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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Un vecchio divieto legato a un cavo subacqueo misterioso

Un vecchio divieto legato a un cavo subacqueo misterioso

BRINDISI - C'è un divieto di ancoraggio e pesca, a nord-ovest del porto di Brindisi, che forse è davvero inutile. Il problema se lo è posto il presidente di una piccola cooperativa di pescatori del capoluogo riflettendo sulle carte nautiche e cercando negli archivi. Quindi ha posto il problema alla Capitaneria di Porto, ma le notizie a disposizione dell'autorità marittima non sono sufficienti, sembra.

Tutto è collegato alla presenza di un cavo sottomarino, che secondo le carte nautiche avrebbe il punto di arrivo sulla terraferma più meno nella zona dello stabilimento balneare Malcarne. Come tutti quelli che a Brindisi vanno per mare con un minimo di cognizione delle prescrizioni, nelle acque antistanti e sino al traverso della vecchia piscina di Materdomini non si può effettuare la pesca professionale e non si può calare l'ancora.

Ma di che cavo si tratta. Michele Petracca è riuscito a trovare solo due tracce plausibili, nell'era -avanzata- delle comunicazioni via satellite. Una sembra francamente troppo antica: è quella del cavo telegrafico sottomarino posato tra Brindisi e l'Egitto, al servizio della Valigia delle Indie. Anno 1871, processo unitario nazionale appena raggiunto e capitale d'Italia appena trasferita da Firenze a Roma,  Canale di Suez inaugurato da due anni.

L'altra pista sembra molto più concreta, ed è quella di uno dei primi cavi telefonici a 12 linee, targato Pirelli, utilizzati per i collegamenti sottomarini e steso tra Brindisi e l'Albania ma oggi certamente dimenticato. L'anno dovrebbe essere il 1942. Petracca aggiunge che su alcune carte nautiche il segno grafico che indica la presenza del cavo porta una sigla che sta per "esistenza dubbia". Ma se è così, perchè permane il divieto di ancoraggio e pesca nella zona, col rischio per un diportista o per un pescatore di prendere una sanzione amministrativa (salata) a causa di un cavo-fantasma?

Si spera che prima o poi questo interrogativo, tra i tanti problemi del porto di Brindisi e dintorni determinati in gran parte dalla presenza di servitù militari, trovi una risposta. Se c'è un cavo ancora in uso, va bene. Ma se è ancora quello del secondo conflitto mondiale, o peggio ancora quello Brindisi-Egitto, che si aspetta ad aggiornare la situazione?

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