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Violentò la figlia adottiva, condannato a sei anni

BRINDISI – Sei anni di carcere per violenza sessuale. Li ha comminati il tribunale di Brindisi (presidente Giuseppe Licci) ad E. C., 64 anni, brindisino, coinvolto in una turpe vicenda che ha avuto come vittima per quattro anni la figlia di primo letto della moglie straniera. Una russa, giunta a Brindisi come tante altre, in cerca di un lavoro e magari di qualcuno da sposare in modo da regolarizzare la propria posizione sul territorio.

BRINDISI – Sei anni di carcere per violenza sessuale. Li ha comminati il tribunale di Brindisi (presidente Giuseppe Licci) ad E. C., 64 anni, brindisino, coinvolto in una turpe vicenda che ha avuto come vittima per quattro anni la figlia di primo letto della moglie straniera. Una russa, giunta a Brindisi come tante altre, in cerca di un lavoro e magari di qualcuno da sposare in modo da regolarizzare la propria posizione sul territorio.

Carriere conosce questa donna e dopo qualche mese inizia la convivenza. Lei ha una figlia nata da un precedente legame. La ragazza va ad abitare con mamma e il nuovo padre. Le cose però non vanno per il verso giusto. L’uomo inizia a riservare attenzioni un po’ particolari alla ragazza che non ha nemmeno compiuto quattordici anni.

Le attenzioni si trasformano in qualcosa di molto più pressante. Sino a giungere alla violenza sessuale. La ragazzina è in ospedale, in stato di semincoscienza per effetto dell’anestetico somministratole dovendo fare un esame diagnostico. Però ricorda bene che il patrigno le tocca i genitali. E da quel momento inizia il calvario. Che si interrompe quando la madre (che nel frattempo ha sposato E.C.), notando un atteggiamento strano, depresso, timorosa, della ragazzina, decide di approfondire.

La ragazza racconta alla madre quello che subisce costantemente da quel giorno, le violenze fisiche, le minacce per indurla a sottostare e a non rivelare a nessuno le violenze. La mamma si rivolge all’Ufficio minori della Questura, diretto dal vice questore Alberto D’Alessandro. E’ il 29 gennaio del 2009. L’uomo viene arrestato il 7 maggio successivo su ordine del gip Simona Panzera che accoglie la richiesta di custodia in carcera del pubblico ministero Silvia Nastasia.

L’accusa è pesantissima: violenza sessuale aggravata dall’età della ragazzina e dall’avere utilizzato “sostanze e mezzi coercitivi lesivi della salute della persona offesa”. Il processo si è svolto a porte chiuse. La pubblica accusa e la parte civile (la mamma e la ragazza) hanno chiesto la condanna senza attenuanti di sorta per E. C. L’uomo è stato difeso dall’avvocato Francesca Conte.

Il tribunale ha accolto le richieste dell’accusa e della parte civile. Ha unificato i vari reati, dichiarando equivalenti le attenuanti generiche con l’aggravante di avere usato violenza su una persona di età inferiore a 14 anni, ed ha condannato l’uomo a sei anni di carcere e all’interdizione dai pubblici uffici.

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