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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Porto: ancora in rosso il traffico merci. Il carbone passa in secondo piano

Tutt'altro che confortante il dato del primo trimestre 2019: un meno 17,5 che si aggiunge alla perdita del 23,1 dei biennio 2017-2018. Flessione anche nei Tir

BRINDISI – Quanto sia fuorviante (o deviante) e totalmente fuori contesto lo scontro a Brindisi sulle nuove opere da realizzare nel porto, per aumentarne la dotazione di infrastrutture e approdi, è dimostrato nuovamente dal bollettino trimestrale sui traffici dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale. Nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2019, il porto di Brindisi ha perso altre 324.935 tonnellate di merci, un meno 17,5 per cento che costituisce un calo superiore di alcuni decimali alla perdita secca del 17,3 per cento dell’intero 2018, e che si aggiunge alla perdita del 23,1 per cento accusata nel biennio 2018-2019.

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Il carbone non ha più il primato tra le merci

Cos’altro ci voglia per affrontare la realtà di questo trend inquietante non si sa. Non si tratta di dati asettici ma di una condizione che mette a rischio posti di lavoro e fatturati delle imprese portuali, in un clima – il problema è questo – di assenza di effettivi interventi correttivi. Di oltre 88.800 (-14,1) è il calo nelle rinfuse liquide, dato legato alla perdita di 22 punti percentuali nel settore dei prodotti petroliferi raffinati. L’allarme squilla ancora, come nel precedente biennio, nel settore delle rinfuse solide, con la perdita nel primo trimestre 2019 di 220.447 tonnellate (-32 per cento).

Quest’ultimo dato è condizionato dal taglio alla movimentazione del carbone, che perde altre 284.970 tonnellate (-50,2 per cento), parzialmente compensato dagli incrementi nei prodotti metallurgici e nei prodotti chimici. E continua la lenta emorragia nelle merci del traffico ro-ro (Tir e trailer), che perde un altro 2,8 per cento, mentre la perdita complessiva nel comparto merci in colli è del 2,9 con meno 15.688 tonnellate.

Da rilevare che con 525.286 tonnellate di merci su camion, il carbone non ha più il primato. Il porto di Brindisi, restando al traffico merci ro-ro (acronimo di roll in - roll off), ha perso anche 987 Tir e trailer nei primi tre mesi dell’anno (28.238 unità, -3,4%). Stazionario il movimento dei passeggeri, con uno 0,1 per cento in meno rispetto al primo trimestre 2018.

L'area traghetti ro-ro di Punta delle Terrare a Brindisi-4

Non ci sarà il miracolo Via della Seta

Il futuro immediato sarà caratterizzato da una costante contrazione del traffico del carbone, quello che offre maggiore fatturato e occupazione al porto, seguito subito a ridosso dal traffico delle merci su camion, anche queste in una fase di stasi dopo l’espansione degli anni scorsi. Situazione che alla fine costringe ad accettare anche l’occupazione di un ettaro e mezzo di banchina commerciale a Costa Morena Est da parte dei tubi per il gasdotto Tap, piuttosto che il vuoto.

Non farà miracoli neppure la tanto attesa Via della Seta, rotta che molto probabilmente salterà i porti pugliesi per concentrare la propria logistica in Mediterraneo al Pireo, quasi totalmente in mani cinesi da alcuni anni, e a Trieste, scalo molto più attrezzato e organizzato per tecnologia, numero di approdi, collegamenti ferroviari e servizi. Resta un ruolo da difendere, vale a dire quello di porto multi-purpose in ottica corridoi europei, sperando nelle Zone economiche speciali. Ma serviranno al più presto dragaggi, nuovi accosti, funzionamento del raccordo ferroviario. A che punto siamo con i fatti, dato che le chiacchiere stanno a zero?

Il confronto con il porto di Bari

Il dato complessivo del trimestre nelle merci è di 1.536.651 tonnellate, delle quali 283.136 di carbone, e 525.286 di merci in colli (525.286 su Tir e trailer), 298.082 di prodotti petroliferi raffinati. Nello stesso periodo, per una comparazione con l’altro grande porto dell’Adsp Mare Adriatico Meridionale, il traffico delle merci a Bari ha toccato quota 1.275.711 (+2,2 per cento). Voce principale, le merci varie in colli con 901.400 tonnellate, di cui 735.352 su Tir e trailer, con 38.826 camion e rimorchi, 756 in più rispetto al primo trimestre 2018 (+2 per cento). La sfida, per ora, è qui e senza approdi e aree logistiche attrezzate è persa in partenza.

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