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Cronaca Carovigno

Villa, Ferrari e Porsche: scatta la confisca per i tesori di Borselli

BRINDISI - Una villa immersa nel verde. E in garage, due fiammanti gioielli di famiglia: una Ferrari e una Porsche. Eccoli i tesori del boss, quelli sui quali la polizia stamane ha avviato la confisca, nell’ambito di una specifica azione finalizzata ad aggredire i beni patrimoniali indebitamente acquisiti da esponenti delle organizzazioni malavitose locali. Nel mirino del personale della Divisione anticrimine, (sezione Misure di prevenzione), guidati dal vice questore aggiunto Alberto Somma, è finito il pregiudicato carovignese Florenzo Natale Borselli (55 anni), orefice di professione, ma da tempo orbitante nei gironi della malavita organizzata.

BRINDISI - Una villa immersa nel verde. E in garage, due fiammanti gioielli di famiglia: una Ferrari e una Porsche. Eccoli i tesori del boss, quelli sui quali la polizia stamane ha avviato la confisca, nell’ambito di una specifica azione finalizzata ad aggredire i beni patrimoniali indebitamente acquisiti da esponenti delle organizzazioni malavitose locali. Nel mirino del personale della Divisione anticrimine, (sezione Misure di prevenzione),  guidati dal vice questore aggiunto Alberto Somma, è finito il pregiudicato carovignese Florenzo Natale Borselli (55 anni), orefice di professione, ma da tempo orbitante nei gironi della malavita organizzata.

A suo carico il Tribunale di Brindisi aveva disposto il sequestro anticipato ai fini della confisca di un immobile con annesso terreno agricolo, per un valore stimato in 800 mila euro, di una costosa Ferrari (del valore di oltre 150 mila euro), di una scattante Porsce, (del valore di 30 mila euro), di una somma di denaro depositata presso un istituto di credito estero (per un valore di 317 mila euro), e di quote (pari al 95%) di una società a responsabilità limitata (la BoRa).

A seguito del Giudizio di 1° grado, il Tribunale di Brindisi, accogliendo in pieno la tesi accusatoria, sostenuta dal Pubblico ministero, Adele Ferraro, ha così disposto l’applicazione della sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno, a carico di Borselli, nonché la Confisca di tutto quanto sottoposto a sequestro anticipato.

All’alba di oggi, l’esecuzione di quanto disposto dal Giudice. Si tratta di un provvedimento che va ad aggiungersi ad altre iniziative di aggressione ai beni patrimoniali nei confronti della malavita organizzata brindisina che la Questura sta ponendo in essere nella più generale intensificazione dell’azione di contrasto al crimine. L’attività di individuazione del patrimonio in oggetto ha visto collaborare attivamente personale dell’Interpol, al fine di mettere le mani sugli investimenti bancari eseguiti in Romania da parte del boss carovignese.

A carico del Borselli pende tuttora un procedimento penale imperniato sulla imputazione di turbativa d’asta gestita da una organizzazione operante nel comprensorio di Brindisi, Ostuni e Ceglie Messapica. I fatti risalgono al 2007. I presunti componenti il sodalizio criminale furono arrestati nel corso di una retata eseguita dalla Squadra Mobile di Brindisi e dal Reparto Anticrimine nell’ambito dell’operazione denominata “Incanto”. 12 le ordinanze che furono firmate all’epoca dal gip Alcide Maritati su richiesta del sostituto procuratore Pasquale Sansonetti.

Scopo dell’organizzazione criminale, secondo l’accusa, era quello di alterare la regolarità delle vendite giudiziarie per conseguire, al minor prezzo possibile, i beni immobili posti all’incanto. Il tutto, al fine di rivenderli successivamente a soggetti interessati, dietro il pagamento di cospicue somme di denaro. L’attività del gruppo, sempre secondo l’accusa, avrebbe riguardato prevalentemente aste relative ad immobili ubicati in zone di particolare interesse turistico, come Ostuni e Carovigno. In sostanza, il gruppetto avrebbe reso vita difficile agli altri concorrenti, contattati prima dell’inizio delle procedure di vendita e minacciati, affinché si tirassero indietro. In caso contrario, si passava ai fatti: incendi ed attentati agli esercizi commerciali o alle abitazioni delle vittime.

Le indagini presero piede a seguito di una grave azione criminosa messa a segno nella serata del 15 dicembre 2004 ai danni del villaggio “Residence Calipso”: un complesso turistico a due passi dal mare, lungo la costa della Città bianca. Ignoti, adoperando esplosivo, fecero saltare in aria una delle villette di proprietà della società “Taurs”, impresa di famiglia di un noto e stimato medico chirurgo ostunese, il professor Giovanni D’Attoma.

Gli investigatori scoprirono che proprio in quel periodo il dottor D’Attoma aveva regolarmente partecipato ad un’asta, per l’acquisto dei locali commerciali in uso ad un autosalone sito nella zona industriale di Ostuni. Un paio di offerte fecero lievitare il prezzo di circa 40.000 euro, rispetto alla base d’asta di 101.000 euro.  E a lanciare l'opa, a modo loro, proprio Borselli & co

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