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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Carovigno

Truffa del "Gratta e vinci”’: condannata

CAROVIGNO - Pensava di gabbare tutti con una limetta, usata per modificare i numeri di un gratta e vinci che da carta straccia aveva trasformato in un biglietto vincente. Stava per incassare 10mila euro la titolare di una ricevitoria di Carovigno, che a conti fatti, invece, finirà per rimetterci se sarà confermata la sentenza di primo grado.

CAROVIGNO - Pensava di gabbare tutti con una limetta, usata per modificare i numeri di un gratta e vinci che da carta straccia aveva trasformato in un biglietto vincente. Stava per incassare 10mila euro la titolare di una ricevitoria di Carovigno, che a conti fatti, invece, finirà per rimetterci se sarà confermata la sentenza di primo grado.

Sentenza che, ritenendola responsabile di tentata truffa, condanna l'imputata a risarcire di 5mila euro il consorzio Lotterie Nazionali oltre che a 6 mesi di reclusione (pena sospesa) e a una multa di 100 euro. I fatti risalgono al febbraio 2010, quando la commerciante Rosaria Laveneziana, 57 anni, residente a Carovigno si sarebbe presentata in banca con un tagliando di gioco denominato “prendi tutto” sul quale erano stati inseriti, in luogo dei numeri 15 e 36, i numeri 35 e 21, così da far risultare una combinazione vincente.

Denunciata, la titolare dell’attività commerciale è finita sotto processo dinanzi al giudice monocratico della sezione distaccata di Ostuni del Tribunale di Brindisi che l’ha ritenuta responsabile del reato contestatole e ha quantificato il danno arrecato alla parte civile, assistita dagli avvocati Domenico Attanasi e Anna Russo. Il processo è iniziato nel maggio scorso, quando il pm inquirente, Luca Buccheri, ha disposto il decreto di citazione a giudizio.

“Mediante contraffazione della combinazione numerica inserita nel tagliando di gioco denominato ‘prendi tutto’ - si legge nel capo di imputazione - e inserendo in luogo dei numeri 15 e 36, i numeri 35 e 21, così da far risultare una combinazione che dava esito al premio di euro diecimila e successiva presentazione per l’incasso ad agenzia del Banco di Napoli”, la donna “compiva atti idonei e diretti in modo non equivoco a trarre in inganno il gestore del gioco, ovvero il consorzio Lotterie nazionali e a conseguire ingiusto profitto con pari grave danno patrimoniale per la parte offesa, evento non realizzatosi a seguito di verifica disposta dal suddetto consorzio che accertava la falsificazione”.

Dal numero seriale dei biglietti, infatti, è possibile per il gestore sapere subito se si tratta di un “gratta e vinci” fortunato o meno. La dea bendata non ha baciato l’addetta ai lavori e chi di competenza, a Roma, ci ha messo poco ad averne contezza. Non è stato sufficiente non conferirle il premio, è partita anche la segnalazione all’autorità giudiziaria perché il consorzio Lotterie nazionali ha ritenuto di essere stato vittima delle conseguenze di un comportamento penalmente rilevante.

Ieri la decisione del giudice, che ha escluso l’aggravante del danno patrimoniale che, non essendo andata a buon fine la truffa, non è stato provocato, ma ha comunque inflitto alla 57enne carovignese una pena pari a 6 mesi, ritenendo che spetti a lei ristorare la parte civile. Il conteggio è preciso: 5mila euro da sborsare, la metà di quanto avrebbe vinto e invece, evidentemente, perderà.

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