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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Terminal crociere, indagini in corso

BRINDISI - L’operazione del terminal crociere a Costa Morena Est condotta dall’Autorità Portuale di Brindisi, interessa, e parecchio, la procura che, secondo alcune fonti ufficiose degli ambienti portuali, ha già notificato alle parti la richiesta di proroga delle indagini.

BRINDISI – L’operazione del terminal crociere a Costa Morena Est condotta dall’Autorità Portuale di Brindisi, avviata sotto la presidenza di Giuseppe Giurgola e giunta al punto sotto quella di Iraklis Haralambidis (segretario generale in entrambi i casi Nicola De Nobile), interessa, e parecchio, la procura che, secondo alcune fonti ufficiose degli ambienti portuali, ha già notificato alle parti la richiesta di proroga delle indagini. Dunque una inchiesta c’è, almeno da sei mesi, che si aggiunge a quella sul terminal passeggeri in costruzione a Costa Morena Ovest.

Per rispetto del riserbo istruttorio, e anche perché le indagini non sono affatto concluse ma richiederanno eventualmente almeno altri sei mesi – se il gip concederà la proroga – non indichiamo né i nomi né le ipotesi di reato. Basta la ricostruzione della vicenda, che BrindisiReport.it ha seguito sin dall’inizio in maniera molto critica. Partiamo dagli ultimi sviluppi, quelli che riguardano i bandi e la prima aggiudicazione.

“Si rende noto che con Decreto Presidenziale n. 80 del 07.5.2012 il servizio in oggetto è stato aggiudicato in via definitiva in favore della costituenda Ati Venezia Terminal Passeggeri Sp (mandataria)/Marinvest Srl/Royal Caribbean Cyprus Ltd/Bassani Adriatico Srl (mandanti)”, annunciava l’Autorità portuale il 20 marzo 2012. Poco più di due mesi dopo, invece, il bando per la progettazione esecutiva e la esecuzione dei lavori del terminal, per un importo complessivo dell’appalto di un milione 295mila euro. Ancora, da quanto si evince dal portale dell’Authority, non ci sono esiti noti.

Il punto di inizio è che con le società dell’Ati aggiudicataria del servizio già a fine febbraio 2011 il presidente in scadenza meno di un mese dopo, Giuseppe Giurgola,  voleva siglare un protocollo che propose senza successo al Comitato portuale, atto che prevedeva l’ingresso della stessa Autorità portuale nella compagine. Le quattro società avevano inviato a dicembre una manifestazione di interesse che fu affisso in bacheca per 20 giorni durante le vacanze di Natale del 2010, con gli uffici praticamente chiusi.  Praticamente una cambiale da firmare a scadenza di mandato, da lasciare in eredità al nuovo entrato (Haralambidis).

Sembrava finita lì, ma su quella traccia avevano continuato invece a lavorare sia il nuovo presidente che il segretario generale rimasto al suo posto. E il 22 dicembre 2011 si arrivò ad una clamorosa rottura tra Autorità Portuale e amministrazioni locali proprio a causa del pressing per realizzare l’operazione del terminal crociere a Costa Morena Est: in Comitato portuale la delibera che prevedeva un bando di gara aperto per l’affidamento dei servizi del futuro terminal passò infatti con soli 7 voti su 6. Sarebbe finita 7 a 7 se il rappresentante della Provincia, l’assessore Enzo Baldassarre, invece della scelta di non partecipare al voto avesse invece votato contro, visto che aveva proposto – proprio per evitare rotture – di rinviare l’argomento per andare invece ad uno studio di fattibilità sul terminal.

BrindisiReport.it evidenziò il pesante dubbio che aleggiava sulla delibera, dovuto all’urgenza che si volle applicare all’affidamento di un servizio, quello ai passeggeri delle navi da crociera, senza che esistesse ancora il terminal da gestire, senza che fossero stati quantificati i costi dell’operazione, senza che alcuna compagnia da crociera avesse mai sottoscritto un impegno per un determinato numero di scali annui a Brindisi, senza che fosse stato quantificato il valore della concessione. Su tutto, l’impressione netta, scrivemmo, che per motivi incomprensibili la cosa più importante fosse l’affidamento del servizio, piuttosto che il traffico e lo stesso terminal. Forse ha avuto la stessa impressione anche la procura, che sta cercando di stabilire se via siano state o meno violazioni di rilevanza penale.

Ma tanti anche i dubbi di natura commerciale e gestionale. L’aggiudicazione al cartello di società che si era proposto non sarebbe stato un ostacolo obiettivo all’arrivo nel porto di Brindisi di altre compagnie concorrenti? E perché il terminal da affidare in gestione ad un privato doveva essere costruito con i soldi pubblici, senza che il privato firmasse alcun impegno per garantire un traffico annuale certo al porto di Brindisi? Questioni che pose nella famosa seduta del Comitato portuale del 22 dicembre 2011 l’agente marittimo Teo Titi. Riportiamo integralmente alcuni stralci di un intervento di Titi da noi pubblicato qualche giorno dopo quella tempestosa riunione.

“Non comprendo il motivo per il quale si è voluta dare priorità assoluta alla gara per l’individuazione del soggetto che gestirà i servizi di un terminal, e non alla creazione del terminal. Temo che una gara che tenga conto dei requisiti tecnici del partecipante piuttosto che quelli economici possa risultare discriminante  e poter favorire in maniera netta solo una società che ha già manifestato ufficialmente un interesse”, affermò Titi.

“Qualora venisse affidata tale gestione ad una società partecipata da compagnie di navigazione che scalano a Bari (quali Royal Caribbean e Msc), temo che il loro interesse possa essere quello di controllare il porto di Brindisi escludendo eventuali concorrenti. Credo infatti che queste compagnie – spiegò l’agente marittimo brindisino - non abbiano interesse a trasferirsi dal porto di Bari, in quanto lascerebbero un porto che per le crociere che imbarcano passeggeri è commercialmente più avvantaggiato rispetto a Brindisi”.

“Avrei voluto chiedere di inserire, allora, che il futuro concessionario presti garanzie di traffico. Visto che la gara si basa soprattutto sulle qualità tecniche e molto poco su quelle economiche, il dubbio è – spiegò ancora Teo Titi - che un canone annuale fisso troppo basso non impegni il concessionario a puntare sul nostro porto. Un importo esiguo potrebbe infatti rientrare in un budget e nella strategia di ‘controllo’ suddetta senza creare alcuno sviluppo”. Titi conosceva bene la strategia commerciale seguita in quei mesi in alcuni porti da due delle stesse società interessate a Brindisi.

Una testata specializzata online, www.portoediporto.it, spiegava nel luglio 2012: “Prima, nel 2010, Ravenna, poi, l’anno successivo, è stata la volta di Catania, ora, negli ultimi due mesi, la rodata accoppiata formata da Vtp – Venezia Terminal Passeggeri, la società che gestisce il terminal passeggeri di Venezia, e dall’agenzia marittima della Serenissima Bassani, ha segnato altri due colpi per l’espansione territoriale, vincendo le gare per la gestione dei servizi ai crocieristi a Brindisi e Cagliari. In Puglia la cordata aggiudicataria del ‘servizio di interesse generale di assistenza ai crocieristi in arrivo a Brindisi’ annovera anche Msc e Royal Caribbean Cruise Line. Ati che dovrebbe essere formalmente rappresentata dalla newco Brindisi Cruise Terminal, partecipata al 35% da Bassani, al 25% ciascuno da Marinvest (finanziaria di Msc) e  Rccl e al 15% da Vtp”.

 

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