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Cronaca

"Vantaggiato non è un terrorista"

BRINDISI - Le indagini sull’attentato di Brindisi vanno avanti tracciando un quadro che si distanzia sempre più dalle ipotesi di terrorismo della prima ora. Non c’è nulla che faccia ritenere che si sia poi così vicini alla chiusura dell’inchiesta sulla strage della Morvillo, anche perché l’attività investigativa procede parallelamente agli accertamenti che si stanno compiendo sull’attentato del 24 febbraio 2008 a Torre Santa Susanna, quello in cui stava per andarsene all’altro mondo un imprenditore agricolo, Cosimo Parato.

BRINDISI - Le indagini sull’attentato di Brindisi vanno avanti tracciando un quadro che si distanzia sempre più dalle ipotesi di terrorismo della prima ora. Non c’è nulla che faccia ritenere che si sia poi così vicini alla chiusura dell’inchiesta sulla strage della Morvillo, anche perché l’attività investigativa procede parallelamente agli accertamenti che si stanno compiendo sull’attentato del 24 febbraio 2008 a Torre Santa Susanna, quello in cui stava per andarsene all’altro mondo un imprenditore agricolo, Cosimo Parato.

Parato, a suo dire ex “socio in affari” dello stragista, si è salvato per miracolo dall’esplosione della bici bomba realizzata proprio da Giovanni Vantaggiato, il killer di Melissa Bassi. I due fascicoli non sono unificati e non potranno esserlo per lo meno al momento, ma si tratta unicamente di una separazione tecnica perché è ovvio che le due inchieste siano propedeutiche. Legate a filo doppio dall’ossessione di Vantaggiato per gli ordigni e per Parato, un tempo suo socio in affari poi rinnegato.

Le accuse di Vantaggiato a Parato arrivarono dopo che la guardia di finanza aveva sparigliato le carte con un inatteso controllo che fece emergere l’esistenza di truffe nel settore dei carburanti, lo stesso in cui ha operato fino all’arresto il 68enne di Copertino, titolare di fatto della ditta Marchello Sas intestata alla moglie Giuseppina.

E’evidente, quindi, che le considerazioni del tribunale del riesame sulla matrice terroristica dell’attentato del 19 maggio scorso siano state abbondantemente superate. Tra qualche giorno potrebbero essere convocate dal pm Milto De Nozza, titolare del fascicolo sui fatti di Torre Santa Susanna, alcune persone ritenute informate sui fatti. Il magistrato potrebbe decidere di tornare ad ascoltare Giovanni Vantaggiato e di sentire la moglie, oltre che un altro soggetto, la cui descrizione corrisponde a quella tracciata da un teste.

Questa persona avrebbe visto un uomo alto e possente trascinare nel cuore della notte tra il 18 e il 19 maggio, prima della strage, un cassonetto con le ruote al cui interno, si è poi saputo, c’erano tre bombole riempite ognuna parzialmente con una miscela esplosiva preparata da Vantaggiato, si ritiene nitrato di ammonio. Vantaggiato aveva un complice? Di sicuro più di una persona era a conoscenza della sua fissazione per gli esplosivi ma questo non serve a qualificare i due atti scellerati, sui quali ha ammesso le proprie responsabilità, come “eversivi”.

Non esiste alcuna matrice terroristica, allora. L’allarme sociale lo hanno creato gli altri “prima che saltassero fuori i video e si delimitasse il campo di azione di una persona poi identificata come Giovanni Vantaggiato”. Lo ha sostenuto in sede di riesame l’avvocato dell’imprenditore di Copertino, Franco Orlando, che fra le righe ha fatto intendere di ritenere “politiche” le motivazioni dell’ordinanza dei giudici di Lecce, politiche s’intende in tema di attriti sulla competenza delle indagini che la Dda continua a condurre proprio per aver contestato l’aggravante del terrorismo.

Il “giudice naturale”, secondo Orlando, si trova a Brindisi: “E non perché ritengo che possa esserci qualche differenza di giudizio, ma perché sono convinto che la contestazione dell’aggravante sia una forzatura”. Gli inquirenti stanno lavorando. A Lecce e a Brindisi. La titolarità del fascicolo è della Direzione distrettuale antimafia e nella ricerca della verità sui fatti di Brindisi, Cataldo Motta è affiancato dai pm Guglielmo Cataldi (Lecce) e Milto De Nozza applicato della procura di Brindisi, lo stesso che indaga, perché quella domenica di febbraio del 2008 era di turno, sul tentato omicidio di Cosimo Parato.

Dopo le dichiarazioni di quest’ultimo, che offrono uno spaccato sicuramente in fase di verifica, si è compreso che Vantaggiato era mosso da una fissa “maniacale” (è il termine che usano i consulenti della difesa) per i dissidi maturati negli anni precedenti con Parato che, diceva, gli doveva dei soldi, 343 mila euro, per l’esattezza. E’ emerso che il killer di Melissa, quattro anni prima del boato di via Galanti a Brindisi, aveva denunciato Cosimo Parato prima di aver tentato di farlo fuori.

E poi ancora la Marchello, una settimana dopo la bici-bomba, quando Parato lottava tra la vita e la morte e loro forse non ignoravano che si trovasse in terapia intensiva con ferite così gravi da procurargli conseguenze permanenti, è ritornata a formulare querela nei suoi riguardi. Per truffa. Cosa c’è dietro? Cosa c’entra la scuola?

Si può davvero credere che per colpire il tribunale e la sua decisione (la condanna di Parato a due anni e al versamento di una provvisionale, con risarcimento danni da determinarsi in sede civile, sentenza ancora impugnabile), Vanni abbia scelto una scuola superiore frequentata per lo più da ragazzine e abbia effettuato sopralluoghi dall’1 al 19 maggio, senza mai fare capolino dinanzi all’ingresso di palazzo di giustizia che, a suo dire, sarebbe stato il vero bersaglio, a una strada dalla sede del Morvillo?

Resta questa forse l’incognita principale: perché la Morvillo Falcone. Perché Melissa, perché le sue compagne di classe. Se si va avanti con l’attività investigativa è proprio per cercare una risposta soddisfacente, ché la giustificazione di Vantaggiato, capace di trasformare una bicicletta in un ordigno e di premere il telecomando con lucida follia nel momento giusto, quando Parato ci passava accanto, quando davanti al cancello della scuola c’era un capannello di ragazzine con gli zainetti, non convince nessuno.

La difesa di Vantaggiato, intanto, fa sapere che non ha alcuna intenzione di chiedere riti alternativi. Del resto, già nel ricorso al riesame, ha puntato oltre che sull’esclusione dell’aggravante, sulle patologie del 68enne che secondo gli specialisti che lo hanno visitato, tra cui il criminologo Francesco Bruno, “è soggetto portatore di problemi che accusatisi nel corso degli anni, sin dall’infanzia, hanno determinato dopo i quarant’anni, l’insorgere di una patologia bipolare del tono dell’umore con episodi di vera e propria maniacalità e con la trasformazione della depressione in senso di rabbia e di aggressività che si è canalizzata in atti impulsivi e dimostrativi di tipo dinamitardo”.

Nel dibattimento c’è qualche possibilità in più di riuscire a dimostrare l’infermità mentale del killer di Brindisi che saprà forse fabbricare le bombe, ma non è un terrorista.

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