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Cronaca Fasano

Zoosafari in vendita, cinesi in pole

FASANO - Lo Zoosafari di Fasano è “on sale” e potrebbe finire in mano cinese. Con tutte le perplessità che ne conseguono, non tanto per sfiducia nella gestione degli imprenditori con gli occhi a mandorla, ma soprattutto perché si tratterebbe di una cessione fatta per necessità.

FASANO - Lo Zoosafari di Fasano è “on sale” e potrebbe finire in mano cinese. Con tutte le perplessità che ne conseguono, non tanto per sfiducia nella gestione degli imprenditori con gli occhi a mandorla (che pure, va detto, hanno una concezione degli animali forse differente rispetto a quella occidentale), ma soprattutto perché si tratterebbe di una cessione fatta per necessità, visto e considerato che a quanto si apprende il Gruppo Zoosafari ha problemi economici e che quindi la decisione del management è alquanto forzata.

Non vorrebbero arrivare a tanto, insomma, lo si legge neppure troppo fra le righe nelle parole del responsabile della comunicazione e delle public relation, Gianfranco Delle Rose, ma non vi sarebbe alternativa. E neppure altre proposte interessanti da valutare. E’ un duplice grido d’allarme quello di Delle Rose. Da una parte lo Stato che lascia sempre più soli gli imprenditori, dall’altro l’assenza di investitori indigeni che abbiano a cuore la causa, a tal punto da evitare che sul parco zoologico di Fasano convergano interessi di una multinazionale, per di più cinese.

Insomma che si finisca per industrializzare anche lo zoo. Delle Rose fa sapere che domenica prossima, 29 settembre, vi sarà il primo formale incontro a Fasano con la “signora Kathy Hung Fu, international project executive di una multinazionale cinese, che prenderà visione personalmente della struttura pugliese. In sua vece eventualmente ci sarà la responsabile alle pubbliche relazioni in Europa dell’azienda, miss Baoying Liu.

La società interessata è la “National Investment Company”, proprietaria della “Shangai creative city technology development”, che opera nel campo della multimedialità. Nello specifico essa produce servizi per la tecnologia in 3D, post-produzione per cinema e Tv. Gli imprenditori – riferisce Delle Rose - tramite l’ufficio commerciale dell’Ambasciata della Repubblica popolare cinese nella Repubblica italiana, hanno rivolto la loro attenzione alla zoo fasanese e da qui sono iniziate le prime trattative.

“In questo ‘out-let’ Italia da tempo è aperta la stagione dei saldi e società d’affari straniere acquistano a buon prezzo le nostre migliori aziende”, scrive il responsabile della comunicazione dello zoo che aggiunge: “Pur sapendo che passerà nella indifferenza generale, segnaliamo un'altra di queste vendite obbligate e con rammarico diciamo che, un gioiello di efficienza organizzativa e di qualità superiore come lo zoosafari sta passando di mano”.

Due anni fa l’amministratore delegato del ‘Gruppo zoosafari’, Ugo De Rocchi – è spiegato nella nota – diede incarico di capire il valore di mercato della struttura. “Non c’era alcuna intenzione di vendere realmente – prosegue Delle Rose – ma da due anni a questa parte altri elementi sono intervenuti a peggiorare il lavoro degli imprenditori, che si sono così ritrovati ancora di più soli contro tutti. Ecco perché, in questo ultimo anno, una delle tante proposte è diventata sempre più concreta”.

Così è. E l’affare potrebbe essere presto fatto, nell’indifferenza delle istituzioni. Per citare un caso ancor più di attualità, come la Telecom finita agli spagnoli, oppure Ansaldo in vendita, o l’Inter di Moratti (non certo prima, e non certo l’ultima squadra di calcio in procinto di cambiare maggioranza azionaria), anche lo zoo ai cinesi. E chissà se è prevista anche l’area “food” con specialità esotiche.

 

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