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Cronaca

Unioncamere regionale nella bufera, Brindisi e Lecce contro Farace

BRINDISI - Grave frattura tra le Camere di Commercio pugliesi, nel corso dell'assemblea odierna a Bari convocata in via straordinaria per la elezione del presidente della Unioncamere regionale. "C’è il rischio concreto di chiusura dell’esperienza associativa tra le Camere di Commercio pugliesi", ha detto Alfredo Malcarne, presidente dell'ente camerale brindisino.

BRINDISI - Grave frattura tra le Camere di Commercio pugliesi, nel corso dell'assemblea odierna a Bari convocata in via straordinaria per la elezione del presidente della Unioncamere regionale. "C’è il rischio concreto di chiusura dell’esperienza associativa tra le Camere di Commercio pugliesi", ha detto Alfredo Malcarne, presidente dell'ente camerale brindisino.

I presidenti di Brindisi e Lecce, Alfredo Prete, infatti "hanno abbandonato i lavori in aperta contestazione con il presidente Luigi Farace per le modalità per cui è stata convocata questa assemblea con all’ordine del giorno la nomina del presidente dell’Unioncamere regionale". Malcarne racconta che assieme a Prete ha eccepito "l’impossibilità di procedere con l’elezione per il terzo mandato a Farace, in quanto lo statuto non consente di superarne due".

Malcarne e Prete hanno contestato inoltre "la convocazione straordinaria dell’assemblea atteso che non vi erano adeguate giustificazioni". I due presidenti hanno fatto verbalizzare tutte le eccezioni sollevate nel corso dell’assemblea e hanno preannunciato una impugnazione in sede giudiziaria della legittimità della votazione. Sarà infine valutata con i rispettivi organismi camerali "l’opportunità di continuare a far parte di un organismo come l’Unioncamere regionale dove vengono ignorate finanche le più elementari regole della democrazia".

Luigi farace nei mesi scorsi era stato al centro di una vicenda che lo vedeva nel mirino della Regione Puglia, ma aveva ottenuto un voto di fiducia dal consiglio della Camera di Commercio di Bari. La Regione gli aveva notificato l' avvio di una istruttoria su tre punti: la sentenza per bancarotta fraudolenta che aveva interessato lo stesso Farace, poi il mancato recupero delle somme corrisposte ad alcuni ex sindaci revisori e infine la ricapitalizzazione della società di gestione del mercato ortofrutticolo. Il consiglio tra la dichiarazione di decadenza del presidente e l'assoluzione, scelse la seconda strada.

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