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Cronaca

Via al processo Consales. Ecco le accuse. Tutto iniziò dalla denuncia del vicesindaco

Non è "per un assegno da 18mila euro", come dichiarato alla stampa ieri sera, ma per un conflitto di interessi da 800mila - secondo l'accusa - che il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, è finito a processo insieme ad altre tre persone.

Non è “per un assegno da 18mila euro”, come dichiarato alla stampa ieri sera, ma per un conflitto di interessi da 800mila – secondo l’accusa – che il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, è finito a processo insieme ad altre tre persone. Non certamente su indagini avviate di iniziativa ma in seguito a una denuncia del “suo” vicesindaco dell’epoca dei fatti, Paola Baldassarre, che tra l’altro è indicata fra le parti offese e che probabilmente si costituirà parte civile a differenza di quanto faranno il Comune e i dipendenti Equitalia, a quanto si è appreso.

Domattina via al processo a carico del sindaco Pd di Brindisi, che è difeso dall’avvocato Massimo Manfreda e a carico di altre tre persone, Alessio Vincitorio e Sabino Porro, difesi dall’avvocato Carmelo Molfetta e Giuseppe Puzzovio, difeso dall’avvocato Tommaso Pio Caputo. Mentre si attende che venga fissata l’udienza dinanzi alla Corte di Cassazione per discutere del proscioglimento dei due dirigenti, Angelo Roma e Tommaso Gagliani, deciso dal gup Maurizio Saso, su impugnazione dei pm Giuseppe De Nozza e Savina Toscani.

E’ prevista una sfilata di testimoni piuttosto corposa ma soprattutto illustre: c’è il notaio Michele Errico, ascoltato perché già presidente della Provincia di Brindisi, ente per cui operava la News in passato. Il commissario Bruno Pezzuto, che ha retto le sorti del Comune di Brindisi da commissario nel post Mennitti, quando il servizio call center e rassegna stampa era garantito sempre dalla News. E molti altri.

Ma veniamo alle imputazioni.  

Per la vicenda News Sas, le indagini hanno delineato un conflitto di interessi di circa 800mila euro, tra società e questioni private. La somma in questione sarebbe l’ammontare del debito della società di comunicazione appaltatrice del Comune, News Sas, amministrata dal sindaco fino al 2012 e di fatto riconducibile a Consales, giornalista, anche in epoca successiva.

Consales risponde di truffa e di abuso d’ufficio, in concorso con Sabino Porro, il suo socio storico nella News Sas, le cui quote il primo cittadino ha lasciato nel maggio 2012, con Alessio Vincitorio, attuale amministratore della società per aver “sottaciuto” la condizione debitoria per circa 428mila euro di cui 385mila di debiti tributari e verso istituti previdenziali della società e per averle affidato, in regime di proroga, il servizio di rassegna stampa e comunicazione istituzionale del Comune. Inoltre Consales avrebbe continuato a utilizzare, anche dopo la cessione delle sue quote, l’auto (una Ford Kuga) e i telefoni aziendali.

Quanto a Equitalia: in concorso con Giuseppe Puzzovio, ex direttore dell’agenzia di Brindisi, Consales risponde di concussione e di abuso d’ufficio. I dipendenti di Equitalia sarebbero stati costretti ad accettare in contanti il pagamento a rate di una somma complessiva pari a 315mila euro, debito personale del sindaco. Puzzovio avrebbe inoltre messo a disposizione di Consales il proprio conto corrente per l’emissione di un assegno circolare di 4.500 necessario al pagamento di una delle rate pattuite.

Le persone sentite in fase di indagini che saranno citate come testi sono: Bruno Aquino, Leonardo Arrigoni, Paolo Arbori, Paola Baldassarre (ex vicesindaco della prima giunta Consales), Angelo Bartolotti, Marcello Buscicchio, Cosimo Carbonara, Leonardo Cofano, Costantino Del Citerna (vice segretario generale), Michele Errico (ex presidente della Provincia), Anna Nicla Garagozzo, Paola Giacovazzo (segretario generale del Comune di Brindisi), Cristina Lombardi (dipendente comunale), Alfredo Longo, Giuliana Marino, Cosimo Mevoli (dipendente comunale), Alessandro Migliaccio, Bruno Pezzuto (già commissario prefettizio), Onofrio Filippo Taveri, Carmen Vesco (giornalista ed ex dipendente News); Maria Vincitorio. Fonti di prova le consulenze tecniche redatte da esperti incaricati dai pm che pure, saranno ascoltati. 

Le parti offese che potranno costituirsi parte civile sono: il Comune di Brindisi; la società Equitalia Spa, che potrà battere cassa anche per il danno d’immagine subito; l’ex vicesindaco Paola Baldassarre, lo stesso segretario comunale Paola Giacovazzo, e i tre dipendenti Equitalia che sarebbero stati costretti a mettere a disposizione i propri conti personali perché potesse essere pagato un debito da circa 300mila euro, per cui sono stati versati 20mila euro.

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