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Cronaca

Vitali: “Favori con Faggiano? “Chiarirò”

BRINDISI - Caso Faggiano: assunzioni in cambio di favori. Tra gli indagati, per i quali comunque il Pm avrebbe chiesto l’archiviazione, spunta il nome dell’onorevole Luigi Vitali, che chiamato in causa replica: “Apprendo dalla stampa di essere stato indagato per il reato di corruzione. Nonché che è stata richiesta dal Pubblico ministero l'archiviazione. Pur non potendo allo stato, non essere che soddisfatto di quanto richiesto dai Pm, tuttavia non condivido assolutamente che la richiesta di archiviazione possa essere stata determinata, stando a quanto si legge sui giornali, dall'esistenza di limiti alle indagini derivanti dal mio status di parlamentare”.

BRINDISI - Caso Faggiano: assunzioni in cambio di favori. Tra gli indagati, per i quali comunque il Pm avrebbe chiesto l’archiviazione, spunta il nome dell’onorevole Luigi Vitali, che  chiamato in causa replica: “Apprendo dalla stampa di essere stato indagato per il reato di corruzione. Nonché che è stata richiesta dal Pubblico ministero l'archiviazione. Pur non potendo allo stato, non essere che soddisfatto di quanto richiesto dai Pm, tuttavia non condivido assolutamente che la richiesta di archiviazione possa essere stata determinata, stando a quanto si legge sui giornali,  dall'esistenza di limiti alle indagini derivanti dal mio status di parlamentare”.

E’ quanto afferma il deputato e coordinatore provinciale del Pdl a Brindisi. I fatti, come si evincono dalla richiesta di archiviazione depositata dal sostituto procuratore di Brindisi, Milto De Nozza, nell’ambito di un stralcio dell’inchiesta aperta dalla Procura di Napoli sullo scandalo rifiuti nel capoluogo campano. Le indagini relative a Vitali farebbero riferimento a reiterate richieste di assunzione di personale (per lo più all’interno della società Securcity) che il parlamentare avrebbe rivolto all’avvocato Giovanni Faggiano, il quale, interessato viceversa alla costruzione di un carcere in Calabria, avrebbe chiesto l’interessamento del parlamentare.

Il pm, sintetizza il quadro: “Accertato che Vitali aveva ottenuto ciò che aveva richiesto a Faggiano, era necessario capire se Faggiano avesse ricevuto da Vitali ciò che questi aveva promesso, ovvero un appoggio per la realizzazione di una struttura carceraria in Calabria”.  Ma per comprendere ciò, sottolinea De Nozza, sarebbe stata necessaria la riattivazione dello strumento delle intercettazioni telefoniche e ambientali a carico dei due indagati.

Vitali, però, è deputato della Repubblica ed in quanto tale gode della garanzia stabilita dall’articolo 68 della Costituzione”. Circostanza che rende vano il ricorso alle intercettazioni. Anche qualora dovessero essere autorizzate, verrebbe a perdersi la natura propria di tali conversazioni: l’effetto a sorpresa.

Ma Vitali non ci sta: “Mi riservo, una volta conosciuto l'incarto, com'è nei miei diritti, di chiarire ulteriormente la mia totale estraneità ai fatti in oggetto nell'interesse mio e della giustizia”, chiarisce. Sulla vicenda, intanto, si registra anche la reazione dell’onorevole Antonio Distaso, vice coordinatore vicario Pdl Puglia.

“Non posso che condividere i sentimenti di stupore e di sconcerto da parte del collega Vitali nell’aver appreso, a mezzo organi di stampa, notizie d’indagini a suo carico, per altro per una ipotesi di corruzione. Sento di dover ribadire all’amico e collega Vitali la mia solidarietà e la mia vicinanza, nella consapevolezza del suo operato sempre improntato ad azioni politiche intraprese nell’interesse della comunità che rappresenta”.

“Unitamente all’auspicio  - prosegue la nota - che su tale vicenda possa essere fatta piena luce quanto prima a tutela della sua immagine e del ruolo che egli rappresenta per la comunità brindisina. All’amico Vitali, l’invito a continuare con piena convinzione e serenità nel suo lavoro di parlamentare e di autorevole rappresentante del nostro partito”.

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