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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Taglieggiò artigiano: condanna a 4 anni

BRINDISI - L'ammontare del danno sarà quantificato in sede civile, ma oltre alla vittima delle estorsioni, il diritto al risarcimento è stato riconosciuto anche all'associazione Antiracket Salento: 4 anni di reclusione per Walter Leo, brindisino di 45 anni.

BRINDISI - L'ammontare del danno sarà quantificato in sede civile, ma oltre alla vittima delle estorsioni, il diritto al risarcimento è stato riconosciuto anche all'associazione Antiracket Salento che non solo aveva raccolto la disperata richiesta d'aiuto di un uomo, un vetraio, che subiva minacce e soprusi vari, ma gli ha anche fornito assistenza legale durante tutto il processo con rito abbreviato che si è celebrato dinanzi al gup Maurizio Saso e che si è concluso oggi con la condanna a 4 anni di reclusione per Walter Leo, brindisino di 45 anni, che fu arrestato dalla Squadra mobile nel luglio del 2012.

Secondo l’accusa Leo che fu sottoposto a custodia cautelare su ordinanza del gip del Tribunale di Brindisi, tento' di estorcere sotto minaccia una somma pari a 500 euro quale pagamento per presunti danni derivanti da un sinistro stradale verificatosi con un commerciante di Brindisi, incidente a quanto pare simulato.

Presenti in aula, stamane, la presidente di Antiracket Salento Lecce-Brindisi-Taranto, Maria Antonietta Gualtieri, la responsabile dello sportello di Brindisi Vanessa Coluccia, i legali, l’avv. Francesco Cavallo, difensore della vittima, e l’avv. Pierfilippo Centonze.

“Siamo solo all’inizio di un cambiamento radicale circa l’emersione dei fenomeni estorsivi sul territorio brindisino – commenta la presidente di Antiracket Salento - iniziamo a dare le prime risposte concrete alla gente, ricordando che in questo caso specifico, il coraggio che la vittima ha dimostrato rivolgendosi a noi e chiedendo aiuto, ha portato risultati rapidi e decisivi”.

“Se mi denunci alla polizia taglio la gola a te, a tua moglie, a tuo figlio e anche alla tua nipotina, perché so che ce l’hai”, aveva detto alla vittima il 45 enne imputato oltre che per tentata estorsione anche per incendio e istigazione a delinquere. Le indagini furono avviate dopo che, nei primi giorni di maggio l’autocarro della vittima era stato misteriosamente dato alle fiamme. Il fuoco aveva provocato danni alla facciata del palazzo dinanzi al quale era parcheggiato.

Prima l’estorsione, poi il sinistro stradale i cui danni non furono mai accertati e comunque non esigibili, essendo il suo mezzo privo di copertura assicurativa obbligatoria.“Mi devi dare subito i soldi, altrimenti non sai cosa sono capace di fare, ti brucio il negozio e il camion, non ho paura di nessuno”, disse Leo alla sua vittima. Dopo qualche mese, e precisamente i primi giorni di maggio, andò a fuoco l’autocarro di proprietà del commerciante preso di mia da Leo, il mezzo era parcheggiato sulla pubblica via.

L’incendio danneggiò la facciata dello stabile e le finestre di una abitazione. Lo scorso mese di giugno, Walter Leo, dopo essere stato convocato in questura, e aver compreso che c’erano in atto indagini a suo carico, si ripresentò nuovamente dalla sua vittima, minacciandola gravemente per costringerla a rendere false dichiarazioni all’autorità giudiziaria, oppure a eludere le investigazioni a suo carico.

“Sono stato convocato in questura, mi hanno chiamato, se ti chiameranno per il riconoscimento, dì che non mi conosci. Se invece lo farai, taglierò la gola a te, tua moglie, tuo figlio e anche alla tua nipotina, perché so che hai una nipotina”. In quell’occasione si assunse anche la responsabilità dell’incendio del camion precisando che lo aveva fatto per la mancata corresponsione dei 500 euro.

 

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