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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Lo strano delitto di Tuturano: forse due le pistole. Le indagini partono dal contesto

Potrebbero essere due le armi usate, di sicuro una delle due è una calibro 7.65 come è stato possibile desumere dai tre bossoli ritrovati sul pavimento della villetta di via delle Pesche. L'altra, qualora ci sia davvero, potrebbe essere un revolver

TUTURANO - Potrebbero essere due le armi usate, di sicuro una delle due è una calibro 7.65 come è stato possibile desumere dai tre bossoli ritrovati sul pavimento della villetta di via delle Pesche. L’altra, qualora ci sia davvero, potrebbe essere un revolver, una di quelle pistole che non rilasciano i bossoli. I colpi sparati per ferire un 74enne, imprenditore edile di Tuturano, sono sicuramente più di tre. Secondo gli investigatori i due uomini che hanno fatto irruzione alle 21 di un prefestivo in una abitazione nelle campagne della frazione di Brindisi non volevano uccidere. Volevano ferire Gerardo Vero, costruttore che fu coinvolto nella tangentopoli brindisina e che realizzò le case di via Rossini attorno alle quali era girata una speculazione a suon di mazzette finita sotto la lente della magistratura.

Sono fatti troppo lontani per essere posti in connessione con l’avvertimento di ieri. Ma è comunque anche sull’attività professionale, sulla solidità delle imprese di famiglia, che stanno compiendo accertamenti i poliziotti della Squadra mobile di Brindisi. Senza trascurare, sarebbe folle, che il territorio in cui si è verificato il delitto andato oltre le intenzioni degli attentatori, è quello di Tuturano. Una frazione sì, ma dal valore di città capoluogo nelle dinamiche della Scu Brindisina.

La villetta di Gerardo Vero di giorno 2-2Il contesto fa sì che su quanto accaduto in aperta campagna venga inevitabilmente valutato sotto una luce particolare. Chi è che spara, in quel di Tuturano? E soprattutto, perché spara a un ultrasettantenne? Lo scenario è davvero particolare, difficile da ricondurre a una modalità “predefinita” per metodologia e finalità, tanto da poter circoscrivere agevolmente le ragioni della coppia di feritori. Così come risulta davvero singolare che in due, volto coperto, siano riusciti così facilmente e fulmineamente a entrare scavalcando un muretto nell’abitazione in cui Vero padre, tranquillo, guardava la tv. Vero figlio, secondo le ricostruzioni, era in un'altra stanza. 

La vittima fu coinvolto nella tangentopoli brindisina, con ruolo marginale ma non troppo. Era stato condannato a due anni in primo grado, pena poi ridotta in appello, infine “cassata” dallo scorrere del tempo. Non luogo a procedere per prescrizione per l’imprenditore che non era mai stato sottoposto a custodia cautelare ma che era finito alla sbarra per fatture false per operazioni inesistenti a margine dell’affaire di via Rossini, poi tutto affibbiato alla coppia Pascali-Errico. C’erano altre storie che gli avevano portato guai giudiziari e anche il figlio Giuseppe, 36 anni, che si trovava nell’altra stanza non era rimasto al riparo da problemucci con la giustizia, alcuni dei quali maturati proprio all’interno dell’azienda da lui amministrata.Gerardo Vero-4

Il suo era divenuto un caso nazionale: era stato condannato per evasione fiscale, poi il magistrato di sorveglianza lo aveva scarcerato accogliendo l’istanza della difesa che rilevava che l’impresa edile da lui amministrata stesse rischiando il default, rischio ancor più grosso qualora l’amministratore non fosse stato in condizioni di provvedervi.

Cosa ci sia d’altro, abbastanza importante per chi ha deciso di vendicare con il sangue l’eventuale ‘torto’ subito, è materia su cui gli investigatori, coordinati dal pm Luca Buccheri, stanno compiendo i propri approfondimenti. Perché sparare a Tuturano? Perché giungere a comminare una punizione così tanto severa a un 74enne che verosimilmente avrebbe potuto non sopravvivere? I due hanno puntato alle gambe, ma i colpi d’arma da fuoco hanno raggiunto Vero anche al busto. Perché fargli del male? Il figlio, unico presente, è stato a lungo ascoltato. Sul corpo della vittima, deceduta stamani al Perrino per choc emorragico, sarà compiuta l’autopsia che fornirà qualche certezza in più sulla seconda arma utilizzata. Per il resto, quanto al movente, vengono battute diverse piste, mentre viene tenuta del tutto marginalmente in considerazione l’ipotesi di una rapina finita male. E’ in tutta probabilità un regolamento di conti. Resta da capire, quali siano i conti da regolare col piombo.

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