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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

La gemella di Cerano diventerà un polo turistico: "Perché Brindisi no?"

Nel programma Enel di riconversione di 23 centrali la nostra non c'è. Liberi e Uguali: aprire subito il confronto

BRINDISI - Nel Delta del Po, riserva naturale dello Stato, Enel annuncia la trasformazione della centrale di Porto Tolle, gemella di quella di Cerano in quanto a potenza installata, in una struttura turistica innovativa. Inoltre progetti di riconversione sono stati annunciati in altri siti Enel. A Brindisi carte ancora coperte, pertanto la questione del futuro della centrale di Cerano, che dovrà cessare la produzione a carbone entro il 2025, è un punto su cui il territorio deve rivendicare subito un confronto alla luce del sole sia con l'azinendache con il governo.

Lo chiede il comitato cittadino di Liberi e Uguali, e il problema rimbalza inevitabilmente anche sul tavolo della campagna elettorale : "A Brindisi abbiamo due grandi questioni da affrontare nell’imminente futuro. La questione della centrale Enel di Cerano e quella dell’impianto A2A (ex centrale Brindisi Nord). La dismissione della centrale di Cerano che, stando agli stessi programmi di Enel  e della strategia energetica nazionale, dovrebbe avvenire nel giro di pochi anni (2025) preoccupa molto per una questione occupazionale in un territorio già devastato dalla carenza di lavoro".

La centrale di Cerano vista Brindisi

"Enel su tutto il territorio nazionale ha programmato la riconversione delle centrali in via di chiusura. Esiste un programma specifico che si chiama Futur-e", ricorda Liberi e Uguali. "Dal sito dell’azienda si legge: 'Futur-e nasce come percorso di economia circolare per dare nuova vita a 23 centrali termoelettriche. Impianti che hanno sostenuto la crescita industriale del nostro Paese e che oggi, attraverso la collaborazione con i territori e la creazione di valore condiviso, possono raccontare nuove storie di sviluppo e innovazione sostenibile'."

Liberi e Uguali Brindisi sottolinea come "l’altro giorno a Porto Tolle (Rovigo), nel cuore del Delta del Po, è stato presentato il piano di riconversione della ex centrale Enel, una gemella di quella di Cerano (4 gruppi di 660 MW) dall’energia al turismo! Dove c’erano serbatoi di olio combustibile e turbine, sorgerà un grande villaggio turistico ispirato a natura e ambiente. Un villaggio turistico open air, sviluppo di un polo per gli sport d’acqua, apertura di un centro per la valorizzazione delle eccellenze paesaggistiche, ambientali, artigianali ed enogastronomiche  dell’area, sviluppo del pescaturismo, dell’ittiturismo. La notizia è apparsa il 17 aprile su IlSole24Ore". 

La centrale Enel di Brindisi Cerano

"L’operazione Porto Tolle, ricordano dall’Enel, fa parte del programma Futur-e, lanciato da Enel per riqualificare i siti di 23 centrali che hanno concluso il loro ruolo nel sistema energetico o stanno per farlo. Attraverso soluzioni sostenibili e innovative, le dismissioni degli impianti diventano nuove opportunità per i territori che le ospitano. Sul nostro territorio insistono due siti di centrali energetiche, una, quella  di fronte al Castello Alfonsino, ha esaurito da tempo il suo ruolo e non a caso è da anni ferma, l’altra quella di Cerano lo sta per fare (la stessa Enel ne prevede la chiusura nel 2025). E allora - chiede Liberi e Uguali - la domanda che sorge è perché a Rovigo sì e a Brindisi no?".

Anche a Brindisi è arrivato il momento di avviare un percorso di questo tipo, è la rivendicazione. "Una chiusura programmata con una riconversione dei due siti  verso una economia circolare e verso la sostenibilità ambientale può essere una occasione irripetibile per il territorio. Non c’è da fare allarmismi né tantomeno terrorismo per una chiusura che può significare molto in termini di occupazione se si interviene per tempo e con una giusta programmazione. In altri siti, come a Porto Tolle, a Porto Marghera, a Carpi dove Enel ha previsto di riconvertire il sito in polo logistico per le attività del gruppo, o a Bari, si è avviato un iter idoneo utilizzando concorsi di progetti che tengono conto delle aspettative dei territori interessati".

Carbone all'inerno della cupola automatizzata-2

Brindisi, invece, il polo energetico primario in Italia, è fuori da queste strategie? "Le  idee per il rilancio dei siti presentate riguardano l’integrazione di differenti destinazioni d’uso, principalmente turistico-ricettive, ludiche e culturali, oltre che produttive. E i nostri due siti si prestano benissimo per progetti di questa natura. Lo stesso iter - dice Liberi e Uguali - a nostro avviso dovrebbe  essere seguito per la riqualificazione dell’area di A2A in prossimità del porto. E’ impensabile che sul porto, di fronte al Sastello Alfonsino si possano progettare ancora  insediamenti di tipo industriale come quelli presentati da A2A reiterando errori del passato che hanno compromesso pesantemente lo sviluppo della città e dello stesso porto".

Bisogna avviare subito, allora, un percorso cjhe conduca a un tavolo dove si dovranno prendere le decisioni per Brindisi, questa volta partendo dalla città: "Così come, data la disponibilità di Enel ad  aprire un confronto con i territori interessati per progetti condivisi e pur non essendo ancora inserito il sito di Cerano nell’elenco delle dismissioni, iniziare a pensare e a progettare assieme può servire ad evitare inutili contrapposizioni e furbizie", dice ancora Liberi e Uguali. "Il 2025 non è lontano. E  Brindisi non è diversa da Rovigo. Dalla dismissione delle centrali possono scaturire occasioni di lavoro molto più importanti di quelle attuali. E se lo dice la stessa Enel...".

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