Uccise l'imprenditore con 87 coltellate: condanna definitiva e arresto
Anna Maria Lombadi, 46 anni originaria di Apricena deve espiare la pena residua di anni 9, mesi 8 e giorni 27 di reclusione ai domiciliari. La donna, il 6 dicembre 2013, colpevole dell'omicidio di Angelo Radatti
LATIANO - I carabinieri della stazione di Latiano hanno rintracciato e tratto in arresto in ottemperanza all’ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari, per omicidio, Anna Maria Lombadi, 46enne originaria di Apricena che deve espiare la pena residua di anni 9, mesi 8 e giorni 27 di reclusione. La donna, il 6 dicembre 2013 assassinò il 57enne imprenditore foggiano Angelo Radatti infliggendogli 87 coltellate. Lombardi è ai domiciliari per motivi di salute.
Dell'arresto hanno dato notizia i carabinieri con una nosta stampa nella giornata di oggi, lunedì 2 aprile 2018, ma il difensore della donna, l'avvocato Daniela d'Amuri, precisa che si tratta di un ordine di carcerazione che risale allo scorso mese di ottobre. Il cadavere dell’uomo era stato rinvenuto la sera successiva da un pastore che percorreva il tratturo ove l’uomo e la donna si erano incontrati. Ad incastrare la donna la telecamera di un sistema di videosorveglianza che l’aveva immortalata mentre si disfaceva dei guanti in lattice utilizzati per commettere l’omicidio, e rinvenuti dai carabinieri nel corso del sopralluogo. Quei guanti hanno rappresentato il reperto fondamentale per l’attribuzione della responsabilità in capo alla donna.
Movente dell’efferato delitto, la relazione extraconiugale che l’omicida intratteneva da diversi anni con la vittima, che compulsava pretendendo che lasciasse la famiglia e andasse a vivere con lei.
Un coltello da campeggio con una lama appuntita di 10 centimetri, che la stessa vittima custodiva nella sua vettura, l’arma utilizzata dalla donna, che, tra l’altro, aveva anche tentato di incendiare quella vettura.
I carabinieri della stazione di Oria hanno rintracciato e tratto in arresto in esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio esecuzioni penali della Corte d’Appello di Lecce, Giuseppe Pasulo, 36enne del luogo, che deve espiare la pena residua di 7 anni di reclusione per detenzione ai fini di spaccio di stupefacente.
I reati di cui al provvedimento sono stati commessi nel 2004, quando, unitamente ad altri oritani, venne tratto in arresto poiché sorpreso con varie dosi di eroina in contrada Monte Impisi di Oria. L’arrestato, espletate le formalità di rito è stato associato nel carcere di Brindisi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.