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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Usura, furti, capi contraffatti e banconote false: nove condanne

Per alcuni cade l’accusa di associazione. Arresti nel 2011: rimase coinvolto Ciccarone, ucciso a luglio davanti al bancomat

BRINDISI – Le accuse di prestiti di denaro a tassi usurai, commercio di capi contraffatti e banconote false (soprattutto da venti euro), mosse otto anni fa, sono state ridimensionate dal Tribunale di Brindisi, a conclusione del processo con rito ordinario. Nove i brindisini condannati, per alcuni è stata riconosciuta l’estraneità all’associazione per delinquere che secondo la Procura avrebbe operato nel periodo di tempo compreso tra settembre 2010 e gennaio 2011, a Ostuni.

La sentenza

Massimo Manfreda-2La sentenza è stata pronunciata dal collegio presieduto da Domenico Cucchiara lo scorso 16 novembre 2018. Queste le condanne: Francesco Rendina, un anno e sei mesi più 300 euro, pena sospesa, con assoluzione dall’accusa di aver fatto parte dell’associazione per non aver commesso il fatto e da quella di usura perché il fatto non costituisce reato, difeso dall’avvocato Massimo Manfreda (nella foto accanto); Antonietta Fortunato un anno e sei mesi di reclusione più tremila euro di multa, pena sospesa difeso dall’avvocato Cataldo Gianfreda; Rosa Ioime, tre anni e dieci mesi più 950 euro, riconosciuta come partecipe all’associazione per delinquere (pena in continuazione con fatti giudicati con sentenza della Corte d’Appello di Napoli divenuta irrevocabile il 5 novembre 2013), difesa dall’avvocato Gianfreda; Teresa Monaco, tre anni e quattro mesi più 8.800 euro, riconosciuta partecipe del sodalizio, difesa dall’avvocato Gianfreda.

Sentenza di condanna anche per:  Saverio Palma, quattro anni e otto mesi più 650 euro, difeso dagli avvocati Mario Guagliani e Lolita Maria Buonfiglio Tanzarella; Cosimo Francesco Santoro, dieci mesi di reclusione più duemila euro, difeso dall’avvocato Nicola Pepe; Fabio Saponaro, tre anni e quattro mesi più 8.800, riconosciuto colpevole di aver fatto parte dell’associazione per delinquere, difeso dall’avvocato Cataldo Gianfreda; Alessia Valente, un anno e sei mesi più 300 euro, pena sospesa, difesa dall’avvocato Gianfreda; Cosimo Valente, quattro anni e due mesi più 900 euro, riconosciuto colpevole di aver partecipato all’associazione per delinquere (pena in continuazione con i fatti giudicati con sentenza della Corte d’Appello di Napoli, irrevocabile dal 2013), difeso dall’avvocato De Stradis.

Saverio Palma è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata di tre anni. Il Collegio ha ordinato la confisca di beni e utilità di cui Teresa Monaco e Fabio Saponaro hanno la disponibilità, anche per interposta persona, per 5.050 euro per Monaco e 700 per Saponaro. E’ stata, inoltre, dichiarata la falsità delle banconote in sequestro.

Assoluzione

Il Tribunale di Brindisi ha assolto: Dario Calò perché il fatto non sussiste; Francesco Cicoria perché il fatto non è previsto dalla legge come reato, difeso dagli avvocati Mario Laveneziana e Filomena Cicora; Rosa Ioime da due capi di imputazione perché il fatto non sussiste; Cosimo Valente dagli stessi capi di imputazione perché il fatto non sussiste e da una terza contestazione per non aver commesso il fatto. Dichiarazione di non doversi procedere per intervenuta prescrizione per Giovanni Anglani, difeso dall’avvocato Lolita Maria Buonfiglio Tanzarella. Le motivazioni saranno depositate nel termine di 90 giorni.

Le indagini

la scena dell'assalto al bancomat a Brindisi1-2-2-2Il processo scaturisce dalle indagini del commissariato di  Ostuni su una serie di furti, alcuni consumati altri tentati, soprattutto nella zona industriale della Città Bianca. Azioni che, come sottolineato all’epoca dal pm nella richiesta di arresti, evidenziavano “disponibilità di armi e cosidetti jammer”, vale a dire “disturbatori di radio in grado di creare interferenze tali da neutralizzare gli impianti di allarme e i relativi trasmettitori, oltre ad auto di grosse cilindrate”.

Nella notte fra il 9 e il 10 gennaio 2011, i poliziotti fermarono Francesco e Giovanni Ciccarone, entrambi di Ostuni  scoprirono le ricetrasmittenti. Giovanni Ciccarone che per quell'episodio venne assolto,  lo scorso 23 luglio rimase ucciso nella sparatoria avvenuta a Brindisi davanti alla filiale della Banca popolare di Bari, nel quartiere Commenda. Doveva essere bersaglio di un commando composto da almeno cinque persone. Gli atti di questa inchiesta sono stati secretati: due gli agenti della sezione Volanti indagati per consentire accertamenti non ripetibili

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