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Cronaca

Torre, troppi attentati in quel palazzo

TORRE SANTA SUSANNA – L’ombra del dolo dietro il grande rogo che nella notte, tra le 22 e le 2 del mattino, tra domenica e lunedì ha devastato il garage di via Pietro Panarese. E se dietro le fiamme c’è la mano di qualcuno, è qualcuno a cui non importava di mettere a rischio la vita di cinque famiglie, con bimbi, che abitano i due piani superiori su cui si sviluppa la struttura.

TORRE SANTA SUSANNA – L’ombra del dolo dietro il grande rogo  che nella notte, tra le 22 e le 2 del mattino, tra domenica e lunedì ha devastato il garage di via Pietro Panarese. E se dietro le fiamme c’è la mano di qualcuno, è qualcuno a cui non importava di mettere a rischio la vita di cinque famiglie, con bimbi, che abitano i due piani superiori su cui si sviluppa la struttura.

Le due auto distrutte, la terza gravemente danneggiata sarebbero potute esplodere insieme le altre 13 parcheggiate nel garage insieme con un furgone e due moto. Seicento metri quadri di autorimessa completamente distrutti: il garage è stato dichiarato inagibile dai vigili del fuoco, così come il primo piano dai numeri civici 1a all'1c (che ospita anche uffici, esercizi commerciali e una banca), restano invece fruibili il primo e secondo piano (dopo il sopralluogo dei tecnici del comune).

Solo la prontezza e la perizia dei vigili del fuoco del comando provinciale di Brindisi e del distaccamento di Francavilla Fontana che hanno lavorato per quasi quattro ore ha permesso di evitare

il peggio. Trovare la prova di un innesco per certificare il dolo è come cercare un ago in un pagliaio per gli investigatori – indagano i carabinieri della locale stazione e della compagnia di Francavilla Fontana coordinata dal capitano Fabio Guglielmone, ma non è la prima volta che i residenti del palazzo vedono la loro incolumità messa a rischio, non solo dal fuoco ma anche dalle bombe.

Strane coincidenze, anche queste al vaglio degli investigatori. Come quando, una carica di esplosivo ad alto potenziale collocato in una bicicletta esplose nel cortile dello stabile. L’onda d’urto e le schegge investirono in pieno  Cosimo Parato, 45enne residente nel palazzo. Probabilmente fu utilizzato un comando a distanza. I danni alla struttura furono gravi. Era il 2008. L'uomo, raggiunto dalla deflagrazione al petto e all'addome, fu sottoposto ad intervento chirurgico: Parato passò diversi giorni in coma farmacologico.

Un pomeriggio dello scorso maggio un incendio: l'auto di Parato prese fuoco in via Roma, a pochi metri dallo stabile di via Panarese. All’epoca si parlò di cause accidentali, di un corto circuito, anche se i sospetti non sono mai stati fugati. I dubbi sulle strane coincidenze continuano ad aumentare e gli investigatori stanno svolgendo tutte le indagini del caso. E il caso ha voluto che alcuni passanti si accorgessero del fumo nero che fuoriusciva dalle griglie di areazione del garage lanciando l’allarme che ha permesso ai vigili del fuoco di salvare la vita di cinque famiglie.

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