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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Esplosione pizzeria: sugli abiti del brindisino ferito tracce di benzina

Comincia a dissiparsi il giallo dell'esplosione nella pizzeria "Mordi e Fuggi" di Pieve di Cadore, che nella notte tra il 23 e il 24 aprile provò il ferimento gravissimo del 21enne brindisino Pasquale Ferraro

PIEVE DI CADORE – Comincia a dissiparsi il giallo dell’esplosione nella pizzeria “Mordi e Fuggi” di Pieve di Cadore, che nella notte tra il 23 e il 24 aprile provò il ferimento gravissimo del 21enne brindisino Pasquale Ferraro, oggi non più in pericolo di vita malgrado ustioni sino al terzo grado e serie lesioni agli arti inferiori.

Gli specialisti del Niat di Venezia dei Vigili del Fuoco hanno rilevato sugli abiti di Ferraro, sottoposti a sequestro probatorio dal pm che segue le attività investigative, la presenza della stessa sostanza rilevata all’interno del locale, devastato dalla deflagrazione avvenuta attorno alle 3 di quella notte.

Per completare il quadro, mancano solo gli esiti delle analisi sui campioni prelevati in vari punti all’esterno della pizzeria. Se non saranno trovate tracce di benzina fuori dal locale, vuol dire che senza ombra di dubbio Pasquale Ferraro si trovava all’interno del “Mordi e Fuggi”, e non vi stava invece transitando davanti come il giovane disse agli investigatori prima di essere sedato.

Per gli investigatori, l’episodio è di natura dolosa. E’ già stata esclusa la fuga di gas come causa dell’esplosione, quindi gli accertamenti si vanno concentrando sulla pista dell’azione dolosa, di cui andrà poi individuato il movente, dato che il proprietario del locale ha detto nei due interrogatori cui è stato sottoposto di non avere ricevuto pressioni estorsive o minacce, né di conoscere Ferraro.

Il giovane brindisino fu soccorso da una persone che risiede vicino alla pizzeria e da un tassista che alle 3 del mattino si trovava sul luogo. Tutti ascoltati dai carabinieri delle compagnie di Belluno e Cortina d’Ampezzo come persone informate sui fatti. Nella stessa veste è stato ascoltato dai militari un amico di Pasquale Ferraro, che lo ospitava a Pieve di Cadore, Fabio Laritonda.

Dopo lo scoppio, sia pure ferito in maniera gravissima, Ferraro si trascinava sull’asfalto invocando un nome: “Fabio”. Ma nei pressi c’erano solo le persone richiamate in strada dal tremendo boato, dovuto, secondo il Nucleo investigativo antincendi, alla deflagrazione dei vapori di benzina che si erano accumulati nel locale, abbondantemente cosparso di liquido infiammabile. Pasquale Ferraro è incensurato e fa di mestiere il pizzaiolo. Era arrivato a Pieve da pochi giorni.

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