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Cronaca Cisternino

Tragedia Raganello, sette indagati: anche tre sindaci sotto inchiesta

Tra le vittime, il poliziotto di Cisternino: mise in salvo i figli. Avvisi di garanzia anche al presidente del parco del Pollino, a due guide e al dirigente dei Forestali

Sette indagati per dare una risposta, in termini di giustizia, all’interrogativo di fondo sulla tragedia nelle gole del Raganello, all’interno del parco del Pollino: poteva essere evitata? E di conseguenza, se ci siano responsabilità umane e non della natura nella morte di dieci persone: Cisternino piange per il poliziotto Gianfranco Fumarola, 43 anni, il papà che è riuscito a mettere in salvo i suoi figli prima di essere travolto dalla piena di fango, lo scorso 20 agosto.

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Gli indagati e le ipotesi di reato

Le informazioni di garanzia sono state notificate ai sindaci di tre Comuni, a quello di Civita, Alessandro Tocci; a quello di San Lorenzo Bellizzi, Antonio Cersosimo e a quello di Cerchiara di Calabria, Antonio Carlomagno. Così come al presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra; al dirigente dell'ufficio Biodiversità dei Carabinieri Forestali, Gaetano Gorpia alle  guide escursionistiche Giovanni Vancieri e Marco Massaro. 

Gli avvisi sono stati firmati dal procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla, dopo l’apertura del fascicolo d’inchiesta ipotizzando i reati di omicidio colposo, lesioni colpose e omissioni d’atti d’ufficio. E’ stato lo stesso magistrato a spiegare le ragioni alla base delle notifiche, necessarie perché nei prossimi giorni saranno eseguiti atti istruttori non ripetibili, in considerazione dei quali deve essere garantito il diritto di difesa attraverso la partecipazione di tutti quei soggetti identificati in base al ruolo e agli incarichi ricoperti. Si tratta, quindi, di un passaggio dovuto, indispensabile per chiarire se c’erano misure e interventi preventivi, in grado di evitare la tragedia e se ci siano state colpe.

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L’allerta meteo

Gli accertamenti sono strettamente  legati all'allerta gialla che era stata diramata dalla Protezione civile e che avrebbe dovuto consigliare la sospensione delle escursioni, per lo meno nelle gole del Raganello, nel canyon di 12 chilometri. Per questo il procuratore capo ha contestato anche l’omissione di atti d’ufficio.

 “E’ doveroso, oltre che obbligatorio, che la giustizia dia una risposta rapida”, dice Facciolla. “Stiamo procedendo a tamburo battente, mi sembra doveroso stringere i tempi ed accelerare, per le vittime e per i feriti, e per le famiglie e quanti, pur essendo usciti indenni, hanno subito un grave trauma psicologico per la terribile vicenda che hanno vissuto”.

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Quel maledetto 20 agosto, le gole del Raganello si  trasformarono in un inferno: nove escursionisti furono sorpresi dalla piena, un muro di acqua, fango e vegetazione. C’era anche il poliziotto di Cisternino, in servizio nel carcere di Taranto: aveva deciso di fare una gita assieme ai figli di undici e 12 anni. Con la moglie era rimasto il più piccolo: si sono salvati. Lui, definito papà eroe, riuscì a portare i figli su una roccia, in un punto più alto rispetto al torrente. E lì i ragazzini furono trovati dai vigili del fuoco.
A perdere la vita anche Antonio De Rasis, di 32 anni, di Civita, una delle guide considerate più esperte del Raganello. Aveva diversi anni di esperienza alle spalle.

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La ricostruzione in 3D

Ai fini delle indagini, la Procura potrebbe conferire incarico per la ricostruzione in 3D di quanto avvenuto nelle gole. Una simulazione tridimensionale della piena del torrente che consentirebbe di approfondire alcuni aspetti e valutare i profili di responsabilità degli indagati. I difensori dei destinatari degli avvisi di garanzia, ieri, hanno avuto modo di incontrare il procuratore capo.


 

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