test Invalsi

Decine di studenti si sono ritrovati stamani in piazza Vittoria per protestare contro il sistema del numero chiuso nell'accesso all'università: un sistema a loro dire iniquo, che non garantisce il diritto all'istruzione. Letta una missiva indirizzata al ministro all'Istruzione e al presidente del Consiglio

BRINDISI – Decine di studenti si sono ritrovati stamani in piazza Vittoria per protestare contro il sistema del numero chiuso nell’accesso all’università: un sistema a loro dire iniquo, che non garantisce il diritto all’istruzione. L’Uds (Unione degli studenti) Brindisi coordinata dal Giulio Gazzaneo ha allestito un gazebo dal quale è stata letta una missiva indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, e al ministro all’Istruzione, Stefania Giannini.

“La mia – si legge nella lettera firmata idealmente da uno studente – più che una richiesta è una preghiera: lasciate che sia la selezione naturale dell’università a fare il suo corso, eliminate questi test, non tenete conto di quello che è stato fatto quest’anno e non ripeteteli mai più, perché state sicuri che così nasceranno bravi medici, che davvero sapranno fare e ameranno il loro mestiere. Non si può decretare – si legge ancora nella lettera - chi è in grado di essere un medico in base ad un test, è come se si volesse conoscere la personalità e la volontà di 20mila persone o più in base a delle crocette: non è giusto”.

Alcuni ragazzi indossavano una mascherina ed esponevano la scritta: “Sognatore numero (seguita da un numero di matricola diverso per ogni manifestante, ndr) non ho potuto sceglie il mio futuro”. I ragazzi temono dunque di non essere padroni del loro destino universitario. Per questo Giulio Gazzaneo, coordinatore provinciale Uds-2manifestano il loro sdegno contro le prove d’ammissione al corso di Medicina e Chirurgia svoltesi lo scorso aprile, a soli due mesi dall’esame di maturità.

“Nel lasso di tempo tra le ore 11 e le ore 12,40, orario da prova secondo regolamento, la soddisfazione e la certezza di un’adeguata preparazione di molto hanno lasciato il posto allo smarrimento di chi si vedeva poste domande poco chiare, fuori dagli standard comuni agli anni scorsi, il cui stesso scopo è oggi poco chiaro, considerando che si tratta di un test a graduatoria, non a punteggio minimo”.

Stufi di questa situazione, Uds chiede dunque “un aumento dei posti disponibili al corso di Medicina e Chirurgia da 10mila e 551 a 20mila, bilanciati dall’introduzione di un sistema di verifica che impedisce all’alunno di proseguire all’anno successivo in caso in cui non siano stati svolti almeno due terzi degli esami con una media pari a 20/30”.  Ma la protesta dell’Uds non si esaurisce con i sit-in di protesta svoltisi stamani in ogni capoluogo. Per martedì 13 maggio, infatti, è stata indetta una nuova mobilitazione contro la prova Invalsi,  test di valutazione ai quali lo stesso giorno verranno sottoposti gli iscritti al secondo anno degli istituti di secondo grado.

Tali prove, a detta di Uds, sono infatti “dannose per la didattica, costose ed escludenti dal momento che si fondano su un concetto di meritocrazia inesistente, non considerando le differenze socio-economiche presenti nelle scuole del nostro paese”. In questi due giorni di mobilitazione, quindi, verrà difeso  “un modello di scuola diverso da quello che sentiamo esserci imposto, in cui gli studenti non siano ridotti a numeri e codici, in cui la didattica e la valutazione siano processi ampi e condivisi dalle componenti che la scuola la vivono ogni giorno e che tengano conto delle peculiarità e differenze di ognuno”.

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