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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Truffa "movente" strage: condannato Parato

Sono stati condannati anche in appello i tre imputati nel giudizio per il presunto raggiro da 343.000 euro nella vendita di gasolio agricolo che provocò la reazione di ‘frustrazione’ del bombarolo. Parte civile nel processo a carico di Parato è infatti proprio la Marchello Sas, la ditta di carburanti intestata alla moglie dell’imprenditore di Copertino.

BRINDISI - Chissà se nella cella in cui è recluso dalla notte fra il 6 e 7 giugno 2012, quando fu individuato come lo stragista di Brindisi, il killer di Melissa Bassi, Giovanni Vantaggiato pensa ora, alla luce di tutto quel che gli è successo, di aver ottenuto la giustizia che cercava. E’ vittima anche lui, lo è per la Corte d’Appello di Lecce che non ha accolto le richieste istruttorie dell’avvocato Raffaele Missere, intenzionato a tirare dentro al processo anche l’attentatore come complice di una serie di raggiri nella vendita di carburante agricolo, piuttosto che continuare a considerarlo una parte offesa.

Per lo meno lo è la Marchello Sas della moglie Giuseppina (imputata di calunnia in danno del maresciallo Sebastiano Fiorita in altro procedimento) che è di fatto l’azienda dell’imprenditore di Copertino che finì per confessare, oltre alla strage della Morvillo Falcone, oltre all’attentato dinamitardo che ridusse in fin di vita Cosimo Parato, la famigerata pipe-bomb che fu posizionata a Torre Santa Susanna in via Panarese, anche la propria attività di frode compiuta insieme allo stesso Parato nelle forniture di carburante con tariffe agevolate.

Il paradosso si sarebbe forse evitato se l’inchiesta sulla bomba del 19 maggio 2012 che uccise una sedicenne e ferì altre nove fosse andata avanti. Ma è andata diversamente: sono stati condannati anche in appello i tre imputati nel giudizio per il presunto raggiro da 343.000 euro nella vendita di gasolio agricolo che provocò la reazione di ‘frustrazione’ del bombarolo. Parte civile nel processo a carico di Parato è infatti proprio la Marchello Sas, la ditta di carburanti intestata alla moglie dell’imprenditore di Copertino.

I giudici di secondo grado hanno deciso una pena di un anno e otto mesi per Cosimo Parato, anch’egli vittima di un attentato dinamitardo confessato da Vantaggiato che risale al 24 febbraio del 2008 e che lo ridusse in fin di vita, e 5 mesi di reclusione per i suoi due fratelli che rispondono di reati minori attinenti l’irregolare commercio di carburante. La Corte d’appello di Lecce ha accolto le richieste del pg Nicola D’Amato e, considerata la prescrizione di alcuni reati di falso, ha sostanzialmente confermato il verdetto di primo grado al termine del quale Parato era stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione: la sentenza fu emessa dal Tribunale di Brindisi il 19 aprile 2012, un mese prima della strage di Brindisi per cui Giovanni Vantaggiato è stato condannato all’ergastolo, con il riconoscimento dell’aggravante della finalità terroristica. Lo stragista dichiarò poi agli inquirenti di aver ritenuto inadeguata la risposta della giustizia alle sue rivendicazioni.

Nelle motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Brindisi che ha deciso per Vantaggiato il carcere a vita il movente viene tratteggiato in questo modo: Vantaggiato nutriva “rabbia, delusione e frustrazione” nei confronti del “mondo” e quindi anche verso i pubblici poteri che non gli avevano reso “giustizia” per via di “una sentenza di condanna “inutile” perché non coinvolgeva nemmeno tutti i responsabili della truffa di cui era rimasto vittima”.

I giudici riportano alcune dichiarazioni di Vantaggiato rese dinanzi al gip: “Tutte ste azioni di truffa dovrebbero avere una precedenza, perché queste sono cose che umiliano troppo le attività di chi lavora, che subiscono queste cose qua. Le istituzioni dovrebbero dare più ascolto a queste azioni, il governo che legifera, deve dare la precedenza”. Fu però nell’ultimo interrogatorio in carcere, sostenuto dinanzi al pm Milto Stefano De Nozza, che Vantaggiato ammise di aver preso parte a quelle irregolarità. L’avvocato Missere ha chiesto che quelle dichiarazioni venissero valutate anche in questo giudizio. Ma ha ottenuto un ‘no’ secco, con tanto di sentenza di condanna per Parato e fratelli.

Il percorso investigativo che si stava compiendo si interrompe bruscamente proprio in coincidenza con l’interrogatorio del settembre 2012. Seguendo quella strada forse i contorni dell’intera vicenda e dei suoi retroscena sarebbero stati più chiari. Ma ormai non c’è più speranza alcuna: gran parte dell’intera Vantaggiato story è destinata a restare avvolta dal mistero.

 

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