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"A chi gioverebbe lo spezzatino del traffico aereo? A nessuno"

Occorreva il presidente di Assindustria di Brindisi per gettare l’ennesimo sasso nello stagno dei problemi legati al futuro di Brindisi

Occorreva il presidente di Assindustria di Brindisi per gettare l’ennesimo sasso nello stagno dei problemi legati al futuro di Brindisi. Marinò ha giustamente posto all’attenzione della comunità lo “status quo” e le prospettive dell’aeroporto del grande Salento nell’ambito dei piani strategici di “Aeroporti di Puglia”. I dati del traffico passeggeri registrato a Brindisi anche in questa stagione estiva confermano il grande appeal che caratterizza il Salento nel mercato turistico nazionale ed europeo. La Puglia, ed il Salento in particolare, hanno saputo costruire una offerta turistica di pregio e divenire oggetto di scelta da parte di moltissimi turisti europei.

L’esperienza ci dice che la stragrande maggioranza di questi turisti proviene da località collegate da tratte aeree delle compagnie low-cost. L’aeroporto di Brindisi cresce, ma meno rispetto a quello di Bari, non perché sono arrivati meno turisti. Cresce meno perché “Aeroporti di Puglia” ha deciso che altre tratte ed altri collegamenti dovessero essere assegnati percentualmente più a Bari che a Brindisi. Ora la Regione Puglia, per bocca dell’assessore allo Sviluppo economico Michele Mazzarano, avanza una vecchia proposta, pare del presidente Emiliano, quella di aprire lo scalo di Grottaglie alla utenza civile.

È giusto che si debba essere sempre disponibili a discutere nuove proposte, ma si deve essere sempre pronti, se in disaccordo, a rispedirle al mittente. Sulla questione alcune considerazioni. La prima questione la pone  Marinò: aprendo Grottaglie al traffico civile significa aumentare il numero dei passeggeri? Fare delle attuali rotte uno “spezzatino”, comprendendo anche l’aeroporto di Grottaglie, porta giovamento o interessi a qualcuno, a qualche altra comunità?

Se sì, gli autori di questa proposta ci facciano sapere quali possono essere i vantaggi, le ricadute certamente positive per Grottaglie ed i conseguenti costi occupazionali per Brindisi e certamente non per Bari. Poi un’altra considerazione: ma perché mai riaprire Grottaglie al traffico civile e non recuperare anche l’aeroporto di Foggia per servire con le low-cost il Gargano e le Isole Tremiti? Ho l’idea che questa politica assomigli moltissimo a quella che proponeva ospedali in ogni Paese della Puglia e che è stata sconfitta nei fatti ed abbandonata con la conseguente chiusura di molte strutture sanitarie locali.

La Regione Puglia, ed il suo presidente in primis, ha preso questo brutto vizio di decidere per i territori senza coinvolgere le comunità locali.  Esempi ovviamente non ne mancano e chissà come è, il nostro territorio, le nostre strutture, Brindisi, con “questa” Regione Puglia risulta essere sempre soccombente. Ha ragioni da vendere il presidente dell’Assindustria di Brindisi quando accusa i consiglieri regionali ed i parlamentari di Brindisi di essere silenti.  Silenti su tutto ed accondiscendenti.

Una delle questioni che mi ha più indignato di recente è stata la presentazione della ricerca epidemiologica dell’Ares della Regione Puglia per il territorio di Brindisi e di alcuni comuni limitrofi. Presentazione fatta quasi in sordina e comunque a Bari. Perché a Bari?  Ed i nostri consiglieri brindisini hanno lanciato qualche grido di dolore? Le loro urla, ove ce ne fossero state, non le ha sentite nessuno. Ritengo che se Brindisi è stata soccombente negli ultimi anni su un numero rilevantissimo di argomenti e di decisioni assunte, è stato perché abbiamo avuto, a livello regionale, una classe politica brindisina inadeguata ed insufficiente a governare tali scelte.

Sul livello del Comune di Brindisi è preferibile stendere un pietoso silenzio cercando solo di capire da dove è possibile ricominciare per rianimare questa città. Il lavoro, i quartieri, la salute, l’ambiente, sono forse i temi prioritari per Brindisi, non dimenticando che è necessario riappropriarsi del tema porto e del tema salute in rapporto alle fonti inquinanti. Non voglio però essere tra quelli che contestano e non propongono.

 Mentre ritengo che la scelta di aprire l’aeroporto di Grottaglie al traffico civile sia sbagliata, sono altrettanto certo che lo stesso aeroporto vada riaperto sia al traffico cargo sia al servizio dell’industria. Tempo fa la Regione Puglia aveva intessuto rapporti con Leonardo per capire le strategie del gruppo in Puglia, quali fossero gli impegni finanziari e di investimento che tale industria volesse e potesse assumere, in considerazione che la stessa è presente con propri ed importanti stabilimenti a Foggia, Brindisi e Grottaglie.

Credo che per un’industria che costruisce aeroplani sia importante, se non determinante, avere un aeroporto a disposizione se, per esempio, si volesse pensare alla realizzazione ed alla consegna del prodotto finito. In questo caso ci sarebbe un considerevole aumento del traffico in entrata per consegnare i semilavorati provenienti da altri stabilimenti. Se ciò non fosse possibile, i semilavorati realizzati negli stabilimenti pugliesi summenzionati, potrebbero partire direttamente da Grottaglie per raggiungere gli stabilimenti e quindi gli aeroporti di destinazione finale. Cosa già parzialmente in essere.

In entrambi i casi, ci sarebbe un vasto aumento del traffico cargo-industriale, con le giuste e naturali ricadute positive. Se ciò fosse possibile, allora sarebbe importante che la Regione ci mettesse tutto il suo impegno politico, finanziario ed infrastrutturale perché questo progetto divenisse realizzabile. Il risultato sarebbe eclatante sul piano dell’occupazione, della possibile ripresa del settore aeronautico nella Regione, del Distretto aeronautico di Brindisi e di Foggia. Sarebbe importante per l’area di Taranto e per quella di Brindisi che assieme hanno già pagato un prezzo sociale ed ambientale altissimo.

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